Il giorno dopo la prima votazione la sensazione generale è come aver perso una battuta. Un primo tempo in cui si poteva segnare e chiudere la partita e invece si è rinviato il risultato finale senza motivo. Mi dice un deputato di lungo corso del Gruppo Misto che entrambi gli schieramenti hanno paura: il centrodestra che se i renziani dicessero sì al candidato della sinistra, la soglia dei 505 voti sarebbe superata, con qualche aiuto trasversale del Gruppo misto, lasciando al palo il centrodestra stesso. Il centrosinistra teme che i numeri dell’operazione scoiattolo di Berlusconi possano essere riversati su uno dei tre candidati presentati nel tardo pomeriggio in una apposita conferenza stampa, senza escludere la calata improvvisa di una carta finora coperta (di carattere istituzionale e a cui sarebbe difficile da dire di no), che darebbe scacco matto. Lo scontro evidente è su chi si intesterà le elezioni: il Parlamento o l’Esecutivo?
Il primo sarebbe la riscossa della politica, il secondo sarebbe la definitiva sconfitta della politica. Le boutade o i “si dice” si rincorrono: Casini potrebbe andare alla guida del Governo se Draghi viene eletto Presidente della Repubblica; Amato alla fine potrebbe essere chiamato ad unire tutti; lo stesso Draghi potrebbe essere eletto con due terzi dei voti del Parlamento.
* presidente del consiglio regionale delle Marche
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