«Il mese di novembre è dedicato a questo: a contenere e riportare sotto controllo la curva di contagio». Ammette di «non avere la palla di vetro», ma Giuseppe Conte partecipa ad un evento organizzato dalla Cgil con spirito rinfrancato. Al punto da ipotizzare quell’abbassamento dell’indice Rt che poi verrà confermato dai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss): 1,4% contro l’1,7% del giorno prima. Ancora troppo alto per gioire,ma sufficiente per sperare che i contagi non raddoppino in maniera esponenziale. Su quel che avverrà a Natale non si sbilancia «ma ci auguriamo -spiega il presidente del Consiglio - che la soglia massima dei contagi sia stata raggiunta e ora inizi l’appiattimento».Dopo la linea piatta - come già visto in occasione della prima ondata - dovrebbe esserci la discesa e quindi qualche timida riapertura dovuta all’upgrading di qualche regione finita proprio ieri, e la scorsa settimana, in zona arancione. Concentrare il massimo sforzo nel mese in corso serve a preparare un Natale non in zona verde per nessuno,ma magari con qualche concessione in più alle famiglie per spendere inmaggiore libertà la tredicesima, riaprendo ovunque bar e ristoranti,che ora sono aperti solo nelle regioni gialle, sia pur sempre solo fino alle 18. E, soprattutto, consentendo di spostarsi tra le Regioni attualmente chiuse.
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TENDENZA
E che l’obiettivo su cui si ragiona sia quello di riportare il Paese in zona gialla a ridosso delle feste di Natale è emerso anche durante la riunione della Cabina di regia che ha deciso ieri pomeriggio le nuove chiusure.
NUMERI
Rinfrancato dai dati dell’Iss e da quelli dei sondaggi che lo vedono risalire nelle percentuali di gradimento, Conte si prepara alla verifica di maggioranza convinto di poter mettere sul tavolo anche il successo di una strategia di contenimento della pandemia che non ha strangolato l’economia. Ma davvero i numeri dicono che a Natale si tornerà alla normalità? No, il massimo risultato raggiungibile daqui a metà dicembre, sarà far diventare tutta l’Italia “fascia gialla”, classificazione che consentirebbe gli spostamenti da un territorio all’altro. Secondo i tecnici, al di là dei miglioramenti di questi giorni, incognite restano su Lombardia e Piemonte, dove l’incidenza (numeri di casi ogni 100mila abitanti) è ancora troppo alta, soprattuttonelleprovince che non erano state travolte dalla prima ondata. Un altro dato:è vero che la Lombardiaha 10 milioni di abitanti,ma ad oggi registra ogni giorno il 25 per cento dei nuovi casi positivi del Paese. Inoltre, va sempre chiarito che è diminuita la velocità di crescita, ma comunque i nuovi casi stanno aumentando. Se tre-quattro settimane fa però si viaggiava con un incremento del 90 per cento del numero di nuovi infetti, ieri ad esempio c’è stato un aumento di solo il più 10 per cento rispetto a venerdì scorso. Non siamo ancora al plateau e il tasso di saturazione degli ospedali è la vera spina nel fianco, però la situazione non è più fuori controllo.
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