Vaccini, il piano nel Lazio. Calendario, prenotazioni, over 65: tutto quello che c'è da sapere

Il nuovo hub vaccinale allestito presso l'Auditorium parco della Musica
Il nuovo hub vaccinale allestito presso l'Auditorium parco della Musica
di Francesco Padoa
9 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Febbraio 2021, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 11:35

Lentamente, ma con continui aggiornamenti, si va organizzando il calendario delle vaccinazioni nel Lazio. Il via libera dell'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, alla somministrazione del vaccino AstraZeneca-Oxford anche per i cittadini con età compresa tra i 55 e i 65 anni, ha dato un nuovo impulso alla programma. Dal primo marzo cominceranno nel Lazio le vaccinazioni dai medici di base e la novità, alla luce di questi nuovi sviluppi, è che si partirà dalle persone nate nell'anno 1956 e che hanno, cioè, 65 anni. A marzo verranno vaccinate i cittadini con 65 e 64 anni, ad aprile quelle con 63 e 62 anni, a maggio quelle con 61 e 60 anni e così via. Dal 22 febbraio, inoltre, cominceranno le vaccinazioni per gli operatori scolastici (le prenotazioni sono già attive e hanno già superato i 20 mila appuntamenti). Come si legge sul sito della Regione Lazio (https://prenotavaccino-covid.regione.lazio.it/main/home) il nuovo calendario sarà questo: fascia d'età 45-55 con prenotazioni dal 18 febbraio; 56-65 anni dal 22 febbraio, 34-44 anni dal 24 febbraio e infine gli under 34 dal 26 febbraio. Questa modalità non riguarda gli studenti: «Questa modalità non riguarda gli studenti over 18», a cui verrà destinato un piano ad hoc, precisa la Pisana. Queste somministrazioni avverranno nei centri vaccinali allestiti dalla Regione Lazio con vaccino AstraZeneca.  Intanto nel primo giorno di avvio delle prenotazione online del personale delle scuole, delle università e dei servizi per l'infanzia è stata superata quota 20 mila.

Covid Lazio, D’Amato: «Rt a 0.95, numeri da zona gialla»

Entro febbraio verrà completata la vaccinazione del personale sanitario, pubblico, privato e liberi professionisti, della Regione Lazio e degli ospiti e operatori delle Rsa. Per quanto riguarda gli anziani, le vaccinazioni verranno effettuate (come già accade) con le dosi dei vaccini Moderna e Pfizer presso i centri vaccinali: entro aprile verranno vaccinati tutti i cittadini con età superiore o uguale a 80 anni, a maggio cominceranno le vaccinazioni per coloro che hanno un età compresa tra 75 e 79 anni, a giugno quelle per chi ha un'età compresa tra i 70 e i 74 anni, a luglio per chi ha un'età compresa tra i 65 e i 69 anni. Le persone con estrema vulnerabilità verranno vaccinate da maggio con il vaccino Pfizer. Tutti e tre i vaccini già approvati, Moderna, Pfizer e AstraZeneca, prevedono l'inoculazione di due dosi.

Scuola fino al 30 giugno e maturità light con maxi-orale. Ma mancano supplenti

E' evidente come le prenotazioni (al momento 280 mila) si siano allungate fino al prossimo maggio: tre mesi di attesa dunque per la prima iniezione.  In questo caso il problema è nelle scorte: le fiale infatti arrivano a rilento. Ecco perché, con l’accordo già firmato e gli studi medici attrezzati, i 1300 medici di base non registrano le prenotazioni. «Fino a quando non avremo le fiale nel frigo, non prendiamo prenotazioni» ripetono ormai da giorni. Con le loro liste di mutuati già compilate. All’arrivo delle scorte, i medici di base inizieranno dagli anziani con gravi patologie quindi con le somministrazioni a domicilio. Ancora ieri, dalla Pisana è arrivata la conferma che le scorte di Pfizer e AstraZeneca saranno negli hub e nelle farmacie delle rispettive Asl, dal prossimo primo marzo. Data in cui, sempre dai medici di base, si potranno vaccinare anche gli under ‘65.

