Prime comunioni, cresime e matrimoni, il covid rallenta lo svolgimento delle cerimonie

Prime comunioni, cresime e matrimoni, il covid rallenta lo svolgimento delle cerimonie
di Giacomo Cavoli
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Sabato 1 Maggio 2021, 00:10

RIETI - A furia di sanificare al termine di ogni funzione religiosa, persino il legno lucido delle panche all’interno delle parrocchie si sta consumando più in fretta del solito. E’ l’effetto delle riaperture previste con il ritorno in zona gialla, che da lunedì scorso consente di poter nuovamente celebrare battesimi, comunioni, cresime e matrimoni, recuperando molte delle cerimonie perse nel 2020.

Le regole generali con le quali i parroci si trovano a dover fare i conti sono, ormai, arcinote: utilizzo costante della mascherina, presenze contingentate e sanificazione obbligatoria dell’intero ambiente, dai pavimenti alle panche, dopo ogni funzione, che si tratti di una messa o di una cerimonia.

E oltre persino alla distanza tra cresimando e padrino, per le cresime si è risolto anche il problema dell’uso del Crisma, distribuito dal Vescovo non più attraverso il dito ma con un batuffolo. Celebrare però non è un obbligo e così in città, tra chi ha scelto i numeri contingentati in chiesa o installato un gazebo esterno, c’è persino chi ha invece deciso di attendere tempi migliori, quando la percentuale generale delle vaccinazioni avrà raggiunto valori più alti. 

Le scelte dei parroci. Don Paolo Blasetti, parroco della Cattedrale di Santa Maria, è tra gli “aperturisti”: «I matrimoni dello scorso anno sono stati tutti rimandati e ora a giugno dovrebbe iniziare ad esserci qualcosa – racconta – A maggio svolgeremo comunioni e cresime con 10-12 bambini o ragazzi per ogni turno, e ognuno di loro avrà un numero massimo di persone che potranno assistere. L’importante è che il numero dei presenti risponda a quello previsto dalle norme, che in Cattedrale corrisponde a quasi 200 posti, perché ci si può soltanto sedere, altrimenti le persone in piedi rischierebbero di far sforare il limite massimo».

A Santa Maria Madre della Chiesa, nel quartiere Micioccoli, la prima giornata di cresime del 24 aprile è andata in scena all’aperto, grazie ad un gazebo installato dai parroci don Giacinto Pietrzak e don Casimiro Panek: «Per le comunioni abbiamo sei domeniche di seguito a partire da maggio e le celebreremo all’interno della chiesa, perché si tratta di gruppi più piccoli, ma per ogni bambino abbiamo già indicato un numero massimo di invitati che potranno entrare – spiega don Casimiro – Considerato invece che le cresime sono più numerose, il 22 maggio abbiamo programmato un secondo turno e speriamo che la meteo sia favorevole, così potremo svolgerle di nuovo fuori. I battesimi li celebriamo invece fuori dalle occasioni comunitarie, mentre un matrimonio del 18 luglio si terrà in contemporanea con la messa».

Campoloniano in controtendenza. Ad andare in controtendenza, a Campoloniano, è invece don Lorenzo Blasetti: «Noi abbiamo adottato un criterio molto semplice, ovvero quello di attendere che ci sia una vaccinazione di massa il più consistente possibile, così da consentire almeno ai bambini delle comunioni e ai ragazzi delle cresime di non dover indossare la mascherina, sempre tenendo però conto del numero di persone che la chiesa può ospitare sulla base delle distanze: per cui pensiamo di poter dare il via libera alle cerimonie tra settembre e ottobre. Credo che tutti avrebbero dovuto tenere conto di questo criterio – prosegue don Lorenzo - Purtroppo non ci si è trovati concordi sotto questo aspetto: io le cerimonie vorrei sbloccarle subito, ma ho una gran paura che questo discorso che si sta portando avanti sia un po’ superficiale, che ci sia un po’ troppa allegria e che tra un po’ qui si richiuda tutto. D’altronde, siamo in una fase dove è tutto possibile: dunque, è meglio attendere un orizzonte che sia più rassicurante. I matrimoni? Qui da noi non c’è una grande richiesta». 

Ripercussioni a catena. L’incertezza delle coppie nel fissare la data di matrimonio non la intercettano solo i ristoratori della banchettistica, ma anche chi propone abiti da sposa: «E’ soprattutto il contingentamento sui numeri del pranzo a frenare le coppie - racconta Patrizia Angelucci, della “Boutique la Sposa”, a viale Liberato di Benedetto – Le ragazze chiamano, vorrebbero un vestito ma non sanno per quale data e abbiamo ancora quelle dello scorso anno che attendono il momento opportuno».

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