Più di un romano su due, tra i maggiorenni, ha un mutuo o un prestito in corso, con una percentuale in netta crescita rispetto allo scorso anno. E paga, in media, 339 euro al mese per rimborsare i finanziamenti ricevuti, con un'esposizione (ossia un debito residuo) di 44.580 euro pro capite. A rivelarlo sono i dati della Mappa del credito - lo studio sull'utilizzo del credito rateale da parte degli italiani, elaborato dalla Crif (Centrale rischi finanziari) - relativi al primo semestre di quest'anno. Se le cifre più importanti riguardano i mutui per l'acquisto della casa, aumentano i prestiti chiesti per comprare beni di consumo, pagandoli a rate: «Nel complesso sono i prestiti finalizzati all'acquisto di auto, moto, elettrodomestici, articoli di arredamento, ma anche di beni e servizi di valore contenuto come la telefonia o i prodotti di elettronica, a risultare la forma di finanziamento più diffusa», spiega Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif.
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I NUMERI
Nello scorso anno, secondo lo studio di Crif il numero di richieste di nuovi mutui e surroghe ha fatto registrare complessivamente un calo del 2 per cento, mentre sono aumentati del 24,5 per cento i finanziamenti finalizzati all'acquisto di beni e servizi e del 5,5 per cento i prestiti personali, quelli non direttamente collegati all'acquisto di uno specifico bene o servizio.
IL TREND
Il dossier conferma «il progressivo ma costante ampliamento del numero di consumatori che hanno scelto di ricorrere al credito bancario per finanziare l'investimento sulla casa o per sostenere i propri progetti di spesa ed esigenze familiari - sottolinea Rubini - In questa delicata fase, il calo della rata mensile e dell'esposizione residua contribuisce a mantenere elevata la sostenibilità degli impegni finanziari in carico alle famiglie ma bisognerà valutare nei prossimi mesi l'impatto delle tensioni geo-politiche e del rialzo dell'inflazione e dei tassi sul bilancio delle famiglie». Tutto ciò mentre non sembra aver fine il mercato parallelo dei prestiti: sempre più spesso potenziali clienti vengono agganciati sui social network, con operazioni che di frequente nascondono organizzazioni dedite all'usura.
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