Emergenza rifiuti a Roma, i sacchi andranno a Viterbo e Ostia: «Poi camion ad Albano»

Emergenza rifiuti a Roma, andranno a Viterbo e Ostia: «Poi camion ad Albano»
Emergenza rifiuti a Roma, andranno a Viterbo e Ostia: «Poi camion ad Albano»
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 20:06

Tra oggi e domani Virginia Raggi attende il via libera dagli uffici della Città Metropolitana per riaprire la discarica di Albano Laziale. Questa mattina Nicola Zingaretti firmerà l'ennesima ordinanza regionale per chiedere al catino di Viterbo e anche a quello di Civitavecchia (vicino alla saturazione) di accogliere ancora più rifiuti da Roma. Parliamo di circa 400 tonnellate in più al giorno. Intanto Ama è pronta a installare un impianto tritovagliatore, un frullatore che riduce le quantità di indifferenziato, e una nuova piattaforma per la trasferenza a Ostia, nel sito di viale dei Romagnoli. Piccoli pezzi per uscire dall'emergenza rifiuti che Roma vive da settimane, dopo che il Lazio si è ritrovato di fatto senza discariche.

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E che oggi, con lo sciopero degli addetti alla raccolta in una città dove ci sono già 200 tonnellate al giorno che nessuno ritira soprattutto sul versante Est, rischia la catastrofe.

Non caso il prefetto Matteo Piantedosi, in una lettera inviata lunedì alla Regione, ha chiesto «di valutare l'adozione di ogni consentito strumento, anche a carattere ordinato, volto a fronteggiare la suddetta contrazione della disponibilità impiantistica e le correlate ricadute negative». Cioè, «un'emergenza igienico sanitaria, suscettibile di aggravarsi per le alte temperature estive».

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Al centro del contendere c'è sempre la discarica che Roma non vuole nel suo territorio. Tanto che Zingaretti ieri ha avvertito Raggi: «Se la Capitale non assolve ai suoi doveri sarà commissariata per manifesta incapacità. Comune e Ama fuggono dalle loro responsabilità». Al governatore, dal Campidoglio, ha risposto l'assessore ai Rifiuti, Katia Ziantoni: «In dieci anni non ha fatto nulla».
BIOGAS
Lo sblocco della discarica di Albano Laziale, con le sue 200mila tonnellate (sufficienti però per un paio di anni) potrebbe essere un pezzo, più strutturale, della strategia. Ma il condizionale è d'obbligo. Lunedì mattinata Raggi, in qualità di sindaco della Città Metropolitana, ha dato mandato al dipartimento Ambiente e all'Avvocatura di scrivere un'ordinanza a prova di Tar per riaprire il catino di Cecchina, fermo dal 2016, da quando è bruciato un Tmb controllato un tempo da Manlio Cerroni.

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Oggi i proprietari (Cerroni e la famiglia Cesaro) guardano alla riattivazione del Tmb o alla costruzione di una bioraffineria, meno al solo riavvio della discarica. Poi c'è da fare i conti con il sindaco di Albano, Massimiliano Borrelli: appena Raggi firmerà l'ordinanza, lui farà ricorso al Tar. Dal Campidoglio spiegano che come sindaco della Città metropolitana, Raggi può sua sponte e per motivi di ordine pubblico cambiare la destinazione d'uso da discarica di servizio del Tmb a discarica per rifiuti urbani tout-court. L'obiettivo è essere operativi da agosto. Ma Regione e ministero dell'Ambiente - che pure lavorano con il Viminale per forzare la volontà dei proprietari - nutrono dubbi: si temono i ricorsi e si sottolinea sull'assenza di uno stato di emergenza in tutta la provincia di Roma, che aiuterebbe l'iter.


In campo anche la Regione, dopo che Ama e i suoi maggiori fornitori (come Egiovi) hanno comunicato in via Cristoforo Colombo che servono spazi in discariche per ospitare circa 300 tonnellate al giorno di scarti, che raddoppiano sommando anche quelli di altre aziende che lavorano per via Calderon de La Barca come la Saf di Frosinone. Questa mattina Zingaretti firmerà una nuova ordinanza per far sì che Viterbo e Civitavecchia prendano rispettivamente circa 300 e circa 80 tonnellate in più al giorno almeno fino al 15 luglio, così da garantire il funzionamento dei Tmb. Dal canto suo Ama, e sempre alla Regione, ha chiesto l'autorizzazione per installare un tritovagliatore e una trasferenza in via dei Romagnoli. La domanda è stata rigettata perché, secondo i tecnici del Lazio, vanno presentate due pratiche diverse, che però saranno depositate a breve. La municipalizzata accelera sull'acquisto dei terreni per costruire un suo Tmb. Dopo la manifestazione d'interesse lanciata con il Comune, valuta tre aree nella Capitale: una verso Pomezia, una in direzione del Reatino, una più a Nord.

 

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