Zona gialla, Calabria e Sardegna a rischio lunedì. Campania, Piemonte, Basilicata e Bolzano in bilico

Zona gialla, Calabria e Sardegna a rischio lunedì. Campania, Piemonte, Basilicata e Bolzano in bilico
Zona gialla, Calabria e Sardegna a rischio lunedì. Campania, Piemonte, Basilicata e Bolzano in bilico
di Alberto Gentili
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Lunedì 30 Agosto 2021, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 12:12

La prima Regione a cambiare di colore è, da oggi, la Sicilia passata dal bianco al giallo. La causa: il record, in negativo, sul fronte della campagna vaccinale con appena il 61,3% di siciliani immunizzati. Nel Lazio, per fare l’esempio di una delle Regioni più virtuose, la percentuale dei vaccinati è del 75,8%. Ciò comporta nell’Isola una forte pressione sulle terapie intensive e sulle aree mediche, visto che si ammalano in modo serio di Covid i pazienti che non hanno ricevuto alcuna inoculazione. Ma c’è di più. La Sicilia, in base all’allarme dei virologi, potrebbe passare la settimana prossima addirittura in arancione. Il verdetto arriverà però soltanto venerdì, quando verrà pubblicato il consueto report settimanale dell’Istituto superiore della Sanità, del Comitato tecnico scientifico e del ministero della Salute.

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Zona gialla, focus sui prossimi giorni

Da lunedì prossimo il cambio di colore, dal bianco al giallo, potrebbe riguardare altre Regioni. In primis la Sardegna, dove la percentuale di vaccinati è del 66,1% e la Calabria (65,3%). A seguire: la Basilicata (67,4%), la Provincia di Bolzano (64,5%), il Piemonte (66,7%), il Molise (72,7%) e la Campania (69,4%).

Tutto dipenderà da cosa accadrà nei prossimi giorni nelle aree mediche e nelle terapie intensive: se il numero dei ricoverati dovesse salire, raggiungendo e superando i limiti del 10% di posti occupati nelle terapie intensive e il 15% di ospedalizzazioni.

Il caso della Sardegna

Che la situazione sia seria è confermato dalle notizie che rimbalzano da Cagliari. Sulla base degli ultimi rilevamenti la Sardegna già oggi registra dati da zona gialla, con oltre 50 casi per 100mila abitanti, il 15% di posti letto occupati in area medica e il 10% in terapia intensiva. «Siamo in bilico», dice il commissario straordinario Ares-Ats Massimo Temussi, «la situazione è molto variabile e c’è molto turn over nelle degenze ordinarie: basta un solo giorno per superare le soglie e rientrare nei limiti». La coperta è corta e gli sforzi di Ats e Assl territoriali per far quadrare i conti sui servizi sanitari, nel momento in cui si aprono nuovi reparti-Covid, sono quotidiani. Complessivamente sono 292 i posti letto disponibili in Sardegna, di questi 266 (il 91%) sono occupati confermando le enormi criticità che si stanno vivendo nei presidi sanitari durante la quarta ondata.

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La graduatoria
In base ai dati diffusi dal ministero della Sanità, è possibile stilare una classifica delle Regioni in base al tasso di occupazione delle terapie intensive. La media nazionale è al 6%, ma la Sicilia è al 12%, la Sardegna (come si diceva) al 10%, la Calabria e la Toscana al 9%, il Lazio, l'Umbria e le Marche all'8%, il Friuli al 6%, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Puglia, Bolzano al 5%, l'Abruzzo al 4%, la Campania al 3%, il Piemonte al 2%. Molise, Valle d'Aosta, Basilicata, Trento sono a zero. Ma c'è da considerare anche l'incidenza di nuovi contagi ogni 100 mila abitanti e qui, su una media nazionale del 76,5, schizzano in alto Sicilia (190), Sardegna (137), Toscana (113), Calabria (107). 

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