Obbligo vaccinale in Italia, è possibile? Cosa dice la legge. Pd favorevole, la destra è divisa

L'Austria ha aperto il fronte e da febbraio il vaccino sarà obbligatorio. E nel nostro Paese si può fare? Per la Costituzione non ci sono problemi, ma il nodo è politico

Vaccino obbligatorio in Italia, è possibile? Cosa dice la legge. Pd favorevole, la destra è divisa
Vaccino obbligatorio in Italia, è possibile? Cosa dice la legge. Pd favorevole, la destra è divisa
di Mario Ajello
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Venerdì 19 Novembre 2021, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 23:00

Ritorno della grande paura e ritorno del grande tema dell’obbligo vaccinale. Il presidente di Confindustria rilancia l’obbligatorietà: «Va introdotta assolutamente». Perché il vaccino dopo sei mesi non ha più efficacia. E il governo è il primo a saperlo, infatti si sta valutando - come dice il sottosegretario Costa - la questione. Ma il primo stop arriva da Salvini: «Non terrorizziamo gli italiani. Evitiamo obblighi e problemi, invece di seminare paure». Su questa linea anche il governatore friulano Fedriga: «La questione su cui ragionare è questa: l’obbligo vaccinale che conseguenze comporta? Dovremmo licenziare gli italiani che non si vaccinano? Cerchiamo il più possibile, invece, di accompagnare il Paese con un’informazione più chiara».

Obbligo vaccinale in Italia, sì o no?

L'Austria apre il fronte del vaccino obbligatorio

Eppure l’obbligo scatterà in Austria dal primo febbraio e vari altri Paesi lo stanno prendendo in considerazione.
Ma il presidente Carlo Bonomi insiste e molti in Parlamento sono sulla sua linea: «Purtroppo abbiamo una recrudescenza dei numeri che non ci fa stare tranquilli. Credo che il Green pass fosse lo strumento che potevamo utilizzare, però l’unica cosa che ci può mettere al sicuro è l’obbligo vaccinale, quindi quello è un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria». E ancora: «Purtroppo i dati che arrivano dal nord ed Est Europa sono preoccupanti non ci possiamo permettere di bloccarci, la nostra è un’economia basata sulla trasformazione, e quindi sull’export: quest’anno forse faremo il record di 500 miliardi e non ci possiamo fermare». 

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Pd a favore dell'obbligo


Tra i partito cresce il fronte dei favorevoli all’obbligo. Come ultima ratio nel Pd sono d’accordo tutti ma anche come ratio immediata crescono i proseliti di questa linea. I centristi vanno giù molto convinti. «Nelle ultime ore sembra essere sempre più un’ipotesi realistica allo studio del governo quella di rendere obbligatorio il vaccino anti-covid. Non può che essere, se confermata, una buona notizia». Lo dice il senatore Antonio Saccone, portavoce nazionale dell’Udc. «D’altronde la situazione epidemiologica torna nuovamente ad essere preoccupante, come certificano i dati dei contagi in ascesa ormai sistematica e quotidiana». L’obbligo vaccinale consentirebbe del resto di accantonare polemiche inutili e talvolta sgradevoli sul sì green pass/no green pass. E se si vogliamo davvero che siano evitate ulteriori restrizioni e nuove chiusure, bisogna avere il coraggio - così la pensano quasi tutti in Parlamento nell’area di centro e di centrosinistra - di prendere questa decisione. In modo da tornare al più presto alla normalità. Il Pd è schierato nettamente, almeno con le parole di Francesco Boccia, vicinissimo a al segretario Letta: «Non vedo altra strada rispetto all’obbligo vaccinale. La scelta dell’Austria è una dura e disperata rincorsa dopo le scelte parziali fatte nei mesi scorsi. Evitiamo di trovarci nella stessa condizione. Per quanto ci riguarda, lo diciamo da mesi e abbiamo sempre sostenuto iniziative improntate sul massimo rigore». E ancora l’ex ministro delle Regioni: «Anziché aspettare gli effetti dei vaccini facoltativi in Europa serviva e serve più coraggio e meno timore verso le destre che hanno fiancheggiato i no vax ovunque. Destra che purtroppo in Italia ci ritroviamo anche al governo e spesso ha messo in discussione le politiche di rigore sanitario. Bisognava utilizzare l’estate per evitare i problemi vissuti l’inverno scorso con l’arrivo dell’inverno quando però eravamo a mani nude e senza vaccini. Ora è tempo di pretendere chiarezza in Europa se non è il caso di procedere tutti insieme con l’obbligo vaccinale». «E l’Italia - incalza Boccia - può svolgere questo ruolo.

