Barcellona, i killer ragazzini al servizio dell'Isis

Barcellona, i killer ragazzini al servizio dell'Isis
di Paola Del Vecchio
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Sabato 19 Agosto 2017, 08:08

BARCELLONA Una cellula pulita, non segnalata dall'antiterrorismo, e ben organizzata, il cui nucleo duro apparteneva a cinque gruppi familiari di origini marocchine, in gran parte abitanti a Ripoll. Ne farebbero parte almeno una quindicina di giovani marocchini, fra i 17 e i 34 anni, immigrati di seconda generazione, tutti con studi liceali terminati, catalano parlanti e integrati nella piccola località di diecimila abitanti. Tutti di ascendenza musulmana ma con scarsa conoscenza della legge islamica.

I PROFILI
Il loro profilo corrisponde a quello che gli esperti dell'antiterrorismo hanno da tempo individuato come l'identikit tipo dei nuovi soldati urbani della jihad. Nel covo di Alcanar (Girona), dove i vicini raccontano che solo entravano uomini e sempre diversi, avevano pianificato da tempo la strage. Doveva essere ancora più spaventosa, con esplosivi e un centinaio di bombole di gas. Ma il tremendo scoppio di mercoledì notte mentre manipolavano le bombe, li ha indotti a cambiare i piani e mettere a segno un attacco alla disperata con il furgone Fiat che ha falciato la folla sulla Rambla di Barcellona e il secondo attentato al porto nautico di Cambrils, dove cinque dei terroristi sono stati abbattuti da un'unica agente dei Mossos d'Esquadra. Sono nati a Ripoll Moussa Oukabir, di 17 anni, accusato di essere il conducente del furgone bianco della strage sulla Rambla e il fratello Driss Oukabir, al quale secondo la sua versione Moussa avrebbe rubato i documenti per poter affittare a suo nome i due van, a nome di un'impresa di Santa Perpetua de la Mogoda, utilizzati per il piano di morte.

L'intera Ripoll è sotto choc perché i due fratelli Oukabir sono da sempre parte della comunità. Driss aveva lavorato per un po' in un noto ristorante della zona. Moussa, che avrebbe compiuto 18 ad ottobre, faceva parte della squadra di calcio giovanile F.S. Ripoll. Sospettato di essere il possibile autore della strage sulla Rambla di Barcellona, è stato identificato come uno dei cinque terroristi uccisi nel porto di Cambrils. Tuttavia, secondo gli ultimi sviluppi delle indagini, il killer che ha falciato la folla potrebbe essere un altro.

I RICERCATI
Nella caccia aperta dalla polizia, oltre a Moussa Oukabir erano ricercati altri tre giovani di origini marocchine: Mohamed Hychami e Younes Abouyaaqoub, residenti a Ripoll, e Said Aallaa, abitante nella vicina a Ribes de Freser, tutti fra i 18 e i 24 anni. Uno dei terroristi abbattuti è El Houssaine Abouyaaqoub, fratello di Younes; anche Mohames Aallaa, di Ripoll, è familiare di un altro dei giovani jihaddisti uccisi dall'agente dei Mossos a Cambrils, e proprietario dell'Audi A3 con la quale il commando dei cinque ha tentato di portare a termine la mattanza nel porto turistico. Ed è in corso d'identificazione una seconda vittima dell'esplosione nel covo di Alcanar, che sarebbe rimasta dilaniato nella violenta deflagrazione in cui è morto Sadik Houli. E' anche lui di nazionalità marocchina, come Mohamed Houli, di 21 anni, a sua volta ferito nell'esplosione, che figura fra gli arrestati. Dai banchi di scuola, al martirio per il Daesh, la radicalizzazione era avvenuta negli ultimi due anni. Cambrils, in provincia di Tarragona, dista pochi chilometri da Salou, il comune catalano dove Mohamed Atta, il pilota del primo aereo degli attentati contro le Torri Gemelle, ebbe uno degli incontri preparatori decisivi con altri membri della cellula di Al Qaeda. Ma già prima delle stragi di New York, la Catalogna era la regione spagnola che registrava maggiore attivismo radicale, sebbene nel 2004 il primo attentato di massa di matrice islámica contro civili in Europa ebbe per obiettivo la stazione di Atocha a Madrid, con 191 vittime e oltre 850 feriti.

LA COMUNITÀ IMPENETRABILE
Fonti dei servizi di intelligence rilevano la difficoltà di infiltrarsi nella comunità catalana che ha assorbito il maggiore numero di immigrati di religione islámica. Molti magrebini di seconda generazione rispetto agli immigrati giunti dalle enclavi spagnole in nord Africa di Ceuta e Melilla - come la famiglia di Driss e Moussa Oukabi - che si radicalizzano al momento di lasciare i banchi di scuola. Un serbatoio visto dai fautori di un'interpretazione rigorosa dell'Islam radicale, come la salafita, come una finestra di opportunità per diffondere proclami contrati allo stile di vita occidentale e agli infedeli'.. Oratori e moschee individuati dalle forze di sicurezza come vivai di fervore salafita sui quali mantenere un'alta vigilanza. In Catalogna, la culla del salafismo spagnolo, già un decenio fa Cia ed Fbi hanno attivato un'attiva base segreta di spionaggio nella propia sede consolare per processare la messe di informazioni che indicavano questo territorio come un luogo strategico nel Mediterraneo in cui insediarsi, spiega l'esperto de El Pais in terrorismo, José Maria Irujo.

 
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