Un dolore lancinante. A volte un gran bruciore, altre vere e proprie pugnalate che arrivano fitte fitte all’addome e sul dorso. Sempre più persone in città lo stanno provando: è l’infezione da Herpes Zoster, meglio conosciuto come “Fuoco di Sant’Antonio”, chiamato così perché nella tradizione veniva invocato il santo per far passare questo bruciore che approfitta dei nervi per colpire con tutta la sua forza. A evidenziare un aumento dei casi sono gli esperti della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. Il suo direttore scientifico, Massimo Andreoni, ordinario a Tor Vergata, spiega che Roma sta vivendo una «casistica importante». «Stimiamo - dice - un aumento tra il 10 e il 20%». Il motivo? Sono diversi i fattori che la causano: la scienza ha dimostrato che con la pandemia di Covid-19 ci sia stata una «riattivazione di virus latenti». E, in questo caso, parliamo del virus della varicella, che rimane “dormiente” nei gruppi delle cellule nervose dell’organismo e che in età adulta, quando si risveglia, lo fa con il famosissimo (e temutissimo) “fuoco”. Poi, ci sono tutti i fattori che portano a una riduzione delle difese immunitarie, a cominciare dalle altre malattie e dallo stress. Sta di fatto che, tra il 2021 e il 2022, dice Antonietta Spadea, direttrice dell’Unita operativa complessa delle vaccinazioni della Asl Roma 1, il numero delle persone che ha deciso di vaccinarsi è aumentato di 13 volte. «Abbiamo chiuso l’anno con circa 3.500 persone vaccinate - dice - Numeri ben diversi da quelli degli anni precedenti. Abbiamo fatto una grande campagna vaccinale e i numeri stanno continuando ad aumentare». Cifre certamente ancora basse rispetto all’adesione alle campagne di immunizzazione contro l’influenza e il Covid-19, ma che con il loro picco registrato in soli dodici mesi testimoniano quanto sia accresciuto l’interesse da parte dei laziali.
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LA PREVENZIONE
Oggi, prosegue l’esperta, la Regione Lazio sta invitando alcune categorie di persone a vaccinarsi.