Menu per gli under 30, giungle urbane e “Cazzotti” di pane: a Roma il restyling di 6 locali trendy dopo l’emergenza Covid

"MadeIterraneo"_credits Courtesy of Press Office
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di Gustavo Marco Cipolla
9 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Luglio 2020, 14:34

Giungle urbane all’aria aperta per sorseggiare un drink con gli amici dopo il lockdown, rispettando le distanze sociali. Menu dedicati ai più giovani e agli under 30 che, a causa del Covid-19 e della disoccupazione dilagante, non vogliono rinunciare a gustosi momenti di piacere. Evitando di spendere cifre da capogiro per un happy hour. Aperitivi dove non mancano i “Cazzotti”, deliziose gourmandise a lievitazione naturale farcite e dedicate ai più golosi, cocktail raffinati e luxury suite da star per le coppie che possono permetterselo. Ecco 6 locali trendy della Capitale che, in seguito all’emergenza sanitaria, hanno deciso di rinnovarsi e reinventarsi tra opere di restyling e nuove proposte culinarie o di bartending, per essere al passo con i “mala tempora” correnti. Senza fermare la voglia di divertirsi e vivere la città in sicurezza sotto il cielo di "Un'altra estate" romana.

Una foresta en plein air per drink d’autore

“Nuovi umani” in una piccola foresta nata all’esterno di Drink Kong, diretto dal bar manager Patrick Pistolesi, celebre locale della mixology nel cuore di Roma, che sorge in piazza di San Martino ai Monti. Una location open air che, come una vera e propria giungla green, consente di liberare l’istinto primordiale di sopravvivenza darwiniana a colpi di cocktail e miscelazioni artigianali. Dal "Cobra Kai" al "Red Light", fino all’"Enki". Il rinnovato menu, presentato lo scorso marzo prima dell’isolamento forzato, non poteva che chiamarsi “New Humans”: un omaggio alla rinascita e al contatto diretto che ognuno ha riscoperto con se stesso a causa della pandemia, ascoltando il proprio corpo e la propria anima nel silenzio cittadino. Un’esperienza che coinvolge i sensi, regalando bellezza e insolite emozioni per il palato di chi ama la raffinata arte del bere, ma con moderazione.
 
Il gusto dell’ecosostenibilità a tavola
 

Creatività e il savoir faire dell’hôtellerie per il rooftop del’albergo “The First Roma Arte”, che ha riaperto i battenti puntando sui cocktail esclusivi di Alessandro Simeone e i piatti autoriali di Daniele Lippi. Da Acquaroof Terrazza Molinari, all’ultimo piano dell’hotel che fa parte del gruppo internazionale "Pavilion", non solo la splendida veduta dei tetti capitolini, ma anche un restyling all’insegna del gusto per un'esperienza estiva tra le più coinvolgenti della Città Eterna. Al duo Simeone e Lippi, si aggiunge in sala Benito Cascone per offrire soluzioni gustative di impatto, ottenute dalla combinazione tra tecnica e sapore. Lippi e Cascone, chef e restaurant manager di “Acquolina”, il ristorante  che vanta 1 stella Michelin e situato al ground floor della struttura alberghiera di via del Vantaggio, portano la loro professionalità al servizio dei clienti, nel segno dell’ecosostenibilità e riciclando materie prime di scarto (ma di qualità) per un riuso estroso. Drink ispirati ai venti come il “Levante”, una reinterpretazione del “Milano Torino,” preparato con bitter, vermouth, Molinari extra, ratafià e rabarbaro, macerato per 2 mesi in una botte di rovere. Poi il “Maestrale” e il “Ponente”, mediterranei e territoriali grazie al loro aroma. “Suite & Star”, invece, è il singolare format gastronomico per scoprire le prelibatezze stellate di Lippi in una delle splendide suite dell’hotel fra lusso, eleganza e piacere. Gli ospiti potranno cenare in totale riservatezza all’interno delle camere più suggestive, senza rinunciare agli spazi all'aperto poiché ogni stanza è dotata di una terrazza. Cena romantica in coppia, o fino a un massimo di 6 persone, assaggiando specialità di stagione tra cui il "Lardo di Seppia" o il "Topinambur", rapa tedesca anche detta "carciofo di Gerusalemme".
 
