I fatti contestati, commessi in due piccoli centri del foggiano, risalgono al 2014, epoca in cui l'indagato era già stato ridotto allo stato laicale e aveva cominciato a fare l'allenatore di una squadra di calcio giovanile. Trotta però si spacciava ancora per sacerdote e si faceva chiamare dai bambini e dai loro genitori 'don Giannì. Il 55enne è accusato di violenza sessuale nei confronti di cinque ragazzini di 12 e i 13 anni, affidati alla sua custodia in quanto dirigente e allenatore della squadra di calcio di bambini, nonché di loro docente di lezioni private. Risponde anche di adescamento di due 12enni, un ragazzo e una ragazza, attraverso la chat Messenger del loro profilo Facebook.
Le vittime delle violenze sessuali sarebbero state tutte maschi, tranne la minorenne «utilizzata dall'arrestato - spiega la Procura - al fine di ottenere materiale pedopornografico da spendere come esca con i bambini di sesso maschile di cui abusava e che si erano dimostrati più restii a recarsi presso la sua abitazione; dimostrando fintamente interesse per i soggetti di sesso femminile, infatti, Trotta riusciva a convincere anche i minori più diffidenti a recarsi presso la sua abitazione ed a perpetrare i suoi turpi crimini contro l'infanzia».
I filmati pedopornografici erano girati in un soppalco dell'abitazione dell'ex sacerdote e sarebbero stati poi diffusi ai ragazzini attraverso WathsApp, da qui l'accusa di pornografia minorile e divulgazione di materiale pornografico. Per la Procura di Bari, si tratta di materiale «agghiacciante per i suoi contenuti, sia in relazione alle foto prodotte, che ai contenuti delle chat inviate dall'ex religioso»