Roma, cadavere in una valigia: orrore a Pietralata

Roma, cadavere in una valigia: orrore a Pietralata
Roma, cadavere in una valigia: orrore a Pietralata
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Domenica 6 Giugno 2021, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 11:18

«Avevo paura che non mi facessero più rivedere mio figlio, per questo ho subito pensato di nascondere il cadavere di Luca nella valigia e di farlo sparire almeno fino al giorno di visita nella casa famiglia dove si trova il mio bambino». Alma Reale, 39 anni, pronuncia frasi sconnesse, è ancora agitata di fronte agli agenti della Squadra Mobile e del IV Distretto che la interrogano per ore. Alle 2 di notte tra venerdì e sabato, la donna, ha trascinato il trolley con dentro il corpo del compagno, Luca De Maglie, 37 anni - presumibilmente stroncato da una overdose - fuori dall’appartamento di via Bellardi fino a piazza Federico Sacco, a Pietralata, periferia Est di Roma. Lo ha abbandonato lì, accanto a un’auto in sosta e poi è tornata a casa come se niente fosse, tentando di cancellare le tracce e l’odore nauseabondo del corpo in putrefazione con la candeggina. 

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L’ALLARME

A dare l’allarme poco prima delle 7 di ieri mattina è un autista della linea 111 dell’Atac che fa capolinea proprio sullo slargo.

Aveva osservato quello «strano bustone nero avvolto dallo scotch per pacchi e da una tenda» dentro al trolley già quando aveva iniziato il turno alle 4.45, ma poi quando ha cominciato ad albeggiare ha distinto la forma di una testa e di un braccio e, spaventato, ha chiamato la polizia. Sul posto gli agenti delle Volanti, di Sant’Ippolito e anche quelli della polizia Scientifica che hanno isolato il luogo e avviato le indagini. Hanno notato alcune tracce di sangue lungo la strada fino al marciapiede che conduce in via Bellardi. Spuntano le rotelle rotte del trolley, poi il manico spezzato. La scia conduce al civico 12 tra i palazzi in cortina dell’Ater. Poi, però si interrompe al secondo piano dove l’aria si fa acre per l’odore di candeggina. Gli agenti lo seguono fino al quinto piano.

Nel palazzo qualcuno dice di avere sentito nella notte molto trambusto dalla casa di Alma. I poliziotti bussano alla sua porta e la conducono nei loro uffici. Ma cosa è successo? Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, De Maglie, vari precedenti per droga e reati contro il patrimonio alle spalle, sarebbe morto alcuni giorni prima per una overdose da inalazione di crack, eroina e oppiacei e la donna, invece di chiamare i soccorsi, se ne sarebbe sbarazzata occultandolo nella valigia. La sera dell’8 aprile Alma era stata denunciata dai carabinieri della stazione Santa Maria del Soccorso per abbandono di minore: si era “dimenticata” il figlioletto di 2 anni nella Fiat Panda parcheggiata a pochi metri da casa. E, considerati i suoi problemi di tossicodipendenza, il bambino era stato affidato temporaneamente ai servizi sociali. 

COLPO CON LA BOTTIGLIA

«Giovedì dovevo rivederlo ma se la polizia avesse scoperto il cadavere in casa o indagato per la droga - ha spiegato la 39enne - temevo che mi sarebbe stato portato via per sempre». Il decesso di De Maglie, stando ad un primo riscontro del medico legale, dovrebbe risalire a qualche giorno fa. Domenica scorsa l’ultima lite della coppia. Alma avrebbe anche colpito il compagno con una bottiglia. Non era la prima discussione violenta, come confermano anche alcuni vicini: tre settimane fa gli agenti di San Basilio erano dovuti intervenire per riportare la calma tra i due ed era stato attivato il cosiddetto “codice Eva” a tutela delle donne vittime di maltrattamenti. La donna ha raccontato di essere rientrata a casa lunedì sera e di averlo trovato morto.

Sul corpo del 37enne, le cui condizioni di salute erano debilitate, non sarebbero state trovate lesioni evidenti e compatibili con un omicidio. Tuttavia sarà l’autopsia disposta dal pm Francesco Basentini a chiarire l’esatta dinamica, il giorno e l’orario della morte. Resta da capire se Alma abbia fatto tutto da sola. Perché non convince fino in fondo il fatto che lei, minuta e mingherlina, possa essersi caricata un peso di quasi cento chili, il doppio di lei, per oltre duecento metri. Un percorso lungo il quale non esistono telecamere, né testimoni, al momento, che avrebbero riferito di averla vista in azione. La donna è stata denunciata a piede libero per occultamento di cadavere. 
 

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