Un menu post-Covid dedicato agli under 30

L’estate "All’Oro" in bocca, tra profumi speziati, singolari fragranze in uno spazio verde en plein air con giardino dove protagonista indiscussa è la cucina emozionale dello chef Riccardo Di Giacinto. Un round trip nell’universo dei sapori per trascorrere in sicurezza gustosi momenti direttamente a tavola in via Giuseppe Pisanelli. Si è quindi deciso di non rinunciare alla preparazione live di alcuni piatti storici grazie al responsabile di sala Achille Grande che, insieme al suo staff, ha affrontato la sfida post-Covid preparando il team all’accoglienza nel rispetto delle nuove disposizioni igieniche. Migliore attrice del secret garden “All’Aria” è la divertente e sfiziosa “Girandola di aperitivi”, che comprende l’“Anguria al Negroni”, oltre alla “Linguina al pesto di mare e cannolicchi” o la “Wagyu” con cocomero, fragole e indivia belga. E “La Scarpetta” diventa un ludico must per gli amanti del buon cibo. La scenografia ben si adatta a ritrovare quella convivialità perduta nei mesi passati con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico di giovani appassionati tramite un’interessante “Promo under 30”: i Millennials dai 30 anni in giù possono beneficiare di uno sconto del 30% sull’intero menu di “All’Aria” (la versione estiva del ristorante "All’Oro"). Una promozione valida dal lunedì al mercoledì sino ad agosto e solo se comunicata al momento della prenotazione. Munirsi di carta d’identità per non barare.
 
“Cazzotti” di pane per il rito dell’aperitivo

Un forno a conduzione familiare del 1929, e fondato nel Primo dopoguerra, si rinnova e affronta il post-lockdown in via Merulana, di fronte al Teatro Brancaccio. «Non amavo questo mestiere, mi sembrava faticoso e sporco, perché vedevo mio padre perennemente ricoperto di farina. Poi un giorno, passando in laboratorio, notai il nostro fornaio siciliano all’opera, fuori dal normale orario di lavoro, alle prese con l’impasto che stava modellando per dargli la forma di un pupazzo e di un animale. Gli chiesi cosa stesse facendo e mi rispose che era alla ricerca di nuovi modi per far mangiare suo figlio, inappetente, e che il pane gli consentiva di trasformare il cibo in un giocattolo. In quel preciso istante mi innamorai del pane, perché vidi in esso la possibilità di creare». Dalle parole di Maria Grazia Panella, volto storico del locale che porta il cognome di famiglia, si percepisce la passione che provava da ragazza e l’ha spinta a far diventare l’attività del papà in un riferimento cult per i romani, dove la gastronomia targata Panella abbraccia la cultura e l’artigianalità. In una visione moderna, tante le iniziative culturali: da “La via del pane attraverso l’Europa”, progetto che ha coinvolto fornai stranieri invitandoli a Roma per preparare i loro prodotti, alla “Festa del pane dell’antica Roma” per riscoprire le ricette dell’epoca, utilizzando farro, kamut e farina integrale. Con lo scopo di far conoscere pure i dolci della Grecia o l’immensa varietà di pani e lievitati dei maestri tedeschi del forno. Mediante il supporto di Tiziana Bufacchi, l’insegna si è evoluta verso un nuovo punto vendita in zona Boccea mentre sono previste un’apertura non distante dal Pantheon e il lancio di una linea “gluten-free” e healthy. Un “Mausoleo del Pane” che ai tempi del coronavirus guarda alla sostenibilità economica, stringendo prestigiose partnership per mettere in piedi idee preziose quali i corner urbani di dimensioni ridotte, ubicati nei quartieri cittadini, per assaggiare lo squisito “Zabaione” o la rinomata “Pizza con la mortadella”. Tra passato e futuro, l’intento è quello di un programma di ristrutturazione aziendale che va da Milano a Londra, passando per gli aeroporti e le stazioni. Il domani, però, cammina accanto al presente: la new entry legata al rito dell’aperitivo si chiama “Cazzotti”, una particolare versione del “Pane Campagnolo” dalla pezzatura in tre differenti declinazioni con farciture a base di crème fraîche, hummus di ceci e salumi da abbinare allo "Spritz" o alla speciale birra realizzata con il "Campagnolo".

