Rai a Milano, un contratto d’oro per fare la “Saxa Rubra padana”

Rai a Milano, un contratto d oro per fare la Saxa Rubra padana
Rai a Milano, un contratto d’oro per fare la “Saxa Rubra padana”
di Lorenzo De Cicco
5 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Giugno 2021, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 13:20

Quanto costerebbe la nuova sede della Rai a Milano? Quasi 135 milioni di euro di affitto. Fino al 2052. Lo rivela lo studio di fattibilità dell'«operazione Portello», la Saxa Rubra padana approvata con un blitz dal Cda uscente della tv pubblica, e subito bersagliata da attacchi bipartisan, dal governatore dem del Lazio Nicola Zingaretti alla sindaca grillina di Roma Virginia Raggi, al coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.


Sette giorni fa, quando il consiglio d'amministrazione di viale Mazzini ha licenziato la delibera d'indirizzo per realizzare una nuova sede nel polo di Portello della Fiera di Milano, ai membri del Cda è stato consegnato uno studio che tratteggiava i costi dell'operazione.

Chi ha visionato le carte racconta di un contratto da 27 anni complessivi (tre rinnovi da 9 anni), a circa 5 milioni di euro l'anno di affitto. Lo stesso confermano fonti della Fiera di Milano: «I numeri della trattativa sono quelli».

Rai, ora è asse tra i deputati romani: no allo scippo di viale Mazzini a Milano

È un fiume di denaro pubblico convogliato in un progetto che potrebbe dare i primi benefici, forse, solo dal 2029: prima per le casse Rai sarebbe un piano in rosso. Il «break-even point», il momento in cui l'operazione inizierebbe a non essere più in perdita, avverrebbe tra 8 anni, dopo l'avvio del maxi-centro del Nord, previsto tra il 2024 e il 2025.
IL RESTAURO DEL 2017
Per finanziare il progetto la Rai dovrebbe vendere la storica sede di Corso Sempione a Milano e disdire l'affitto della sede di via Mecenate, il cui contratto è in scadenza fra 3 anni. Proprio via Mecenate è stata oggetto di un intervento di ammodernamento milionario appena quattro anni fa. Come ha ricostruito Michele Anzaldi, parlamentare di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, nell'estate del 2017 furono finanziati «i lavori per il nuovo maxi-studio di Milano di Che tempo che fa», per una spesa complessiva di quasi 2 milioni di euro.

«Perché spendere una cifra del genere per ammodernare un capannone che non è di proprietà, ma preso in affitto, e con il contratto in scadenza?». Della dismissione di via Mecenate difatti si parla da anni. Almeno dal 2017, quando la Rai pubblicò una manifestazione d'interesse per cercare alternative. In questo contesto è nata l'idea Portello. La Fiera di Milano si era fatta avanti per una sistemazione molto più limitata: mezzo padiglione, solo per gli studi ospitati oggi a via Mecenate. Poi il progetto si è gonfiato, fino a raddoppiare con la decisione di indirizzare a Portello anche le produzioni di Corso Sempione - tutte quelle di Milano in sostanza - mettendo in vendita la storica sede di proprietà. Col miraggio della Saxa del Nord. Una mossa costosa, a svariati zeri, mentre latitano gli investimenti per Roma: a partire da viale Mazzini, che combatte con i problemi legati all'amianto da anni (se ne parla almeno dall'inizio del 2000) e che sempre nel 2017 era stata oggetto di un piano di restauro, mai andato in porto.
I costi del futuro e gli sprechi del passato non sono l'unico intoppo sulla via per la Saxa padana. C'è anche un ostacolo burocratico: dato che l'avviso del 2017 era per un progetto molto più modesto rispetto a quello attuale, servirà una nuova manifestazione d'interesse. Ne sono convinti diversi membri del Cda. Insomma, l'operazione alla fine potrebbe concludersi anche lontano dalla Fiera. Un altro pasticcio. Sempre che il nuovo Cda non decida per un'inversione di rotta, che da più parti viene invocata. Nicola Zingaretti proprio dalle colonne del Messaggero nei giorni scorsi ha difeso l'importanza della Capitale per l'azienda pubblica. «Vogliamo sapere le ragioni industriali e di strategia aziendale che hanno condotto alla scelta» di spingere Milano e trascurare «l'importanza della Capitale che ha già un asset molto più avanzato».

La Rai a Milano? «E' patrimonio di Roma»: il caso arriva in Parlamento


Con un'interrogazione alla Vigilanza, il senatore Maurizio Gasparri di FI ha chiesto ai vertici Rai di sapere «quali siano le intenzioni circa gli investimenti a Milano; se si tratta di riorganizzare il centro nella città lombarda o se si immagina di trasferire lì delle attività che attualmente si svolgono a Roma». Una strategia che avrebbe «ricadute negative su tutte le attività dell'audio-visivo che nella Capitale da sempre rappresentano un'importante risorsa culturale e occupazionale».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA