Riaperture, Tajani: «Otto miliardi di aiuti a chi è rimasto chiuso nelle città turistiche»

Riaperture, Tajani: «Otto miliardi di aiuti a chi è rimasto chiuso nelle città turistiche»
Riaperture, Tajani: «Otto miliardi di aiuti a chi è rimasto chiuso nelle città turistiche»
di Marco Conti
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Domenica 18 Aprile 2021, 09:37

Onorevole Tajani, FI è soddisfatta per le riaperture decise dal governo?
«Certamente, anche perché noi da tempo sostenevamo la necessità di aperture intelligenti ripristinando le zone gialle e aprendo anche la sera. E' un risultato positivo, permette al Paese di ripartire perché dietro a bar e ristoranti riprende tutta una catena commerciale, agricola ed industriale. E' una riapertura con gradualità soprattutto per le attività che si possono fare all'aperto».
Vi accontentate o c'è ancora qualcosa che manca?
«Chiediamo agevolazioni fiscali per chi riapre, quindi niente tasse sul suolo pubblico e sui rifiuti».
E l'orario del coprifuoco?
«Per noi va bene alle 22. Ma devono riaprire anche le piscine e i centri sportivi all'aperto».
I vaccinati aumentano, ma siamo ancora lontani dal mezzo milione al giorno. Che si può fare?
«Spingere sulla campagna e informare la popolazione spesso disorientata. Comunque il cambio di passo c'è stato. Noi a Conte avevamo chiesto che la gestione venisse affidata ad un esperto di organizzazione e avevamo anche proposto Bertolaso. Lui disse di no, ma ora c'è il generale Figliuolo che ha dato una svolta. La discontinuità rispetto al governo precedente è evidente».
Ora bisogna anche decidere come spendere i 40 miliardi dell'ultimo scostamento. Che cosa avete proposto a Draghi?
«Dobbiamo aiutare tutte le partite iva, ma un'attenzione in più va data a chi non ha mai, mai potuto aprire. Quindi chiediamo che 8 dei 40 miliardi vadano solo ai settori che hanno svolto un servizio pubblico rimanendo chiusi per tutto il periodo della pandemia, come bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, tutto il settore sportivo, le palestre, teatri e cinema che sono ancora fermi. Per loro occorre predisporre un aiuto specifico specie per quelle attività che operano nelle grandi città turistiche».
Chi ha vinto nel governo«? Gli aperturisti come voi e la Lega?
«Non mi riconosco in questa ricostruzione. FI non si è mai schierata da una parte o dall'altra ma ci siamo sempre posti in maniera pragmatica chiedendo di riaprire laddove possibile».

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Quindi niente sfiducia al ministro Speranza come invece chiede la Meloni?
«Abbiamo sempre ritenuto che non esiste la sfiducia individuale e non sfiduciamo un ministro che fa parte del nostro governo. Sul fatto che siano stati commessi errori in passato e che nel ministero della Salute ci siano molte cose da cambiare, siamo d'accordo. Ma in questo momento è importante concentrarsi per sconfiggere il virus e far ripartire il Paese. Poi si vedrà e chi ha sbagliato pagherà politicamente e penalmente visto che la magistratura ha già aperto delle inchieste».
Niente commissione parlamentare d'inchiesta?
«Finita l'emergenza potremmo fare tutto ciò che occorre per accertare le responsabilità».
Avete incontrato Draghi in vista del Recovery Plan. Cambierà rispetto al piano presentato dal precedente governo?
«Quello di Conte era un piano che ci ha fatto fare una pessima figura in Europa. Un'insieme di progettini senza capo nè coda. Noi a Draghi abbiamo chiesto attenzione per il Sud e che non si vada sotto la soglia del 40% di risorse da destinare al Mezzogiorno».
Quali infrastrutture servirebbero?
«Serve una visione del Paese che passi per la riqualificazione ambientale delle città e la rigenerazione urbana. Occorre mantenere gli attuali sgravi fiscali soprattutto per l'edilizia e ridurre la burocrazia. Inoltre abbiamo chiesto a Draghi di ottenere da Bruxelles della flessibilità in modo che alcuni progetti possano essere rivisti anche alla luce dell'emergenza che non si sa quando finirà».
Il segretario del Pd ha indicato alcuni temi che dovrebbe affrontare l'attuale maggioranza. Condivide?
«Il Pd non può alzare lo scontro proponendo temi etici che non sono condivisi e che non aiutano il governo. Berlusconi ha detto chiaramente che FI entra in un governo di unità nazionale per sconfiggere il virus. Temi divisivi, come lo ius soli, la legge Zan o altri non possono essere di continuo posti sul tavolo del dibattito politico perchè rischiano di indebolire il governo. Non so se obiettivo di Letta sia anche quello di dividere il centrodestra, ma ricordo che FI è saldamente legata ai suoi alleati. Non è il momento per la campagna elettorale».
Eppure un vostro alleato non si risparmia in campagne elettorali...
«Noi siamo noi e vogliamo parlare di cose concrete. Il Pd sta creando più fibrillazioni al governo di Salvini. Comunque non esiste una maggioranza politica di FI con Pd e M5S».
Ora però Salvini va a processo per la vicenda Open Arms. Giusto?
«Mi chiedo perché solo lui visto che si è trattato di una decisione condivisa dall'allora goveno Conte. Siamo solidali con Salvini, la legge deve essere uguale per tutti e non preda di interpretazioni politoche».
Niente maggioranza Ursula dopo Draghi?
«Quella maggioranza è servita a sbarrare la strada a Bruxelles ad un presidente socialista che non aveva vinto le elezioni.

Noi siamo e resteremo il centro del centrodestra».

 

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