I sapori del Mediterraneo sbarcano nella Capitale
 
"MadeIterraneo da mangiare" e un “Up Sunset Bar” dal design rétro che coniuga il fascino vintage a tocchi di modernità con un “Terrace Restaurant” in cui rivivono i sapori della cucina mediterranea e del "Mare nostrum". Luoghi ideati dallo chef Riccardo Di Giacinto, affiancato da sua moglie Ramona Anello, in un ristorante che celebra il made in Italy ed esalta il valore della tradizione attraverso le primizie della nostra terra. Situato al sesto piano della “Rinascente” di via del Tritone, al gioco multicolor dei divani e delle poltrone in velluto si alterna il black and white del marmo dei tavoli, elemento che assieme al legno e al ferro conferisce un carattere unico alla location. «Ho voluto portare una cucina pensata in Italia con inflessioni del Sud del Mediterraneo, prendendo alcune licenze per caratterizzare piatti dei Paesi che si affacciano su questo mare, il tutto ricorrendo alle spezie con personalizzazioni italiane per quel che riguarda il gusto», sottolinea Di Giacinto. “Moussaka” leggera di melanzane, il "Ragoût ai datterini",  lo “Spaghetto Felicetti” con filetti di pomodoro e basilico, "Pollo ai profumi di Marrakech", le pizze dall’impasto fatto con lievito madre, fino ai  dessert come il “Maritozz’Oro” alla crema di caramello e banane brûlée in un restyling prelibato, apprezzato dagli affezionati. Da "Up", il sunset bar, una ricca selezione di club sandwich, insalate, vini e bollicine dalle 9.30 alle 23. Al settimo ed ultimo piano si trova la terrazza con il suo panorama. Così la foto ricordo al tramonto è d’obbligo.

L’arte della mixology e suggestioni orientali accanto al Colosseo

È aperto 7 giorni su 7 The Court, l'esclusivo cocktail bar di “Palazzo Manfredi”, in via Labicana, che ha schiuso le porte con vista sul Colosseo lo scorso 28 maggio. A circa un anno dall’opening, e dopo l'urgenza pandemica, numerose le novità a due passi dall'Anfiteatro Flavio. Al bancone di marmo lungo 7,5 metri c'è il bartender Matteo Zed che, conosciuto in tutto il mondo, nel 2019 ha pubblicato “Il grande libro dell'Amaro italiano”, un appassionante itinerario tradotto poi nella drink list del locale.

Nell’ambiente sanificato, in cui le sedute rispettano il distanziamento sociale, l’incanto del luogo non è stato compromesso dalle misure di sicurezza obbligatorie e da un ingresso dedicato differente da quello di uscita. Oltre alla riorganizzazione del sitting, che garantisce privacy e intimità, ci sono le proposte al banco ed è possibile ordinare dietro una protezione in plexiglas, ammirando con curiosità ogni passaggio della preparazione del proprio cocktail. Nell'elenco signature l’ “Expression Martini”, il “Metamorphosis Negroni”, l’”Amaretto Colada”, il  “Purple Sea”, a base di gin e blue tea, e il “Rising Sun”, un tributo alle atmosfere giapponesi e del Sol Levante. Grande attenzione anche per le bevande “alcohol-free”, ispirate ai viaggi intercontinentali grazie all'estro della miscelazione. Un posto privilegiato, ideale per l’after dinner. L’altra trovata si chiama “In Suite Liquid Experience”, un’esperienza autentica che permette di degustare magnifici drink (e non solo) in un insolito spazio mozzafiato, quale la terrazza della “Grand View Gallery Suite” del Palazzo, con un servizio di open bar per due persone della durata di 90 minuti.

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