Allergia, boom tra i bambini nati durante la pandemia: alimentazione sbagliata e smog

Il periodo trascorso in lockdown ha impedito di sviluppare gli anticorpi. L’allarme lanciato dai pediatri: gli aumenti nei piccoli fino a 2 anni d’età

Allergia, boom tra i bambini nati durante la pandemia: alimentazione sbagliata e smog
Allergia, boom tra i bambini nati durante la pandemia: alimentazione sbagliata e smog
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 3 Novembre 2022, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 15:09

Acari della polvere ma anche intolleranza al nichel, al latte, ai derivati. E poi “rash” cutanei scatenati anche da detergenti comuni con la celiachia che resta lì, insieme al diabete di tipo 1, a colpire sempre più bambini. Archiviata la pandemia sono tornati a riempirsi gli studi medici e soprattutto tra i pediatri è emersa una costatazione univoca: sempre più piccoli manifestano allergie agli alimenti, al polline, alla polvere.

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Il trend “allergologo” è in crescita da anni ma nell’ultimo periodo sembra che si stia registrando un picco, anche a causa dello smog e della cattiva alimentazione. «Da settembre ad oggi - spiega una pediatra romana - con la ripresa delle scuole, dei nidi, dei pranzi fuori, delle attività sportive, molti pazienti manifestano intolleranze alimentari o allergie comuni che vengono poi confermate in sede di analisi». È soprattutto la fascia più piccola, quella di bimbi fino a due anni, ad essere interessata da questa recrudescenza che stando ad primo confronto sul biennio precedente sarebbe cresciuta del 15%.

Ma il motivo? Prova a spiegarlo il professor Alessandro Fiocchi, primario di Allergologia all’ospedale Bambino Gesù. 


LE CAUSE
«Abbiamo un termometro preciso e questo è la lista di attesa per le analisi che non si è allungata negli ultimi mesi. Tuttavia l’incremento di allergie è un dato di fatto. Attualmente sono in corso due studi per capire lo sviluppo delle allergie durante il lockdown con l’analisi concentrata sulla cosiddetta “Covid generation”», ovvero i bambini nati tra il 2020 e il 2021 che sono poi quelli che, a detta dei pediatri di base, stanno manifestando il maggior numero di allergie. «Noi sappiamo - prosegue Fiocchi - che in assenza di contatti sociali e interpersonali, con le scuole e i nidi chiusi, l’assenza dunque di contatti batterici può inasprire un fenomeno che si conclamerà nei prossimi 3-4 anni».

E questo perché gli studi lo hanno già dimostrato: «C’è la teoria dell’igiene - prosegue il primario - che favorisce lo sviluppo di allergie sia da contatto che da farmaci quando i soggetti, in questo caso bambini, vivono in un ambiente iper controllato. Sappiamo che il contatto quotidiano con i batteri sviluppa delle resistenze ma in assenza si diventa più vulnerabili». In sostanza, in questi due anni, tra dispositivi di protezioni, igiene, mancanza dei contatti per gli organismi più giovani è venuto meno il contatto con i batteri e dunque la capacità naturale i sviluppare “anticorpi” si è affievolita comportando un aumento di casi che si conclamerà nei prossimi anni. Al fianco delle allergie, che sono anche alimentari, è sempre crescente la celiachia e sempre tra i bambini piccoli così come il diabete di tipo 1 di cui sempre più bimbi risultano affetti. Malattie autoimmuni che in questo caso potrebbero essere ricondotti - sempre studi alla mano - anche alle madri.
 

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