Virus, tre positivi su quattro hanno la variante La brasiliana più diffusa della inglese

Secondo il presidente della Regione Lazio, Alessio D’Amato «dal 1 marzo saremo potenzialmente in grado di somministrare 30.000 vaccini al giorno.

Ma il grande interrogativo di queste ore è se queste dosi saranno disponibili. Io credo che invece di discutere su come organizzare le vaccinazioni e porre questioni politiche inutili, bisogna procurarsi i vaccini». Del resto i centri vaccinali nelle Asl sono avviati dall'8 febbraio, ed è già attivo lo spazio dell’Auditorium Parco della Musica, il 24 febbraio si comincerà al centro congressi della Nuvola e l’8 marzo si partirà con la Stazione Termini. «Ci servono solo le dosi da iniettare. Se arrivano, come previsto, siamo pronti», ribadisce D'Amato».

Vaccinazione di massa da aprile, Protezione civile in campo. Il caso Astrazeneca

Il piano vaccini Lazio si è ispirato al modello israeliano ovvero seguendo le classi di età.  I responsabili dell’unità di crisi regionale, fra dicembre e gennaio, hanno tenuto diverse video-conferenze con i colleghi israeliani, per apprendere al meglio le modalità di gestione del piano vaccinale. E dal sistema israeliano la Regione Lazio ha "copiato" anche il sistema delle riserve, per ottimizzare le risorse ed evitare gli sprechi di dosi nel caso qualcuno non si presenti agli appuntamenti e i conseguenti sprechi. Il protocollo della Regione è stato denominato “panchina“, perché viene creata dalle Asl una vera e propria lista di riserva, pronta a essere utilizzata in serata, quando diventa chiaro il numero di dosi che altrimenti andrebbe sprecato. Per il momento di questa lista fanno parte i circa 10mila over 80 che per varie ragioni dovrebbero comunque ricevere il vaccino a domicilio. Per loro è già stato fissato un appuntamento, ma grazie a questo sistema  potrebbe beneficiare della somministrazione anche in anticipo.

Sputnik, ok dello Spallanzani al vaccino russo: «Efficace e sicuro, una risorsa»

Resta comunque da sciogliere il nodo da sciogliere per la fascia d’età tra i 30 e i 55 anni con patologie pregresse e forme di fragilità. Si tratta di 900mila residenti nel Lazio a cui, secondo l’Aifa, non potrà essere somministrato l’AstraZeneca. L’allarme l’ha lanciato il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, in una lettera inviata all’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. A questi, si aggiunge anche la fascia tra i 65 e gli 80 anni su cui mancano direttive ministeriali. Infine tra le categorie escluse, c’è il personale amministrativo sanitario. Se da una parte medici, infermieri e assistenti socio sanitari sono stati i primi immunizzati del Lazio, dall’altra gli impiegati nelle Asl e delle strutture sanitarie sono stati “tagliati fuori”. Tra questi, il personale in servizio del’Ares 118 dove da mercoledì, dopo che un amministrativo è risultato positivo, è stato chiuso un intero piano e per i 26 colleghi è stato predisposto l’isolamento fiduciario.

Covid, scienziato tedesco: «Virus nato da errore in laboratorio a Wuhan, 600 gli indizi»

Proseguono intanto (sono iniziate mercoledì), presso l'Hub vaccini al lunga sosta Adr (Aeroporti di Roma) dello scalo di Fiumicino, le somministrazioni AstraZeneca agli operatori under 55 del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale e del Comune di Fiumicino, oltre che per il Corpo dei vigili del fuoco. Diverse decine gli effettivi di vigili, pompieri, carabinieri, poliziotti e finanzieri già in fila in attesa di ricevere la dose di vaccino. Il centro vaccini è ormai vicino a 5.000 dosi somministrate dall'inizio dell'attività operativa.

