Focolaio bengalesi a Fiumicino, l'esercito all'hotel Hilton: negativi i primi tamponi

Focolaio bengalesi a Fiumicino, l'esercito all'hotel Hilton: negativi i primi tamponi
Focolaio bengalesi a Fiumicino, l'esercito all'hotel Hilton: negativi i primi tamponi
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 9 Luglio 2020, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 08:33

La decisione è stata presa subito dopo che la Regione Lazio ha fatto formalmente richiesta alla Prefettura. E così agli ingressi dell'hotel Hilton di Fiumicino è arrivato l'esercito. Bisogna isolare l'area della struttura dove stanno trascorrendo la quarantena i passeggeri arrivati con il volo diretto da Dacca dal quale sono emerse, stando ai conti dell'unità di crisi, 36 positività al Covid-19. Agli altri viaggiatori, ovvero la restante parte di 274 persone, sono state eseguite le analisi molecolari e al momento nessun altro caso è emerso. Tuttavia, considerati i tempi medi di incubazione del virus, c'è il rischio che qualcun altro, nei prossimi giorni, possa manifestare i sintomi e risultare poi positivo. Motivo per cui dalla struttura i passeggeri del volo non possono uscire e agli ingressi sono arrivati i militari dell'esercito mentre - come fa sapere la direzione dell'hotel - l'attività alberghiera per gli altri ospiti non è stata mai interrotta.

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Prassi seguita anche in altre occasioni: dai cluster nelle Rsa fino ai palazzi occupati della Capitale dove nelle scorse settimane sono divampati dei focolai, controllati e poi chiusi. «Sulla base delle richieste avanzate dall'assessorato alla Sanità abbiamo disposto l'impiego di militari dell'esercito per l'hotel dove si trovano i cittadini provenienti da Dacca - spiega la Prefetta Gerarda Pantalone - al fine di impedire l'uscita e l'entrata di personale non autorizzate e quindi abbiamo disposto una vigilanza fissa. È chiaro che se dovessero emergere altre situazioni a fronte di quanto chiederà la Regione, ci attiveremo per garantire il servizio necessario».
 

 

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L'INDAGINE
Al momento l'indagine avviata sul territorio all'interno della comunità bengalese fa ben sperare: su 270 tamponi processati dall'Asl Roma 2 ed eseguiti nella giornata di martedì al drive-in di Largo Preneste (sede del Santa Caterina) non sono emersi nuovi casi. Oggi partirà il secondo hubdi analisi alla Marranella mentre domani il terzo. «Tutto si sta svolgendo serenamente e nella consapevolezza che è prioritaria la tutela della salute pubblica in una comunità così numerosa e operosa nella città di Roma. L'afflusso è stato straordinario», commenta l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. La comunità bengalese si sta mostrando molto operosa nell'indirizzare tutti i connazionali nei centri dove svolgere i tamponi. «Anche venerdì, giorno dedicato alla preghiera (i cittadini sono musulmani) - spiega Mohammed Taifur Rahman Shah dell'associazione Coordinamento Ital-Bangla & Sviluppo - faremo un incontro per diffondere ancora più capillarmente questa comunicazione, invitando tutti i cittadini a sottoporsi al test, compresi quelli che non hanno un regolare permesso di soggiorno». È questo uno degli aspetti che preoccupa di più: 15 mila (stando alle stime) bengalesi irregolari che vivono da anni nella Capitale e che potrebbero sottrarsi alle analisi per la paura di vedersi poi denunciati.

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LA GIORNATA
Per quanto riguarda l'andamento generale sui contagi, i casi legati al Bangladesh non sono tuttavia scomparsi. Ieri la Regione ha contato 14 nuove positività, di queste 9 afferiscono a persone entrate in contatto con chi era sul volo dal Dacca (7) mentre altri due casi provengono da Olanda e Brasile. Entrando nel dettaglio, nell'Asl Roma 1 dei cinque casi registrati, tre sono riferiti a bengalesi con un link correlabile ai voli provenienti da Dacca già attenzionati, mentre nell'Asl Roma 2 su tre casi totali, uno riguarda un altro cittadino del Bangladesh individuato mentre accedeva al pronto soccorso dell'ospedale Casilino. Ancora: un altro bengalese è stato scoperto a Terracina dall'Asl di Latina con un link riconducibile sempre al volo proveniente da Dacca. Altri due positivi sono stati scoperti a Zagarolo, legati al cluster di qualche giorno fa, mentre l'Asl Roma 1 ha registrato un altro positivo proveniente dall'Olanda e diretto in Somalia e una persona arrivata dal Brasile e scoperta all'ospedale San Giovanni. L'Asl Roma 3 infine ha registrato tre positività, di cui una donna individuata con il test sierologico. Zero i decessi, mentre la provincia di Rieti torna Covid-free: nessun positivo, nessun decesso e nessun caso posto in isolamento domiciliare. Chiusa l'indagine anche al Casilino per il centro privato estivo: i tamponi svolti sono tutti negativi.
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