Macerata, Traini accusato di strage: «Ho fatto tutto da solo». Chiesto l'esame psichiatrico

Macerata, Traini accusato di strage: «Ho fatto tutto da solo». Chiesto l'esame psichiatrico
di Daniel Fermanelli
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Lunedì 5 Febbraio 2018, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 12:48

MACERATA - Interrogatorio in carcere per Innocent Oseghale, accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne fatta a pezzi e abbandonata in due trolley a Pollenza, a pochi chilometri da Macerata. Al procuratore capo Giovanni Giorgio e al sostituto Stefania Ciccioli, che ieri pomeriggio hanno raggiunto il carcere di Ancona, il 29enne nigeriano si è limitato a ripetere una versione già nota agli inquirenti: non è stato lui ad uccidere la ragazza. Oseghale, che è accusato di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere e detenzione di droga ai fini di spaccio, è stato condotto a Montacuto sabato scorso su disposizione del Gip Giovanni Manzoni. Il giudice ha convalidato l'arresto per i tre reati ma ha disposto la misura cautelare in carcere solo per occultamento e vilipendio di cadavere. Resta dentro, ma non per l'omicidio.

La decisione sembra poggiare sulla lettura della prima relazione depositata dal medico legale Antonio Tombolini, da cui non sarebbe possibile al momento ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza di Oseghale nella morte di Pamela. Solo gli esami tossicologici e gli accertamenti autoptici potranno stabilire senza ombra di ragionevole dubbio la causa della morte: se per overdose o per le ferite inferte sul corpo poi smembrato della diciottenne romana. Si attende l'esito degli accertamenti compiuti dal Ris nell'appartamento del nigeriano, in via Spalato 124, a Macerata, dove sono state trovate numerose impronte di scarpe di una o più persone che avrebbero camminato dall'interno al balcone e viceversa. Non si ferma la caccia ad eventuali complici.

Nel frattempo potrebbe essere fissata per domani l'udienza di convalida di Luca Traini, il 28enne tolentinate accusato di strage con l'aggravante razzista. Questa mattina, i carabinieri consegneranno al procuratore l'informativa sulla folle sparatoria di sabato mattina di Traini, che dalla sua Alfa 147 nera ha sparato e ferito sei africani in centro a Macerata. Oggi, dunque, la Procura inoltrerà la richiesta di convalida al Gip. Le iniziali ipotesi di reato contestate sono strage aggravata dall'odio razziale e porto abusivo d'arma. Nonostante avesse un regolare porto d'armi per la sua Glock 4, ha portato infatti la pistola in un luogo pubblico.

LA DIFESA
Su Traini emergono altri particolari. Lui, che sabato notte è uscito dalla caserma a testa alta, sguardo dritto davanti a sé senza tradire alcuna emozione, mostrerebbe «evidenti segni di sofferenza, che magari non palesa», ha affermato il suo legale, Giancarlo Giulianelli. Segni scalfiti sulla sua personalità da un passato difficile: dalla separazione dei genitori vissuta in modo devastante alle azioni di bullismo compiute contro di lui da compagni di scuola. Da tutto questo avrebbe cercato un riscatto attraverso la palestra e la cura quasi maniacale del corpo. Ma i segni di un passato difficile Traini li avrebbe anche sul braccio sinistro dove sarebbero evidenti le cicatrici di tagli autoinflitti. Una indicazione precisa di come intende muoversi la difesa.

Dopo la fine della relazione con una ragazza di Pollenza, sei anni fa, Luca Traini avrebbe iniziato ad abbracciare idee di estrema destra: nella sua stanza i carabinieri hanno trovato il Mein Kampf di Hitler e, accanto, il libro Storia della Repubblica sociale. Negli ultimi anni poi si è legato sentimentalmente a due ragazze, entrambe tossicodipendenti: avrebbe tentato di aiutarle. Per il legale gli obiettivi di Traini, sabato, erano spacciatori neri, ma nella sua folle roulette russa è andato in strada sparando anche a una donna.

«Ha fatto tutto da solo - ha riferito l'avvocato -, aveva sentito in radio la descrizione dello scempio sul corpo di Pamela Mastropietro e qualcosa è scattato nella sua testa. Chiederò una perizia psichiatrica. Quello che ha fatto è sicuramente eclatante, raccapricciante e da condannare, ma la politica si dovrebbe interrogare sul malessere che ha portato un'ampia parte della popolazione a manifestare sui social consenso nei confronti di Traini».

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