Coronavirus Roma, oltre 90 medici positivi: via ai tamponi-lampo per i dottori

Coronavirus Roma, oltre 90 medici positivi: via ai tamponi-lampo per i dottori
di Alessia Marani
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 13:33

La corsa contro il tempo per sconfiggere il coronavirus passa anche per lo screening dei medici e degli operatori sanitari, altrimenti, paradossalmente, saranno loro a trasformarsi in untori e si ripeteranno errori commessi al Nord Italia. Naturalmente, la situazione è diversa a Roma dove c'è stato il tempo per prepararsi, ma è anche vero che nella Capitale ieri i camici bianchi contagiati erano saliti a 84, altri 6 a Latina, 2 a Viterbo e 2 a Frosinone. Guardando ai soli ospedalieri, sarebbero più di 50 secondo le stime di Cimo e Anaao regionali. Tant'è che, l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha dato il via libera ai tamponi. «Il Lazio - ha detto - è tra le Regioni ad averne effettuati di più rispetto ai casi di positività, circa 20mila di cui il 20% al personale sanitario. Adesso abbiamo varato disposizioni ad hoc». La Regione sta valutando, inoltre, misure per alleggerire il carico sugli ospedali dove ora arrivano i sospetti Covid e dove i tempi di triage sono lunghissimi. Gli altri ospedali avranno percorsi febbre per chi ha sintomi minori, sempre garantendo l'isolamento.

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SPERIMENTAZIONE CONCLUSA
Lo screening verrà eseguito su coloro che saranno ritenuti a rischio in base a un registro tenuto dalle Asl. L'Ordine dei medici sta veicolando i questionari in cui gli operatori dovranno indicare se e come sono (o sono stati) esposti al Covid-19. Non solo, appena arriverà il placet sulla sperimentazione dei test veloci (non attraverso tamponi ma micro-prelievi sanguigni) la Regione impiegherà proprio questi ultimi per le verifiche sui sanitari. L'analisi del kit diagnostico veloce è stata affidata al Policlico Gemelli che avrebbe già concluso l'iter su 500 campioni. Per cui il pronunciamento della Regione è atteso quanto prima. «Al fine di garantire la continuità dell'assistenza sanitaria - queste le direttive regionali -, il personale non risultante ad alto rischio, prosegue la propria attività professionale, previa osservanza delle norme di prevenzione e protezione (...) ed è sottoposto a sorveglianza sanitaria attiva».
Per i camici bianchi, bisogna procedere subito e ad ampio spettro. «I dati sui positivi - afferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi - sono comunque sottostimati e per questo è necessario fare i tamponi a tutti gli operatori sanitari. La media nazionale è di 400 nuovi contagiati ogni giorno». La mancanza di protezioni adeguate è la causa principale di contagio tra i sanitari: «Ogni medico infettato, nei 14 giorni precedenti, ha avuto la probabilità aggiunge Magi di infettare i pazienti, perché non sapeva di esserlo».

LA DIFFUSIONE
I medici sono anche disposti a intervenire economicamente: «Se il problema è il costo dei test - conclude Magi - siamo disposti a contribuire». Anche per Giuseppe Lavra, della Cimo Lazio, e Guido Coen Tirelli, della Anaao Assomed Lazio, «il problema non è più derogabile». Dati sottostimati riguardano anche la reale diffusione del Covid-19. Secondo il capo della protezione civile nazionale Angelo Borrelli, per ogni malato ce ne sarebbero altri dieci silenti, ossia asintomatici. Se così fosse, a Roma si supererebbero i 17mila casi. Ieri il bollettino regionale, infatti, ne contava 1728 accertati. Circa tremila sono le persone attualmente sottoposte a sorveglianza domiciliare. Studi effettuati in Lombardia e in Veneto ritengono che i casi reali potrebbero essere rispettivamente del 20% e del 60% in più rispetto a quelli rilevati e uno studio del fisico Federico Ricci Tersenghi, dell'Università Sapienza, indica che i casi reali sarebbero da 5 a 10 volte superiori rispetto a quelli accertati con tampone, quindi tra gli 8.640 e i 17.280.

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