Zona rossa, arancione o gialla: ecco i 21 parametri decisivi per il monitoraggio e le scelte

Zona rossa, arancione o giallo: ecco i 21 indicatori decisivi per il monitoraggio e le scelte
Zona rossa, arancione o giallo: ecco i 21 indicatori decisivi per il monitoraggio e le scelte
di Graziella Melina
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Sabato 14 Novembre 2020, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 12:11

Per monitorare la situazione dell’epidemia Covid nelle varie regioni e stabilire in quali è necessario attuare misure ancora più restrittive gli esperti si affidano ai dati. Che però poi vanno elaborati secondo indicatori ben precisi, tenendo conto di due aspetti ben precisi: monitoraggio e risorse umane. Il colore che viene assegnato dunque ad ogni regione, da giallo a rosso, varia in sostanza a seconda della capacità del territorio di far fronte ai casi di contagio, di garantire cioè assistenza ospedaliera e, se necessario, posti liberi in terapia intensiva per i pazienti più gravi. La valutazione di ogni singola area, definita in base a questi parametri, spetta ai membri della Cabina di Regia, della quale fa parte il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e i membri designati dalla Conferenza delle Regioni.

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Gli indicatori dei quali si tiene conto sono in totale 21. E non sono volutamente pochi. Per poter avere una valutazione del rischio che sia la più vicina possibile alla realtà e il margine di errore sia minimo, gli esperti hanno ritenuto necessario aggregare diversi dati, a cominciare da quelli epidemiologici e delle strutture sanitarie presenti sul territorio. Il che vuol dire che il sistema di elaborazione combinerà il numero dei casi notificati dalle Regioni e terrà conto quindi dell’indice Rt, ossia il valore che rappresenta la capacità di una persona positiva di contagiare gli altri. Ma per riuscirci, occorrerà che le regioni facciano ogni giorno il monitoraggio della situazione in cui versano tutte le aziende ospedaliere che stanno accogliendo le persone contagiate.

Ecco perché, per evitare di vedersi attribuito un colore che in effetti non corrisponde alla reale gravità dell’emergenza sul territorio, si dovrà fornire il numero aggiornato dei ricoveri, e ovviamente quello delle persone che sono in cura in terapia intensiva. A questo punto, il sistema elaborerà i dati, li correlerà al tasso di saturazione dei servizi sanitari e dei dipartimenti di prevenzione e sentenzierà il livello di rischio di ciascuna regione. Che quindi dovrà affidarsi al risultato ottenuto dal sistema di calcolo.

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«Si tratta di una modalità di elaborazione dei dati che forse potrebbe essere discriminatoria per le zone gialle e rosse, che si sono trovate un numero di infezioni magari basso, ma non avevano sufficiente disponibilità di posto letto», spiega Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare, direttore dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma. Tutta la partita in effetti si gioca sulla capacità di fronteggiare l’epidemia, e le regioni lo sanno bene. «Bisogna però ribadire che è stata messa in piedi un’operazione molto chirurgica per definire il rischio di ciascuna regione, per non fare errori nella individuazione delle zone e per non creare grande disparità che sarebbero venute fuori se si fosse tenuto conto solo della circolazione del virus. In quel caso - ribadisce Ciccozzi - una zona rischiava un crac e diventava subito rossa». Perché il sistema sia efficace è necessario che i dati siano sempre aggiornati. «Sul numero dei contagiati e dei ricoveri l’aggiornamento è giornaliero, mentre l’rt è calcolato settimanalmente. Di indicatori ne sono stati individuati 21 perché incrociandoli si abbia il minor margine possibile di errore. In statistica, infatti, più dati ci sono e minore è la possibilità che la definizione che dai sia soggetta ad errori». Il sistema di attribuzione del colore delle Regioni, dunque, si fonda su un calcolo che tiene conto di tutte le variabili. «E’ una buona base di partenza - aggiunge Ciccozzi - D’altronde, siamo di fronte ad una pandemia dinamica, anche nei dpcm devi camminare a seconda della situazione, per come ti si presenta. Nulla è fisso e immutabile».

 

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