Covid Lazio, terapie salva-ricovero: nuovo piano anti virus: estendere le monoclonali

Covid Lazio, terapie salva-ricovero: nuovo piano anti virus: estendere le monoclonali
Covid Lazio, terapie salva-ricovero: nuovo piano anti virus: estendere le monoclonali
di Camilla Mozzetti
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Domenica 25 Luglio 2021, 22:20

Non più una fascia ristretta di persone a cui poter somministrare le terapie ma un ventaglio di casi da valutare di volta in volta. Indipendentemente da altri fattori di rischio - come diabete, ipertensione, obesità, cardiopatie - per pazienti con un’età uguale o superiore ai 65 anni, per gli immunocompromessi ma anche per coloro che, manifestando i sintomi del Covid da più di 10 giorni, o sono negativi al test sierologico o continuano ad essere positivi al tampone molecolare. Eccole le nuove indicazioni sull’impiego degli anticorpi monoclonali decise dall’Aifa e tradotte dalla Regione Lazio in un nuovo protocollo che sostituisce quello dello scorso marzo per l’uso di questi farmaci comunemente definiti “salva-ricovero”. La data della circolare trasmessa a tutte le aziende ospedaliere e alle Asl porta in calce la data del 22 luglio. Attualmente gli anticorpi monoclonali autorizzati sono quelli delle aziende “Eli Lilly” e “Regeneron/Roche” ma il loro impiego è ancora ospedaliero nel senso che non c’è ancora l’autorizzazione per la commercializzazione di entrambi i farmaci.

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Covid Lazio, terapie salva-ricovero: nuovo piano anti virus: estendere le monoclonali

A marzo scorso le indicazioni furono quelle di utilizzare questi farmaci come terapie “bloccanti” la malattia del Covid nei soggetti positivi ad alto rischio di ospedalizzazione.

Cardiopatici per l’appunto, diabetici, obesi od ipertesi anche nel caso si trattasse di soggetti giovani dai 12 anni in su. Ora con il nuovo protocollo queste condizioni restano ma si allarga la possibilità di somministrare gli anticorpi anche a quei soggetti anziani e non che sono positivi e rischiano di finire in ospedale a prescindere dalle suddette specifiche patologie. I pazienti che possono farne ricorso sono sia i positivi riscontrati dai Dea dei Pronto Soccorso sia coloro che effettuano un tampone a domicilio o nelle strutture dedicate ai test.

L’ATTIVAZIONE In questo ultimo caso sarà sempre il medico di famiglia ad allertare i centri che somministrano le terapie e che nel Lazio sono 14 (Spallanzani, policlinico Tor Vergata, policlinico Umberto I, Sant’Andrea, policlinico Agostino Gemelli, policlinico Campus Biomedico, ospedale San Paolo di Civitavecchia, ospedale Coniugi Bernardini, Palestrina, nuovo Ospedale dei Castelli ad Ariccia, l’ospedale Belcolle a Viterbo, il San Camillo De Lellis a Rieti, il Santa Maria Goretti a Latina, lo Spaziani a Frosinone e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù). Nel nuovo protocollo vengono specificati ancora meglio i tempi “massimi” per l’attivazione delle terapie monoclonali nei soggetti positivi con sintomi di grado “lieve-moderato” comparsi «entro le 72 ore e comunque da non oltre 10 giorni o altrimenti se oltre i 10 giorni solo in soggetti con immunodeficienza che presentino sierologia per Sars-Cov-2 negativa e prolungata positività al tampone molecolare».

I RISULTATI I risultati nei mesi scorsi non sono mancati tant’è vero che al policlinico Umberto I su una media di 20 somministrazioni solo 2 pazienti vengono poi ricoverati: il 10%. Questi risultati in tempi in cui il virus continua a circolare grazie alla variante Delta spingono i sanitari ad aumentare il ricorso agli anticorpi monoclonali soprattutto per quei soggetti anziani non ancora vaccinati. E nel Lazio sono ancora molti. Nonostante la campagna vaccinale sia arrivata a superare le 6,6 milioni di dosi somministrate, stando all’ultimo report settimanale della cabina di regia nazionale ci sono ancora 129.607 persone dai 60 ai 79 anni che aspettano una prima dose o una dose unica e che dunque rischiano di contagiarsi. Il ricorso ai monoclonali serve principalmente a contenere l’indice dei ricoveri che tuttavia nel Lazio, pur con una diminuzione di casi registrata ieri, stanno salendo. Lo scorso 17 luglio i letti occupati nei reparti ordinari erano 105, il 24 luglio sono arrivati a 196 (più 91) e tra sabato e domenica si sono registrati 15 nuovi ingressi. 

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