Guerra informatica, allerta hacker nelle Asl: «Temiamo incursioni». La Regione alza la sicurezza

Gli analisti prevedono il rischio di cyber attacchi che potrebbero essere devastanti

Guerra informatica, allerta hacker nelle Asl: «Temiamo incursioni». La Regione alza la sicurezza
di Alessia Marani
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Sabato 26 Febbraio 2022, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:31

L'alert è massimo. Non ci sono solo le sedi fisiche, quelle delle ambasciate e dei consolati, oppure delle imprese commerciali, chiese ortodosse o istituti di cultura, da vigilare in queste ore di guerra che si stanno consumando a Est dell'Europa. L'attenzione è ai livelli più alti anche su un altro piano, quello della possibile guerra informatica, sicuramente meno cruenta, ma più subdola e in grado di mettere in ginocchio ugualmente la vita delle persone, oltre che l'economia e il sistema salute.
Il pericolo di cyber attacchi russi, in uno scenario di escalation bellica crescente, è alle porte. Tanto che anche i ministeri con sede a Roma, le aziende pubbliche e private, fino alle Asl stanno dando disposizioni ai propri dipendenti (chi esplicitamente, chi meno) al fine di usare la più grande cautela nell'utilizzo dei dispositivi e dei pc. Ci sono dati sensibili molto importanti da proteggere, specie in un contesto di delicati equilibri internazionali che non sono mai stati così tesi dai tempi della Cortina di ferro. In più alla rete informatica sanitaria, per esempio, sono comunque in parte collegati ospedali, dipartimenti, pronto soccorso.

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LE DISPOSIZIONI
Da giovedì, esattamente in concomitanza con l'allarme lanciato dall'Agenzia per la cybersicurezza, le amministrazioni e i settori dedicati stanno provvedendo a diramare comunicazioni interne, più o meno esplicite, in cui si mettono in guardia i propri impiegati ad adottare ogni accortezza e scrupolo. A partire dai comportamenti più banali. Come quello di «spegnere puntualmente» alla fine di ogni turno di lavoro i propri computer per evitare che qualche hacker dormiente possa insinuarsi nella rete nelle ore di riposo degli operatori, oppure il sabato e la domenica.
Raccomandazione contenuta in una «comunicazione importante» che è stata inoltrata anche dalle Aziende sanitarie regionali - non facendo esplicita menzione al contesto di guerra, geograficamente molto lontano, ma alla protezione del sistema e ad aggiornamenti da eseguire - che hanno richiesto le maggiori cautele al fine di «implementare la sicurezza» della rete «per le prossime settimane». Alle Asl, d'altronde, ancora oggi brucia l'attacco subito l'estate scorsa, quando non meglio identificati pirati informatici misero kappaò per alcuni giorni il sistema delle prenotazioni delle visite e quello in parte delle vaccinazioni, costringendo la Regione Lazio a duplicare in tempi record l'intera piattaforma informatica rivolta ai cittadini. Allora si scoprì che ad agire erano stati incursori che avevano operato nel week-end, probabilmente entrando in apparati lasciati accesi da uno o più dipendenti durante i giorni di riposo.
Ma se in quell'occasione al sistema di sorveglianza questo blitz sarebbe passato inosservato, adesso, sono stati rafforzati al massimo i cosiddetti servizi sentinella proprio per prevenire e annientare sul nascere qualsiasi nuovo tentativo di infiltrazione sospetta. Ma la cautela, appunto, non è mai troppa. E da fronteggiare c'è una emergenza che va oltre i confini nazionali e coinvolge una delle superpotenze mondiali. Le aziende che si occupano della salute dei cittadini, dunque, stanno provvedendo, con discrezione, a innalzare tutti i propri livelli di protezione temendo nuove incursioni.
In queste ore si stanno rafforzando gli scambi tra intelligence, antiterrorismo e polizia postale.

Gli analisti prevedono che questa guerra potrà essere affiancata da attacchi cyber devastanti, e a più livelli, dato che già da molti anni la Russia ha utilizzato l'Ucraina come un laboratorio dove sperimentare strategie e strumenti di attacco informatici. Di qui l'innalzamento di tutti i livelli di prevenzione e prevenzione.

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