Coronavirus Roma, rom positivi, l'allerta della Asl: verifiche a Quarticciolo e Salviati

Coronavirus Roma, rom positivi, l'allerta della Asl: verifiche a Quarticciolo e Salviati
di Alessia Marani Camilla Mozzetti
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Lunedì 23 Marzo 2020, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 10:59

Il virus è arrivato anche qui: all'interno della comunità nomade di Roma. Un 33enne residente in una casa popolare al Quarticciolo è ricoverato in Terapia intensiva allo Spallanzani dall'11 marzo, le sue condizioni sono molto gravi. Diversi sono i casi in corso di accertamento, alcuni già acclarati (come quelli di altri 3 nomadi residenti nelle case popolari di Roma Capitale), altri risultati negativi. Si tratta di quattro residenti nel campo di via di Salone che nel week-end sono stati sottoposti alle analisi. I risultati sono arrivati ieri, per loro niente Covid-19. Ma per tutti i nomadi che vivono nei villaggi e negli alloggi Erp? Il 33enne che risiede al Quarticciolo con la moglie e quattro figli - lei negativa al test, i bambini non sottoposti a verifica e a ieri senza alcun sintomo - frequentava il campo nomade di via Salviati.

IL COMUNE
Tecnicamente, considerato il periodo di incubazione e l'assenza di ricoveri nelle strutture ospedaliere di persone provenienti da questo insediamento, non dovrebbe esserci un focolaio. Anche se non si può dimenticare un dato importante: un paziente positivo può essere asintomatico ma comunque vettore della malattia anche se con una carica virale più bassa. Cosa fare allora nei campi? Al momento il Campidoglio non ha varato alcun provvedimento straordinario per i rom e per i villaggi tollerati, che nella Capitale sono 9 con una popolazione di 3.446 unità tra cui 1.601 minori. Poi ci sarebbero tutti gli altri insediamenti non tollerati e abusivi che si concentrano soprattutto nel quadrante Nord-est di Roma tra il IV e il VI Municipio.

IL VERTICE
Tuttavia l'ufficio speciale Rom, sinti e caminanti questa mattina si riunirà per discutere il da farsi dal momento che a Palazzo Senatorio la preoccupazione è tangibile. Intanto quasi certamente l'Asl di competenza avvierà delle verifiche all'interno del Quarticciolo e nel campo di via Salviati che versa da tempo, come un po' tutti gli insediamenti, in condizioni igienico-sanitarie allarmanti.
Non a caso venerdì i sindacati confederali hanno inviato una missiva al Gabinetto della sindaca sollecitando interventi immediati «Per prevenire la diffusione del virus con la sanificazione di tutti i campi rom» e chiedendo «la distribuzione del materiale occorrente (mascherine, gel, guanti, disinfettanti) e controlli mirati alla tutela delle persone con malattie croniche».

GLI APPELLI
A rilanciare l'appello anche l'Associazione 21 luglio e Nuova Vita: «Nei villaggi di Lombroso, Candoni, Gordiani, Castel Romano e Salone vivono in container sovraffollati circa 2.200 persone, la metà minori, e non è stata segnalata la presenza di operatori sanitari, nessuno ha distribuito mascherine e nessuno ha indicato le misure di prevenzione. Attivare la Croce Rossa». Dal Campidoglio fanno sapere che «Le associazioni che gestiscono l'ufficio Rom, sinti e camminanti (Ermes e Arci) stanno studiando un piano per portare viveri e medicinali nei campi rom, ma soltanto quelli riconosciuti», quindi che coprono solo il 40 per cento della popolazione nomade romana.
Per il momento - ma attraverso una comunicazione verbale - le pattuglie dei vigili urbani che stazionano di fronte agli ingressi dei campi nomadi tollerati per garantire che nessun camion con ferro o materiali combustibili possa entrare, dal week-end hanno iniziato a contingentare le uscite permettendo solo a un componente a famiglia di andare, ad esempio, a fare la spesa. Il problema però è che la maggior parte dei campi non ha barriere o se le ha, sono facilmente superabili dai residenti che dunque possono uscire anche a piedi e in comitiva senza essere notati. «Su quelli - confida più di un agente - non possiamo avere il polso della situazione». 

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