Noemi, rito abbreviato per fidanzato: faccia a faccia in aula con i genitori

Noemi, rito abbreviato per fidanzato: faccia a faccia in aula con i genitori
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Maggio 2018, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 19:37

Il gup del Tribunale per i Minori di Lecce Aristodemo Ingusci ha accolto la richiesta di rito abbreviato avanzata dai legali difensori di Lucio, in carcere per l'omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia sua fidanzata, uccisa il 3 settembre 2017.

LEGGI ANCHE Noemi Durini era viva mentre il fidanzato la seppelliva sotto le pietre

LEGGI ANCHE Noemi Durini, Dna del fidanzato sotto un'unghia. Per gli inquirenti è la prova che «agì da solo»

LEGGI ANCHE Lecce, l'autopsia stabilisce che Noemi è stata picchiata prima di essere accoltellata

Il gup ha rigettato la richiesta di messa alla prova e ha disposto l'inizio del procedimento per il 2 e 3 ottobre 2018.

Era cominciata alle 9.30 al Tribunale dei Minori di Lecce l'udienza preliminare a carico di Lucio, il 18enne di Montesardo salentino frazione di Alessano (Lecce) in carcere per l'omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia sua fidanzata, scomparsa da casa il 3 settembre 2017 e il cui corpo venne ritrovato il successivo 13 settembre sotto un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo (Lecce).


Per la prima volta il 18 enne, detenuto nel carcere minorile di Quartuccio, in Sardegna, si è trovato faccia a faccia con i genitori di Noemi che sono presenti all'udienza. Ci sono anche i genitori di Lucio, arrivati al Tribunale dopo che i genitori di Noemi erano già entrati. Lucio, a bordo di un furgone scortato da una pattuglia della polizia carceraria, è entrato da un ingresso secondario. È accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per 'aver agito con crudeltà per motivi abietti e futili e di aver poi occultato il cadavere, scoperto solo dopo 10 giorni sotto un cumulo di pietre. Lucio dovrebbe fare delle nuove dichiarazioni.
 

Fu lo stesso ex fidanzatino, dopo ore di interrogatorio, a confessare l'omicidio e ad indicare agli investigatori il luogo in cui era stato nascosto il corpo della ragazzina. Noemi, secondo quanto emerse dall'autopsia venne prima picchiata, probabilmente a mani nude, e poi accoltellata. La procura per i Minori di Lecce ha chiuso il fascicolo ritenendolo l'unico colpevole nella vicenda, così come la Procura ordinaria che, dopo aver indagato i genitori di Lucio per favoreggiamento (si ipotizzava che avessero aiutato il ragazzo ad occultare il cadavere) e un meccanico di Patù, Fausto Nicolì, uomo su cui dopo aver ritrattato la confessione il 18enne aveva addossato la responsabilità del delitto, ha proceduto con l'archiviazione delle loro posizioni.

Si sono verificati momenti di tensione tra i genitori di Lucio, il 18enne di Montesardo salentino in carcere per l'omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia sua fidanzata, e i giornalisti che aspettavano fuori dal tribunale dei Minori di Lecce dove si è tenuta l'udienza preliminare a carico del ragazzo. Alle domande poste dai cronisti, il padre di Lucio, Biagio Marzo ha spintonato violentemente il giornalista di Quarto Grado Remo Croci, tirando verso di sé la moglie Rocchetta, che, rivolta a fotografi e reporter, ha gridato: «Siamo orgogliosi. Siamo vivi».

La frase è riferita al contenuto delle dichiarazioni rese oggi in udienza dal figlio il quale ha ribadito la prima versione fornita agli investigatori la sera del ritrovamento del cadavere di Noemi e cioè di averla uccisa perché quella sera la ragazza lo pressava per mettere in atto l'uccisione dei genitori del ragazzo che si opponevano alla loro relazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA