Francesco Valdiserri, gli amici: «Il palco era la sua vita e c'era sempre per tutti»

L'ultimo messaggio con un amico, poco prima dell'incidente

Francesco Valdiserri, gli amici: «Il palco era la sua vita e c'era sempre per tutti»
Francesco Valdiserri, gli amici: «Il palco era la sua vita e c'era sempre per tutti»
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 07:17

«Della sua vita amava l'imprevedibilità, ma era un ragazzo che aveva preso di mira con precisione il proprio futuro, certo che questo sarebbe stato scandito dalla musica». Francesco Valdiserri viene ricordato subito così da un ragazzo più giovane di lui di un paio di anni. «Sono tanto addolorato, è un brutto momento», aggiunge al telefono. Lui e Francesco si sono prima conosciuti e poi sono diventati amici quando l'Italia e il mondo intero hanno vissuto la paura del lockdown imposto dalla pandemia Covid-19. «Ci siamo incontrati così, quando tutti noi eravamo costretti a rimanere in casa, la nostra è un'amicizia nata in rete, su un gruppo di appassionati di musica, da allora non ci siamo più persi e abbiamo legato tantissimo. Del resto con Francesco non poteva essere altrimenti». Questo ragazzo, 19 anni da compiere a novembre, ucciso sulla Cristoforo Colombo da una donna che sotto l'effetto di droghe ha perso il controllo della propria auto mercoledì sera e lo ha investito mentre Francesco camminava sul marciapiede senza lasciargli scampo. «Per me era diventato un fratello maggiore - aggiunge l'amico - è stata una delle poche persone che ha saputo usare le parole giuste con me in ogni situazione e, mi creda, le parole hanno un peso e non tutti sanno farci i conti». Ma Francesco aveva la capacità dell'ascolto, rifletteva, capiva, provava ad aiutare e sempre ci riusciva.

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LA PASSIONE

Con le cuffie nelle orecchie ascoltava i Radiohead e leggeva Sant'Egidio a tal punto da ripetere, quando ce n'era la necessità, una delle sue frasi più celebri. «L'aveva scritta nel nostro gruppo solo qualche tempo fa - aggiunge ancora l'amico - gli stolti parlano a vanvera, gli uomini intelligenti parlano al momento giusto e i saggi parlano se interpellati.

Era sempre foriero di grandi attenzioni, intelligente, sensibile». La sua felicità Francesco non riusciva a contenerla quando ancora da studente del liceo Classico Socrate era entrato a far parte di una band, gli Origami smiles. «Avevano suonato in un locale di Roma solo pochi giorni fa - aggiungono altri ragazzi che lo hanno conosciuto all'università - aveva una voce profonda e l'abitudine a inviare i vocali su Whatsapp di due o tre minuti che ti facevano alzare gli occhi al cielo per quanto erano lunghi, ma poi stavi lì, ad ascoltarli fino alla fine, catturato dalla sua voce». Francesco a scuola era conosciuto da tutti e tutti sapevano apprezzare questo giovane dal ciuffo ribelle, che da poco si era iscritto al Dams. «Viveva per la musica - conclude un'amica - scriveva i testi delle canzoni, era emozionatissimo quando costituita la band doveva fare le prime prove». E il ragazzo conosciuto ai tempi del lockdown ricorda ancora: «L'ultima volta che ci siamo visti è stato nel weekend delle elezioni, sono stato a casa sua, siamo andati ad un concerto di Hyperpop siamo stati benissimo, mercoledì prima dell'incidente ci eravamo scritti intorno alle 20, quello che è accaduto è terribile e insensato. Tutti ne sentiremo la mancanza». Ieri è stata una giornata di dolore per tanti ragazzi, l'amico che mercoledì sera era con Francesco e che miracolosamente non è stato colpito da quell'auto proiettile ha trascorso la giornata con la sorella più piccola della vittima. Tanti si chiedono il perché sapendo già al contempo che sarà difficile trovare una risposta.

 

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