Mattarella torna al Quirinale. Il saluto dei romani: «Grazie Presidente»

Il primo giorno da “nuovo” capo dello Stato con il trasloco-bis dalla casa ai Parioli

Mattarella torna al Quirinale. Il saluto dei romani: «Grazie Presidente»
Mattarella torna al Quirinale. Il saluto dei romani: «Grazie Presidente»
di Mario Ajello
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Domenica 30 Gennaio 2022, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 11:31

Che giornata normale la giornata particolare del presidente bis. Accolto in mezzo alla strada come un nonno o come un amico che ha deciso di restare tra di noi perché abbiamo bisogno della sua presenza. «Grazie, Presidente», gli grida un gruppo di romani ai Parioli. «Bentornato, Sergio», azzarda qualcuno come se Mattarella fosse sparito in questi mesi o scappato a Cuba, come si ironizza in uno di quei meme che ieri gli hanno fatto vedere i suoi nipoti sul telefonino e lo hanno divertito assai. 

Nel primo giorno da presidente bis, Mattarella non s’è messo allo scrittoio per buttare giù, sull’onda degli eventi della sua rielezione, il discorso di inaugurazione del ritorno al Quirinale.

Da dove non era ancora sceso, nonostante gli scatoloni che già aveva fatto partire verso la casa appena affittata ai Parioli, in Via Lutezia, e che per adesso terrà ma non ha ancora deciso fino a quando, visto che comunque c’è una pigione da pagare e un tipo come lui non è persona che ama spendere inutilmente. Non tanto per eccesso di parsimonia - Luigi Einaudi al Colle offriva agli ospiti solo mezza mela, per conservarne l’altra metà, secondo la mitologia - quanto per semplicità. Evitare doppioni, anche se le dimensioni della casa angolo Viale Liegi sono ovviamente imparagonabili con quelle dell’ex palazzo dei papi. E comunque, in attesa di decidere che cosa farne, ieri mattina Mattarella ha fatto un sopralluogo nella sua abitazione privata e ci si è intrattenuto un po’ per fare la cernita del contro-trasloco. Ovvero, che cosa riportare al Colle dei vestiti e dei libri e degli oggetti personali che, quando era convinto di aver finito il mandato e che non ce ne sarebbe stato un altro, aveva fatto arrivare a Via Lutezia? Problemi da persona normale quale il neo-ri-presidente è sempre stato e continua ad essere. 

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In strada

E tutta la roba fatta arrivare ai Parioli dalla casa di Via Libertà a Palermo che è stata quasi dismessa in favore di questa che sarebbe dovuta diventare la sua prima dimora? Anche questo si vedrà. Insieme a tutto il resto perché non è facile scompaginare l’agenda che si era fatto il Mattarella uscente - grandi passeggiate a Villa Borghese, il lavoro da senatore a vita a Palazzo Giustiniani, le letture adorate e la tranquillità da presidente emerito - con gli impegni e le responsabilità che gli competono di nuovo. Intanto la sua visita breve a Via Lutezia ha incluso una scenetta che ha riportato su Mattarella le luci di quella ribalta nazional-popolare sulla quale gli italiani lo hanno sempre guardato con grande affetto e considerazione. Uscendo dal palazzo, gli applausi di un piccolo gruppo di persone a cui risponde con un sorriso timido e prima di salire in macchina per andare via il presidente si ferma sul marciapiedi per salutare Adriano, un bimbo di 6 anni che abita lì accanto. Il quale gli regala un disegnino con la bandiera tricolore. Mattarella lo ringrazia e gli dà un bacio sulla guancia. Terrà il foglietto al Quirinale ma non tra i cimeli della Repubblica (nelle stanze del Colle che abita non ne conserva granché) bensì tra i ricordi personali come piccolo portafortuna per un nuovo settennato verso il quale si avvia tra serenità e qualche motivo di preoccupazione per la situazione sanitaria e economica e per quella politica che in questi giorni di votazioni quirinalizie s’è confermata caotica, anche naturalmente gestibile tramite la grazia istituzionale e la saggezza costituzionale di cui Mattarella non fa certo difetto. 

Gli scherzi

La normale giornata particolare del presidente - particolare perché non aveva previsto di doversi ritrovare nel ruolo a cui è stato destinato per la seconda volta - si è svolta così tra la messa mattutina nella cappella del Quirinale, il pranzo con i familiari, il sopralluogo con la figlia Laura nella casa ai Parioli - davanti alla quale c’è il furgoncino bianco con le ultime cose che erano state portate dal Colle e invece indietro tutta - e il ritorno nella sede della presidenza. Si è preso la domenica di pausa, prima di ricominciare. Si è divertito con i nipoti e i meme dilaganti sulla rielezione. «Nonno, nonno, guarda questo», gli dice uno dei figli di Laura porgendogli il telefonino. E lui sorride vedendo il meme in cui viene ritratto come un carcerato che di notte si cala da una finestra del Quirinale appeso a un lenzuolo. In un altro fotomontaggio scappa imboccando l’autostrada in direzione contraria al cartello che dice Italia. Tutti meme positivi (particolarmente gradito al presidente quello in cui si vede l’uscente dal Colle che stringe la mano all’entrante ed entrambi sono sempre lui), e allegria per il bis-presidente che si è subito calato nella parte di chi ha responsabilmente risposto alla chiamata della patria. L’affetto popolare lo conforta, ma non gli fa dimenticare i compiti che lo aspettano, mentre a riassumere il tutto dal punto di vista scenico ci sono anche gli scatoloni contenenti gli attrezzi di lavoro dei suoi consiglieri - da Astori a Grasso - che erano partiti dal Colle ma in queste ore rieccoli. Tocca spacchettare tutto e accingersi a una stagione politico-istituzionale che potrebbe rivelarsi perfino più complicata di quella del primo mandato.

 
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