Zona arancione, rossa, Iss: Rt nazionale in crescita a 0,99. D'Amato: «Lazio, numeri da giallo»

Il calendario verrà ulteriormente modificato perché è attesa l'approvazione da parte dell'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali, e dell'Aifa di altri vaccini contro il coronavirus. Il primo sarà quello di Johnson&Johnson, che giovedì ha presentato proprio all'Ema la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio del proprio vaccino sperimentale. Si tratta, tra l'altro, di un vaccino a dose singola. Un altro vaccino in fase 3 e prossimo all'autorizzazione da parte dell'Ema è quello creato da Curevac e che sarà prodotto dalla casa farmaceutica tedesca Bayer. L'Unione Europea ha sottoscritto accordi preliminari d'acquisto per il vaccino Curevac e il vaccino di Johnson&Johnson. Del primo all'Italia spetterebbero 7 milioni di dosi nel secondo trimestre del 2021 e del secondo altre 7 milioni di dosi sempre nel secondo trimestre dell'anno e altre 15 nel trimestre successivo. Se il vaccino Johnson&Johnson venisse approvato a fine marzo, come sembrerebbe, il calendario delle vaccinazioni verrebbe nuovamente stravolto (in positivo, si intende).

Variante napoletana, cos'è e perché preoccupa. «Possibile impatto su test e vaccini»

Aumentano i contatti delle Regioni con gli intermediari per l'acquisto fai-da-te del vaccino, ma i Nas indagano per scongiurare il rischio che si possa cadere nella trappola di frodi e contraffazioni negli ambienti del commercio parallelo di farmaci. Da giorni le case farmaceutiche di Pfizer e AstraZeneca avevano sottolineato di non aver previsto per il momento la fornitura il proprio vaccino al mercato privato. Inoltre gli Stati membri dell'Ue hanno un vincolo a non acquistare fuori dall'Europa. Per il segretario Pd e presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, bisogna puntare invece a produrre le dosi in Italia. «Si parla di centinaia di milioni, forse di miliardi, di esseri umani che vanno alla ricerca di vaccini: la vera scommessa è lavorare perché l'industria italiana possa produrre di più da noi», commenta il governatore.

Covid Olanda, il Tribunale dell'Aja annulla il coprifuoco: «Viola diritto alla libertà, non c'è emergenza»

E il pericolo di effetti collaterali sembra davvero marginale. Il direttore prima clinica cardiologica Policlinico Umberto I, Francesco Fedele ha sottolineato l'importanza di vaccinarsi e di rafforzare il territorio, perché «questa battaglia si vince capillarmente». «Quando si va a fare il vaccino - ha evidenziato Fedele - c'è un'organizzazione tale per cui dopo aver somministrato la dose, la persona rimane 15-20 minuti sotto osservazione medica: se dovesse capitare un episodio allergico, c'è la possibilità di contrastarlo. Questo lo dico per tranquillizzare tutti. Al Policlinico Umberto I abbiamo fatto la vaccinazione ad oltre 6.000 persone tra medici e infermieri e non ci sono stati problemi. La vaccinazione è l'unico mezzo per contrastare la pandemia e devono farla tutti: non abbiate timore».

Tamponi rapidi sotto esame. «Il nuovo virus può sfuggire, devono essere aggiornati»

Intanto sono quasi 3,3 milioni i vaccini anti-Covid somministrati nel nostro Paese, circa l'81 per cento per cento delle dosi finora consegnate, pari a 4.075.870 (3.288.870 Pfizer/BioNTech, 244.600 di Moderna e 542.400 di AstraZeneca), mentre ammonta a 1.317.230 il totale delle persone vaccinate a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino. Nel Lazio sono stati somministrati 314.230 dosi (con oltre 118.000 persone che hanno già ottenuto i richiami), seconda Regione per quantità dopo la Lombardia (552.958 dosi), e prima dell'Emilia-Romagna (309.015 dosi). Sul sito salutelazio.it (il numero del call center è  06.99.500) è possibile trovare il contatore in tempo reale del numero delle prenotazioni effettuate per gli over 80, oltre a tutte le info e faq.

Covid, Pregliasco: «Ci conviveremo per anni, per vaccinati probabili richiami contro varianti»

© RIPRODUZIONE RISERVATA