Riaperture, verso il sì per arene e locali con i tavolini all’aperto. Le nuove regole

Riaperture, verso il sì per arene e locali con i tavolini all aperto. Le nuove regole
Riaperture, verso il sì per arene e locali con i tavolini all’aperto. Le nuove regole
di Alberto Gentili
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Sabato 10 Aprile 2021, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 21:06

La prossima settimana sarà decisiva per le riaperture. Se il monitoraggio di venerdì confermerà il calo dei contagi e un allentamento delle criticità per le terapie intensive, da lunedì 19 aprile ci potrebbe essere una parziale mitigazione delle misure restrittive nel Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Liguria, Veneto, Basilicata, Molise, Trentino Alto Adige e Sicilia che già oggi hanno numeri da zona gialla. In ogni caso non sarà un liberi tutti.

Nei prossimi giorni verranno dettagliati nuovi protocolli da governo, Cts e associazioni di categoria: Dario Franceschini, ad esempio, sta lavorando a nuove regole per gli spettacoli all’aperto.

E soprattutto la cabina di regia guidata da Mario Draghi, cui partecipano i ministri Roberto Speranza (Salute), Mariastella Gelmini (Regioni) e i rappresentanti dei partiti di maggioranza, deciderà se e per quali settori allentare la stretta. 

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L’ipotesi più accreditata è che venga dato il via libera solo ai bar e ai ristoranti con tavoli all’aperto. Lo stesso vale per il settore dello spettacolo, dove verrebbero premiate esclusivamente le arene. In più, per venire incontro alle raccomandazioni di Speranza e del Cts che continuano a predicare «la massima prudenza», gli orari potrebbero essere limitati: bar e ristoranti con dehors dovrebbero chiudere alle tre o alle quattro del pomeriggio per scongiurare il rischio-movida con gli assembramenti all’ora dell’aperitivo. Non è però da escludere che alla fine il governo lasci tutto così com’è fino al 30 aprile, fissando però un calendario delle riaperture settore per settore.

L’IPOTESI-CALENDARIO

Questa soluzione, che darebbe quella che Draghi chiama «una prospettiva verso il futuro», potrebbe prevalere se non ci sarà un’accelerazione della campagna vaccinale per gli anziani. Tra gli ultra ottantenni finora ha ricevuto la prima dose il 71,8% (il 39,6% anche la seconda) e tra i 70-79 anni appena il 20,8% ha avuto la prima somministrazione (2,6% la seconda). E, come ha avvertito il premier giovedì, «per le riaperture non si guarderà solo ai contagi, all’indice di incidenza e all’affollamento delle terapie intensive, ma anche a un nuovo parametro: la copertura vaccinale da parte delle Regioni delle persone più anziane, perché solo così si abbassa il rischio-decessi e si portano gli ospedali sotto la soglia di criticità».
Eppure, nel governo c’è ottimismo. «Draghi appena giovedì scorso ha imposto la svolta e soltanto venerdì il commissario Figliuolo ha emanato l’ordinanza che impone alle Regioni di procedere con la massima celerità all’immunizzazione delle persone anziane o fragili», dice una fonte vicina al premier, «dunque d’ora in poi ci sarà una forte accelerazione delle vaccinazioni per gli ultra settantenni e ciò abbasserà rapidamente l’indice di mortalità e la pressione sulle terapie intensive.

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I risultati si vedranno a breve, speriamo già la prossima settimana: tutti vogliamo procedere alle prime riaperture». In più, per non archiviare la speranza di allentare la stretta lunedì 19 aprile, nel governo si ricorre all’esempio inglese: «Ciò che conta è la prima dose, che già offre un’immunizzazione importante. Tant’è, che in Gran Bretagna questa ha permesso di abbattere il numero dei decessi e anche di riaprire i pub». 

Tutto, però, dipenderà dai dati reali. Senza un’effettiva accelerazione delle immunizzazioni degli anziani prevarrà la linea della massima prudenza. Anche perché la minaccia delle varianti del Covid è tutt’altro che sfumata.
 

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