Manuel Bortuzzo: «Mi hanno urlato figlio di..., poi lo sparo»

Manuel Bortuzzo: «Mi hanno urlato figlio di..., poi lo sparo»
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Martedì 19 Febbraio 2019, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 21:22

«Ho sentito un motorino arrivare, urlavano verso di me e la mia ragazza. Mi hanno detto: 'figlio di...' e poi mi hanno sparato. Mi hanno urlato contro come se ce l'avessero con me. Dopo lo sparo sono rimasto stupito, mi sono chiesto: ma cosa è successo?». Così Manuel Bortuzzo, il 19enne ferito da un colpo di pistola alcune settimane fa alla periferia sud di Roma, intervistato da Bruno Vespa al Tg1.

Intanto, due settimane dopo il suo ferimento, ieri Bortuzzo ha lasciato l'ospedale San Camillo ed è stato trasferito alla Fondazione Santa Lucia, sempre a Roma, nel centro specializzato nella neuroriabilitazione. Bortuzzo ha vuto il midollo lesionato da un colpo di pistola sparato alla periferia sud di Roma mentre era fuori da un pub dove stava trascorrendo la serata con gli amici e la fidanzata. «Sono appena arrivato - ha detto sorridente dal suo letto - nel mio nuovo campo di combattimento» perché la scommessa della promessa del nuoto italiano ora è sovvertire quel drammatico verdetto emesso dai medici che non potrà più camminare. Manuel è ben consapevole che nel centro di Santa Lucia rimarrà «un bel po'», e annuncia ai tanti che lo seguono sui social: «Adesso comincia l'allenamento». E rassicura tutti: «Darò tutto quello che ho per tornare il prima possibile, perché qui ci voglio rimanere poco».

Nel centro del Santa Lucia, Manuel si troverà fianco a a fianco con i tanti atleti della famosa squadra italiana di pallacanestro in carrozzina che milita in A1 e vanta un ricco palmarés. Durante il suo ricovero al San Camillo sono stati stati i campioni del nuoto ad essergli vicini, come Filippo Magnini o dei tuffi come Tania Cagnotto, altri lo sono andati a trovare come Massimiliano Rosolino. La Federazione Italiana Nuoto ha invece costituito il Fondo «Give #tutticonmanuel» promuovendo una campagna di crowdfunding proprio per sostenerlo nel percorso riabilitativo.

Nel video il giovane rassicura anche di sentirsi «sempre meglio» e ringrazia «i medici e gli infermieri» del San Camillo, dove è stato ricoverato in terapia intensiva dallo scorso 3 febbraio, che gli hanno dato «una mano non solo fisica» ma «proprio morale». Il coraggio di Manuel ha sorpreso tante persone comuni, che per lui hanno organizzato fiaccolate e mandato centinaia messaggi di solidarietà a lui e alla sua famiglia sui social.

Ammirazione nei suoi confronti per come sta affrontando questa disgrazia, è arrivata anche da tanti esponenti del mondo dello sport come il tecnico del Milan Gennaro Gattuso che lo ha definito «un esempio per i giovani» o dalla fiorettista Bebe Vio che non ha fatto mancare il suo sostegno durante le due operazioni a cui Manuel è stato sottoposto. Sorriso ed ottimismo sono le armi di Manuel perchè lo sa bene che da oggi comincia il suo allenamento più importante. 

 

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