Non possiamo più chiudere le attività e le città a causa di chi fa le battaglie che opportunamente oggi il presidente Mattarella ha definito dell’antiscienza. Bisogna avere il polso duro, essere molto netti e andare verso la vaccinazione obbligatoria. L’Italia può giocare un ruolo in Europa. Ci si metta alla guida del processo politico così come abbiamo sempre fatto nei momenti più delicati della battaglia contro il Covid».

Il centrodestra è diviso 


La destra è molto più frenata però sulla questione dell’obbligatorietà. Ma Forza Italia invece, addirittura per bocca del portavoce di Berlusconi non condivide le prudenze della Lega: «C’è esigenza - avverte Licia Ronzulli, senatrice - di dare una nuova e più incisiva centralità al vaccino, escludendo gli immunizzati da eventuali nuove limitazioni, ma anche iniziando a ragionare seriamente sull’obbligo vaccinale». E Italia Viva? Idem, è con il Pd e con Forza Italia nel sì all’obbligatorietà. A cui il governo sta pensando seriamente. E se alla prima ondata ha preferito evitare di opporsi con l’obbligo vaccinale, alla quarta ondata ci sta pensando davvero. Per dare il colpo finale al morbo e ricominciare. Il problema è che i partiti sono divisi e anche le coalizioni. Fratelli d’Italia è su una linea di diversa di quella di Forza Italia. Così come lo è il governatore ligure Toti, a sua volta del centrodestra ma versante Cambiano e Coraggio Italia: «I cittadini certamente non possono essere vaccinati a forza, è inimmaginabile un trattamento sanitario obbligatorio per milioni di persone». E ancora: «Dell’obbligo vaccinale sono stato uno dei precursori, ma ormai siamo all’87-88% di cittadini vaccinati, calcolando le esenzioni per ragioni mediche, i bambini e la popolazione non vaccinata, c’è una parte di zoccolo duro molto difficile da scalfire sia con il green pass sia con l’obbligo. Credo che nessuno possa immaginare di condurre in manette i cittadini alla vaccinazione con i carabinieri».

 

Il governo ci pensa per evitare un nuovo lockdown

Ma una sterzata netta va data, per non trovarci in un nuovo lockdown. Il governo non vuole forzare ma non scarta affatto la via dura e diretta per battere una volta per tutte il contagio. «Siamo stati il primo Paese in Europa a introdurre l’obbligo vaccinale contro Covid-19 per i sanitari e io non escludo di poter fare una riflessione e valutare se è opportuno introdurre l’obbligo per altre categorie che hanno un contatto costante con il pubblico, le forze dell’ordine, coloro che operano nella grande distribuzione». Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, e ancora lui: «Ci possono essere dei criteri ma sono tutte valutazioni che dobbiamo fare al momento opportuno. E io credo che, pur attenzionando i dati, pur continuando a usare il senso di responsabilità, dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Per ora l’appello che dobbiamo fare è di continuare a osservare le regole».

Vaccino obbligatorio, è possibile? Cosa dice la Costituzione

Ecco non si vuole forzare subito ma ci si pensa. Anche perché - tema fondamentale - non ci sarebbero problemi costituzionali a complicare il percorso di introduzione dell’obbligatorietà del siero. 
Molti costituzionalisti confermano che l’eventuale obbligatorietà è consentita dall’articolo 32 della Costituzione in cui è sancito che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». L’articolo 32, nell’interpretazione preponderante, dice insomma con chiarezza che è possibile introdurre l’obbligo vaccinale per disposizione di legge, anche con un decreto legge del governo successivamente discusso e approvato dal Parlamento, come è avvenuto con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Non ci sono veri dubbi, su questo aspetto. La Corte costituzionale si è pronunciata più volte sulla compatibilità tra l’obbligo vaccinale e l’articolo 32 della Costituzione. Nella sentenza 307 del 1990 si dice che l’obbligo è compatibile «se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri». Spiega per esempio Lavinia Del Corona, costituzionalista e componente dell’associazione Consulta di bioetica, che il diritto alla salute si compone di due principi: il primo si può definire positivo e consiste nel diritto a richiedere una prestazione sanitaria, il secondo è negativo e consente di rifiutare un trattamento sanitario. «Questo diritto, però, non è illimitato», dice Del Corona. «Possono essere introdotte limitazioni purché siano una tutela non solo per la salute del singolo individuo, ma siano necessarie per tutelare il diritto della salute di tutte le altre persone. Nessuno è titolare di una libertà assoluta che può essere esercitata a discapito degli altri, come ha spiegato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

 

Il nodo Draghi

Fioccano pareri così nelle stanze del governo. E Draghi in linea di principio non è contrario all’obbligatorietà. Ma come al solito, viste le divisioni tra partiti, tra coalizioni e nelle alleanze, il problema è politico. Ma non c’è molto tempo per risolverlo, visto che il morso del contagio di nuovo diventa sempre più minaccioso.

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