Lettera di minacce e insulti recapitata all'Arcigay di Rieti, immediata la denuncia alla Questura

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di Giacomo Cavoli
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Giovedì 15 Aprile 2021, 20:52 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 23:12

RIETI - “Speriamo che il Covid vi ammazza a tutti tanto siete solo dei delinquenti da 2 a 90 anni. Meglio la merda”. E’ una parte del contenuto della lettera omofoba recapitata alla sede dell’Arcigay di Rieti e aperta dal presidente Domenico Di Cesare, il quale ha spiegato l’accaduto in un post su Facebook, raccontando di aver denunciato l’episodio in Questura.

Gli insulti. «Sono il presidente di un’associazione Arcigay (Rieti Lgbt+) e esserlo in una città come Rieti non è facile e proprio per questo mi fa piacere sbattervelo in faccia – denuncia Di Cesare sul suo profilo - Sono appena passato a ritirare questa lettera, che porto subito in questura, e parte del testo lo ometto, troppo schifo. Venendo alla sede Arci, che ci ospita, a ritirare questa lettera, dal parcheggio ho fatto meno di cento metri, e sono bastati per ascoltare davanti al bar cinque uomini maturi (due li conosco) e una voce: “Mesà che ‘llù covid và ‘nfrociti”; li ho sfiorati passando in mezzo la strada, perché comodamente occupavano il marciapiede, tutti con mascherina sotto al mento. Li ho guardati dicendo a voce alta: “gente di merda”. Sono andato via e nessuno ha fiatato. Ecco che ritiro la busta e la apro…»

«Potrei stare ore a scrivere di mail di preti o presunti tali che ci mandano all’inferno, di insulti e minacce sui social, di cinque ragazzi che il 27 gennaio dopo la manifestazione sull’omocausto in piazza mi hanno detto ‘frocio’, della scritta ‘Arcigay’ strappata sul citofono di Arci e tanto altro che non posso rendere noto – prosegue Di Cesare - La società cambia, anche se ci vuole tempo, ma voi continuate a essere dei poveracci e il dispiacere che provo è quello che vostri figli o nipoti dovranno crescere vicino a persone come voi. Quanto sopra grazie a tanta gente del territorio, anche associazioni, che non ci reputano alla loro altezza, alle decine di amministrazioni del territorio che ci ignorano e neanche rispondono alle nostre richieste fatte con posta certificata e firmate con nome e cognome e non come questi vili anonimi. Prende sempre più piede la voglia di candidarsi alle prossime elezioni: no perditempo».

La solidarietà. Ad esprimere per primo solidarietà, in un comunicato, è il gruppo civico di “Rieti Città Futura”: «Senza stupore ma con un senso di rabbia e di disgusto abbiamo appreso degli insulti recapitati tramite una lettera al presidente dell’Arcigay di Rieti – scrive il gruppo comunale d’opposizione - A Domenico e ai compagni e le compagne del circolo rivolgiamo la nostra piena solidarietà e la nostra vicinanza.

Episodi di questo tipo non sono il frutto del delirio estemporaneo di un esaltato, ma l'esito diretto di un clima omofobico che viene alimentato direttamente dalla nostra classe politica, in particolare da chi nel dibattito pubblico sui diritti delle persone Lgbt non perde occasione per reiterare messaggi di disprezzo, odio, dileggio e si rifiuta ostinatamente di approvare il Ddl Zan».

Il comunicato del direttivo Rieti LGBT +

Scriviamo come Direttivo di ‘Rieti LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) Associazione Arcigay’, per informare che ieri, 15 aprile, abbiamo ricevuto una lettera indirizzata alla nostra associazione, con pesanti insulti. Si tratta purtroppo dell’ennesimo episodio che, sommato a quelli verificatisi per mail, per strada e sui social, hanno portato il nostro Direttivo alla decisione di denunciare agli organi competenti tutti i singoli fatti. Rendere noto quanto sopra è stato necessario per dimostrare innanzitutto che non abbiamo paura, ma ancor più che siamo sempre più coese e coesi nel dare voce a chi non ne ha, e a scrivere chiaramente che noi continueremo a essere un punto di riferimento per chi avrà bisogno della nostra vicinanza e aiuto. Se da una parte il direttivo di Arcigay vuole chiedere scusa ad ARCI Rieti, che ci ospita e che involontariamente viene coinvolta in queste situazioni, allo stesso tempo la ringraziamo per il sostegno che anche in questa circostanza ci ha dimostrato. Ringraziamo altresì ogni singola persona che ci ha espresso la propria solidarietà, associazioni e gruppi politici, puntualizzando che le centinaia di reazioni a quanto accaduto, sono state conseguenza di un post personale del nostro presidente Domenico Di Cesare e non di un comunicato stampa, anche se ripreso da molte testate giornalistiche, che ugualmente ringraziamo per la vicinanza. Quanto accaduto ha dimostrato ancora una volta quanto ci sia bisogno di esistere nelle piccole province e noi continueremo ad esserci a Rieti e in tutta la provincia, senza perdere la voglia di lottare per i nostri diritti perché, lo ribadiamo, ci vengono ancora negati. Il Direttivo ‘Rieti LGBT+ Associazione Arcigay’

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