Gasdotto Tap, la Regione indica al Governo tre siti tra Lecce e Brindisi

Gasdotto Tap, la Regione indica al Governo tre siti tra Lecce e Brindisi
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 21:21
La Regione è convinta che è possibile evitare la realizzazione dell’approdo del gasdotto di Tap a San Foca di Melendugno senza rinunciare a un’opera che il governo italiano considera strategica, posto che sono disponibili almeno tre siti alternativi lungo la costa salentina: Casalabate di Squinzano, Lendinuso di Torchiarolo e Brindisi porto.



E’ stato l’ingegnere Antonello Antonicelli, dirigente dell’area per la tutela e la sicurezza ambientale a indicare le tre opzioni alternative durante l’incontro svoltosi ieri pressa la presidenza del Consiglio dei ministri che aveva assunto l’iniziativa di convocare le parti in causa per cercare una soluzione condivisa a seguito del «motivato dissenso» sul sito di San Foca espresso sia dalla Regione che dal Comune di Melendugno e dalla Provincia di Lecce durante la Conferenza di servizi svoltasi presso il Ministero dello sviluppo economico il 3 dicembre 2014.



La presidenza del Consiglio ha aggiornato l’incontro a mercoledì prossimo per verificare la effettiva praticabilità di uno spostamento dell’approdo del gasdotto di Tap proveniente dall’Albania e del Terminale di ricezione da realizzare a terra e i tempi di ritardo nel caso di uno spostamento dell’approdo. Rispetto alla praticabilità e condivisione di un nuovo sito tra sette giorni dovrà essere la Regione a offrire ulteriori informazioni alla presidenza del Consiglio per il raggiungimento di un’intesa su valutazioni progettuali alternative. La società concessionaria Tap dovrà invece offrire informazioni sulla fattibilità del nuovo sito e sui tempi necessari per l’avvio dei lavori, che sono previsto per la primavera del 2016.



Tap ha ottenuto la Via con decreto del ministero dell’Ambiente nell’agosto 2014. Durante la fase di studio del territorio tecnicamente più idoneo a ospitare l’approdo del gasdotto aveva studiato anche il sito di Lendinuso di Torchiarolo, un altro approdo in territorio di San Pietro Vernotico e poi ancora a Nord e a Sud di Brindisi (nella zona di Cerano). L’ipotesi di un approdo nel porto di Brindisi o a Casalabate (che è divenuto terrutorio di Squinzano dopo un referendum svoltosi nel 2011) non è mai stata studiata. Il sito di Lendinuso invece era stato considerato da Tap quello tecnicamente più idoneo sino al 2011.



Il presidente della Regione Nichi Vendola ha valutato con soddisfazione la decisione di ieri della presidenza del Consiglio dei ministri. «Siamo soddisfatti – ha detto– perché la Regione ha ribadito le ragioni della propria contrarietà al sito di Melendugno come approdo del gasdotto Tap, una contrarietà frutto di approfondite argomentazioni scientifiche, tecniche, ambientali, paesaggistiche e culturali». «La Regione si è dichiarata disponibile a cercare una intesa seria e credibile su possibili alternative localizzative al gasdotto. L’esito dell’incontro ci fa ben sperare».



Martedì sera era stato l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro a spiegare in giunta lo stato dell’arte del gasdotto e il mandato con la quale il delegato della Regione (Antonicelli) si sarebbe presentato all’incontro di ieri. Nicastro non aveva indicato i tre siti alternativi. Aveva sottolineato che «il rifiuto dell’intesa formulato dalla giunta rtegionale non ha fini di ostruzionismo, ma si fonda sul riscontro di obiettive criticità connesse alla inidoneità della localizzazione a Melendugno ed alla mancata sottoposizione dell’opera agli adempimenti previsti dalle norme in materia di prevenzione del danno da incidente rilevante». «Si tratta di criticità», aveva aggiunto, «che, in ordine agli aspetti localizzativi, appaiono superabili attraverso l’esame di soluzioni alternative, anche tra quelle già ipotizzate dalla stessa società proponente e valutate nell’ambito del procedimento di Via, esaminate però in fase di negoziazione attraverso il confronto con gli Enti Locali interessati».



Il confronto ora dovrebbe essere aperto (in sede di presidenza del Consiglio dei ministri) ai Comuni citati dalla Regione per ospitare approdi alternativii. E per quanto riguarda la condivisione c’è da credere che non sarà facile ottenerla. I Consigli comunali di Brindisi e Torchiarolo hanno da tempo detto no. Squinzano è un Comune citato a sorpresa. Si vedrà come la pensano amministratori e cittadini del posto.




"Sulla questione Tap, la nostra posizione non è cambiata di una virgola ed è di assoluta contrarietà”. Così il sindaco di Brindisi Mimmo Consales commenta la proposta di siti alternativi per lo sbarco del gasdotto. Due dei tre luoghi selezionati dalla Regione Puglia, infatti, ricadono nella provincia brindisina e uno di questi proprio all'interno del territorio comunale del capoluogo.

“E' strano – prosegue Consales – che la Regione continui a inserire Brindisi tra le ipotesi quando io ho già rappresentato a Bari, in maniera chiara e inequivocabile, la volontà mia personale e quella di tutto il consiglio comunale, che come è noto si è pronunciato sul “no” alla Tap a Brindisi. E questo non è negoziabile. Ma il problema non si pone, visto che nessuno ci ha proposto nulla e nessuno si è fatto avanti. La nostra posizione è chiara e netta ed è per il “no””.

Ma se dovessero cambiare le cose? Se, come da più parti si mormora, fosse proposta la metanizzazione della centrale termoelettrica di Cerano? “L'unica interlocuzione che riconosciamo – risponde il sindaco di Brindisi – è con la Presidenza del Consiglio dei ministri. Se dovessero proporre qualcosa al Comune, chiederò al presidente del consiglio comunale di convocare l'assise, in modo che la decisione sia assunta dalle forze politiche rappresentate al suo interno. Ma che nessuno giochi sulla nostra posizione, che è assolutamente contraria alla Tap





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