Covid, bar e ristoranti ripartono: «Ma mancano i camerieri».

Covid, bar e ristoranti ripartono: «Ma mancano i camerieri».
Covid, bar e ristoranti ripartono: «Ma mancano i camerieri».
di Camilla Mozzetti e Flaminia Savelli
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Settembre 2021, 00:39

Sembra un controsenso, un bizzarro paradosso ma tanto è: nelle settimane in cui nella Capitale riparte la ristorazione, con i locali che tornano a riempirsi a pranzo e a cena e i bar che fanno incetta di clienti per la riapertura di scuole e il ritorno in presenza di dipendenti e impiegati in molti uffici dopo mesi di crisi a causa della pandemia da Covid, titolari di locali, bar, caffetterie, pasticcerie, hanno un altro problema da affrontare. Quello dell’assenza di personale. Perché in pochi dopo aver perso il posto sono pronti a rimettersi in gioco.

Il fenomeno è quanto mai allarmante, stando alle cifre che sciorina la Fipe Confcommercio: «Ad oggi nei locali di pubblica somministrazione - spiega il presidente Sergio Paolantoni - abbiamo un deficit sul personale di almeno 20 mila unità soltanto a Roma e in alcuni angoli della provincia».

Oltre al numero in sé ciò che fa sgranare gli occhi e il motivo che si cela dietro a questa macroscopica assenza: «In molti, anzi moltissimi - prosegue il numero uno della Fipe - non accettano un posto di lavoro perché nei mesi scorsi anno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza e per non perderlo, non sapendo cosa la pandemia potrebbe ancora riservare, preferiscono lavorare in nero».

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LE RICHIESTE

Molti ristoratori a caccia di personale si sono sentiti rispondere da potenziali camerieri, direttori di sala, cuochi così: «vengo se non mi mette in regola altrimenti perdo il contributo statale». E lo stesso Paolantoni è stato protagonista di questa bizzarra storia: «Cercavamo un pasticcere e lo avevamo anche trovato, quando è venuto per il colloquio mi ha detto chiaramente che preferiva lavorare in nero in quanto aveva il reddito di cittadinanza. Naturalmente non è stato possibile».

Eccola la nuova regola che, in fatto di denaro, segue quel refrain popolare affatto dimenticato “pochi, maledetti e subito”. Altro che contratto. Ovviamente i ristoratori non rischiano affatto: «Nessuno accetta di far lavorare dei dipendenti senza metterli in regola - conclude Paolantoni - ma il risultato è semplice, molti di noi si trovano a dover far fare doppi o addirittura tripli turni al personale esistente». 

LE PRIME COLAZIONI

Intanto con la riapertura delle scuole, ripartono anche le prime colazioni al bar. Incassi record da lunedì: 2 milioni di euro pari al più 8% rispetto alla settimana precedente. «Stavamo aspettando questo momento per iniziare a fare un primo bilancio significo» spiega Claudio Pica, leader romano delle Fiepet-Confesercenti. Anche se i conti per locali e ristoranti sono i ripresa già dalla terza settimana di agosto quando, per la prima volta da inizio pandemia, hanno segnato un “pareggio” con il 2019.

«Ma si trattava del periodo estivo- precisa Pica - e ora ci avviamo verso l’autunno. Questi giorni erano decisivi per avere la conferma sulla ripresa». Con il bilancio positivo si continua a guardare avanti. All’appello mancano infatti ancora molti lavoratori che stanno svolgendo l’attività in smart working: «È l’ultimo banco di prova - conclude Pica - lì si potrà capire il prossimo futuro delle attività. Già con i genitori che hanno ripreso a riportare i figli a scuola e che si concedono la colazione al bar, abbiamo ingrato la giusta marcia». 

 

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