Migranti, il ministro Moavero Milanesi: «Non ci sono differenze tra Di Maio e Salvini»

La politica estera del governo Conte
La politica estera del governo Conte
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Martedì 10 Luglio 2018, 18:47
Sulla questione immigrazione abbiamo un contatto quotidiano tra il ministro degli Esteri e il ministro degli Interni, che usa un linguaggio da leader politico. Il ministro degli Esteri usa un linguaggio istituzionale, ma al di là di questo non vedo una differenza realmente esistente". E' un passaggio dell'audizione programmatica del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, alla Commissione Esteri del Senato.

Tanti i temi toccati dal numero uno della Farnesina. 
L'Italia chiederà "con forza", in occasione del vertice della Nato in programma a Bruxelles domani e dopodomani "un riequilibrio dell'impegno dell'Alleanza atlantica verso il fianco Sud dell'Alleanza, questo vuole dire verso il Mediterraneo", ha anticipato il ministro nell'  audizione alla Commissione esteri del Senato sottolineando che dal vertice Nato si attente la conferma "formale del rafforzamento dell'hub della Nato di Napoli per il comando del fianco Sud con l'aggiunta di tutti i vari elementi della rete informativa, di valutazione delle minacce, anche con impegno maggiore personale e di mezzi in una città importante del nostro Mezzogiorno che diventa punto di riferimento dell'Alleanza atlantica nel fianco sud, lo era già e lo consolida". Moavero ha sottolineato come debba esserci "uguale impegno" dell'Alleanza atlantica "verso est e verso sud": è necessario prestare attenzione a situazioni "di natura diversa, ma entrambe estremamente importanti". Il ministro ha quindi citato i molti elementi che portano a ritenere che sui battelli con i migranti ci siano anche combattenti di ritorno, portatori di minacce.


«Intendiamo mantenere la vocazione ad un europeismo consapevole delle difficoltà che l'Unione sta attraversando. Le divisioni si sono accentuate, non si tratta di divisioni tra stati, uno contro l'altro, ma tra gruppo di stati". Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri, si esprime così nella Commissione Esteri del Senato soffermandosi sul tema dell'Ue nell'illustrazione delle linee programmatiche. "C'è un Europa 'gruppettara' che non trova la via verso un accordo virtuoso. Preferivo l'Europa che decideva maggiormente, vedo l'asimmetria non sempre comprensibile al cittadino di un'Europa iperpresente in certi comparti dell'attività economica e assente in altre situazioni, come a lungo è avvenuto in ambito migratorio. Vedo male elementi di isolazionismo, vedo male elementi di puro ostacolo all'azione dell'Europa", prosegue. "Fare più Europa è diventato difficile, cerchiamo di farci portatori di proposte per migliorare la situazione. Bisogna operare nell'ambito europeo, che ora ha davanti una serie di sfide cruciali", dice ancora. "La prima, sul fianco Sud, è quella dei migranti. Si poteva uscire dal Consiglio europeo con un nulla di fatto che sarebbe stato più grave rispetto al richiamo alla volontarietà, che è figlia della volontà politica: se c'è questa, si possono superare gli ostacoli", afferma ancora.

"L'altra sfida è il superamento dei postumi della crisi economica e finanziaria, che ha distrutto la fiducia in un futuro che si pensava non scalfibile. La crisi ci ha mostrato quanto siamo deboli. Alcuni stati ne stanno uscendo meglio degli altri, si sono accentuate alcune asimmetrie che vanno ridotte: non si può continuare con un sistema che ne impedisce la riduzione", prosegue il ministro. "Il terzo cantiere è rappresentato dal bilancio dell'Unione: siamo davanti ad una proposta della Commissione a cui è difficile esprimere un giudizio interamente positivo. La coperta è corta, se la tiro da un lato, scopro altri elementi. C'è interesse ad avere più fondi per la politica migratoria, ma se vengono sottratti alle politiche di coesione si creano problemi", dice Moavero. "Per spendere di più, bisogna aumentare le entrate: questo significa chiedere più contributi agli stati. Resto dell'avviso che bisognerebbe uscire dal meccanismo in cui il bilancio è essenzialmente un trasferimento di risorse dagli stati. Per aumentare le risorse dirette bisogna delineare forme di tassazione europea che colpiscano soggetti che oggi riescono a 'slalomare' tra le realtà tributarie dei singoli paesi", afferma, evidenziando poi che si potrebbe affrontare poi serenamente il tema del "debito pubblico", con riferimento all'emissione "titoli europei".

"La forza di un governo sulla scena europea e internazionale dipende moltissimo dal rapporto che l'esecutivo ha con il Parlamento. Il rapporto con il Parlamento non è solo un doveroso omaggio alla sovranità parlamentare ma è un elemento che rappresenta un punto di forza nelle posizioni che l'Italia di noi tutti può assumere sui versanti internazionali". Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri, si esprime così nell'illustrazione delle linee programmatiche davanti alla Commissione Esteri del Senato. "Il contesto internazionale generale presenta elementi di novità nell'ambito del cosiddetto mondo globalizzato. La rivoluzione tecnologica e il cambiamento climatico stanno mutando la faccia del pianeta, questo porta ad una diffusione molto più rapida delle crisi e ad un rischio di contagio costante", dice Moavero. "Si tratta di dimensioni di crisi che possono toccare la sfera economica e materiale. E' difficile immaginare che si possa andare molto lontani da soli, bisogna operare in sistema di maggiori dimensioni in cui l'imperativo è farsi valere", aggiunge.

"Dobbiamo avere la capacità, parlamento e governo, di individuare una visione strategica traducibile in proposte che possano raccogliere interesse ed essere realizzate. Possiamo farlo, l'interlocuzione è aperta a livello mondiale", afferma ancora Moavero. "Il nostro è un paese globale e può diventare ulteriormente protagonista. Dobbiamo avere la capacità di tradurre le visioni strategiche in atti concreti e risultati. Gli attori oggi tendono ad essere più divisi rispetto ad alcuni anni fa: la fine dei blocchi e della guerra fredda ha portato a divisioni inedite, bisogna confrontarsi con questo tipo di realtà", ribadisce.

Sulla Russia invece: "E' molto importante mantenere un canale di dialogo costruttivo e aperto con la Russia".
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, si esprime così nell'audizione programmatica davanti alla Commissione Esteri del Senato. "La federazione russa è una realtà europea, vicina al territorio dei membri della Nato e dell'Ue. E' una realtà economica importante, bisogna mantenere aperti i canali di dialogo. Naturalmente, farà parte di questo dialogo anche la nostra attenzione al rispetto delle norme del diritto internazionale e di ciò che ne consegue", dice Moavero. "Nell'ambito delle conclusioni del vertice europeo della settimana scorsa c'è stato il rinnovo semestrale delle sanzioni alla Russia. Le sanzioni sono uno strumento d'uso nelle relazioni internazionali quando queste si fanno meno 'lisce' e lineari di quanto dovrebbero essere. Le sanzioni dovrebbero essere uno strumento, non possono essere il fine ultimo delle relazioni stesse", prosegue. "Confidiamo che attraverso la via del dialogo si possa arrivare a ristabilire il pieno rispetto degli accordi internazionali. Per usare il latino, siamo convinti che 'pacta servanda sunt'".
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