Il Lazio resta zona gialla. Le previsioni dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, erano azzeccate: con un Rt a 0,95, l’arancione è scongiurato. Almeno per il momento. Bar e ristoranti potranno aprire fino alle 18 per un’altra settimana. Ma ai gestori dei locali non basta: «Così i conti non saranno mai in equilibrio, nemmeno con i ristori, pochi e in ritardo». L’eco della protesta è arrivata in Campidoglio, dove la giunta Raggi sta preparando una lettera al governo. Con una richiesta: allungare gli orari fino alle 22, sempre a parità di colore (e quindi di contagi Covid). Richiesta di difficile,
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difficilissima attuazione.
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Il Campidoglio si ritrova in una posizione insolitamente simile a quella del leader leghista Matteo Salvini. Che due giorni fa ha twittato: «Ho chiesto al presidente Draghi che differenza ci sia tra il pranzare in sicurezza a mezzogiorno e il cenare in sicurezza la sera». Spiega Coia: «Non siamo per una riapertura tout court. Capiamo i rischi della pandemia. Ma si può trovare un modo per permettere il servizio di sera, con posti ulteriormente contingentati. E la nostra Polizia locale assicurerà controlli severi». L’altra richiesta al governo riguarda la Tari: la sindaca Virginia Raggi ha spiegato che non è solo una bega economica, insomma di fondi da recuperare per procedere al taglio in bolletta. Serve un intervento legislativo per permettere ai Comuni di compensare i mancati incassi con fondi propri: oggi non si può, perché la Tari è la fonte di finanziamento della raccolta dell’immondizia. Se si riduce, si deve tagliare la raccolta, che ha già i suoi affanni.
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Il no del Cts in Lombardia
Le organizzazioni di categoria naturalmente premono per riaprire di sera. «La proposta del Comune è buona, i gestori sono sempre impegnati a far rispettare le regole», dice Stefano Di Niola, segretario della Cna. «L’apertura fino alle 18 non basta, così come i ristori, nettamente insufficienti», rimarca Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti. «Su questo tema abbiamo un tavolo con il Cts a livello nazionale», ricorda Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma. Gli esperti del Comitato però ieri hanno detto no alla richiesta di riaperture serali avanzata dalla Lombardia.
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