M5S, i paletti di Conte per la leadership: Movimento unito e alleanza con i dem

M5S, i paletti di Conte per la leadership: Movimento unito e alleanza con i dem
M5S, i paletti di Conte per la leadership: Movimento unito e alleanza con i dem
di Emilio Pucci
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Mercoledì 24 Febbraio 2021, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Alla Camera al momento sono 13 e hanno formato una componente con tanto di nome, L'alternativa c'è, e di logo, una ruota dentata con all'interno una stella tricolore. Al Senato sono sei quelli che hanno aderito al progetto ma in realtà si punta ancora a costituire un gruppo sotto l'insegna dell'Italia dei valori del segretario Messina. Il mondo ex pentastellato si muove e pensa in grande. «Presto spiega un senatore uscito da M5S arriveranno altre adesioni». A fare da detonatore il convincimento - sarà il tema dei rendiconti. La stretta è già in programma e chi non è al passo con le regole sta pensando di fare le valigie.

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Le incognite

I big del Movimento non si voltano indietro: «Chi non verserà quanto dovuto andrà fuori», la linea. Ponti tagliati, dunque, con chi non crede nella strategia governista, anche se sul futuro resta più di un punto interrogativo. Il primo è legato all'ex premier Conte che è tornato ad indossare il vestito del docente universitario a Firenze (venerdì la prima lezione a distanza) ma non è uscito dai radar M5S.

Tuttavia si metterà alla testa del Movimento alle sue condizioni, ovvero con una prospettiva e un piano ben preciso di alleanza (con Pd e Leu) e solo se ci sarà totale convergenza riguardo la sua leadership. Insomma il giurista pugliese non ci sta ad essere bersaglio, attenderà di capire come evolverà il dibattito in M5S prima di fare le sue mosse. Anche perché un'ala del Movimento porta avanti una posizione diversa dalla sua. Ovvero no ad alleanze a tutti i costi, basta con le operazioni come quella dell'intergruppo (l'asse che è stato siglato al Senato), saranno i territori a decidere e anche a livello nazionale mani libere.

Con il nuovo governo Draghi diversi grillini temono che legandosi al Pd finirebbero per essere schiacciati e per perdere ulteriori consensi. Per ora il Movimento pensa al presente, la partita sui sottosegretari (la pattuglia in gran parte sarà espressione del Mezzogiorno) potrebbe creare ulteriore fibrillazione interna e ingrossare così la componente creata a Montecitorio dai deputati espulsi per aver detto no all'esecutivo guidato dall'ex numero uno della Bce. L'ala che guarda a Di Battista come punto di riferimento non ha aderito. Del resto Dibba ha spiegato di volerne stare fuori. «Noi dovremo essere sottoposti a una votazione on line» perché «a seguito del pronunciamento dei probiviri bisogna sempre passare attraverso la ratifica della rete», dice il senatore Morra.

Chi è stato espulso mira a porre il tema del conflitto d'interessi di Crimi e Dadone che fanno parte del Collegio dei probiviri, anche se questa la tesi il primo è ancora capo politico e la seconda ministra. I ribelli grillini hanno affidato a un avvocato il mandato di procedere contro il Movimento 5 Stelle chiedendo l'annullamento della delibera di espulsione e il risarcimento dei danni.
 

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