Tutto diventa espresso. Due votazioni in un giorno, la spinta è a fare presto, ma il brutto colpo subito dal centrodestra con solo 382 voti per Elisabetta Casellati non aiuterebbe a trovare una soluzione nell’immediato. La forzatura nel mettere in gioco la seconda carica istituzionale non ha sortito l’effetto sperato di tenere almeno gli stessi voti che il centrodestra ha sulla carta. Gongola il centrosinistra che aveva posto come limite 401 per la Casellati. Sorridono gli ortodossi del M5S, quelli più legati a Di Maio. Appena finito lo spoglio della prima chiama il Transatlantico si svuota e fuori a Montecitorio le troupe televisione rincorrono Marcucci ed Emiliano e spiegano come avessero ragione nello stabilire la necessità di un metodo condiviso. Invece La Russa precisa che il centrodestra del Paese non merita il centrodestra che sta nel Parlamento. I leader ora sono impegnati a indirizzare le truppe verso una seconda chiama in cui ci sia o un risultato o un accordo se non fra tutti, fra molti, o la vittoria del proprio schieramento che possa fiaccare definitivamente le velleità avversarie. In attesa di ciò sono i giornalisti parlamentari ad enfatizzare le loro previsioni, essendo conoscitori dei segreti di ogni schieramento.
*presisdente del consiglio regionale Marche
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