Lockdown, la linea dura di Draghi: avanti con chiusure mirate, il Cts verrà ridimensionato

Lockdown, linea dura di Draghi: avanti con chiusure mirate, il Cts verrà ridimensionato
Lockdown, linea dura di Draghi: avanti con chiusure mirate, il Cts verrà ridimensionato
di Alberto Gentili
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 23:29

Rigore e massima cautela. Mario Draghi sposerà la linea dura nella lotta alla pandemia, soprattutto adesso che la terza ondata mostra gli artigli cavalcando le varianti del Covid-19. Molto più rapide nella diffusione e decisamente più letali. Il premier però non si limiterà ad alzare argine contro il virus. L'altro obiettivo è dare una «forte accelerazione» alla campagna vaccinale, in modo da strappare il Paese alla crisi sanitaria, economica e sociale. E, nel frattempo, assicurare «adeguati ristori» ai settori colpiti dalle restrizioni.

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Come ha dimostrato domenica, quando ha dato il via libera al decreto del ministro della Salute Roberto Speranza che ha prorogato in extremis lo stop alla stagione sciistica fino al 5 marzo, Draghi non si tira indietro quando c'è da assumere decisioni impopolari. «Ma ogni decisione», spiega chi ha parlato con il presidente del Consiglio, «verrà presa sulla base dei dati oggettivi dell'evoluzione della pandemia». E nei giorni Draghi convocherà un vertice per stabilire la strategia del nuovo governo sulla questione sanitaria, che però resterà in linea con quella dell'Unione europea e delle maggiori cancellerie. Berlino in testa, dove Angela Merkel ha prorogato il lockdown.

 


IL PRIMO TEST
Il primo banco di prova è atteso per venerdì, quando la cabina di regia composta dagli esperti dell'Iss, della Salute e delle Regioni, avrà a disposizione i dati aggiornati sulla diffusione delle varianti-Covid. Se come appare ormai certo il monitoraggio settimanale fornirà un quadro allarmante, è probabile che verrà deciso un inasprimento con zone rosse rafforzate nei Comuni, Province ed eventualmente Regioni dove le varianti sono più diffuse: confini e scuole materne ed elementari chiusi; negozi, attività e ristoranti sbarrati; si esce di casa solo per «comprovate esigenze di urgenza o di lavoro».

Il modello umbro, insomma, dove c'è la zona rosa rafforzata a causa della variante inglese nella provincia di Perugia e in sette Comuni del Ternano. Non a caso proprio ieri Speranza è andato in Umbria a verificare di persona la situazione. Sempre ieri sono state chiusi quattro Comuni lombardi: Bollate, Mede, Viggiù e Castronazzo ed è stata individuata una nuova mutazione del virus a Napoli.

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L'allarme è alto. La variante inglese colpisce i bambini e ha un indice di trasmissibilità e di letalità superiore del 40-50% rispetto al ceppo originario del Covid. Di conseguenza il governo teme che diventi dominante nell'arco di poche settimane. E prevede un innalzamento del numero dei nuovi positivi e un aggravamento della situazione nelle terapie intensive.
FASCE, CRITERI PIÙ RIGIDI
Non dovrebbe però scattare, a meno che la situazione non dovesse precipitare repentinamente, un lockdown nazionale. Fino al 5 marzo, data di scadenza dell'attuale Dpcm, resterà il sistema a fasce (rossa, arancione, gialla) Regione per Regione, con la chiusura dei confini regionali e il coprifuoco alle 22. Con un probabile inasprimento dei criteri, in modo da rendere più facile l'ingresso delle Regioni nelle fasce rossa e arancione.

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Queste misure verranno accompagnate, appunto, dalle zone rosse rafforzate dove sono presenti i focolai (sempre più diffusi) della variante inglese. «Dopo il 5 marzo, con un nuovo Dpcm, si stabilirà come proseguire. Ma in questa fase è impossibile fare previsioni: tutto dipende da come evolverà l'epidemia», dicono al ministero della Salute e confermano al Cts, «è però probabile che verrà confermato il sistema a fasce su base regionale: ha funzionato e ha permesso fin qui di evitare il lockdown nazionale».
Prevista invece una novità: il ridimensionamento del Cts, finito nel mirino di Lega e Forza Italia, con una sforbiciata ai suoi componenti. E lo stop alle esternazioni degli esperti che ne fanno parte. «Ci sarà una comunicazione unitaria», è l'impegno. Il segno che, con il nuovo governo, qualcosa cambierà nella gestione della pandemia. Tant'è, che non è esclusa neppure una modifica all'attuale governance dell'emergenza, che ha visto finora la cabina di regia Iss-Salute-Regioni nel ruolo di dominus indiscusso.

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IL NODO VACCINI
Più immediato sarà l'intervento sui vaccini. Draghi vuole accelerare la campagna grazie all'impiego della Protezione civile e dell'esercito, call center per le prenotazioni, piattaforma digitale nazionale per il censimento dei vaccinati. E con l'utilizzo di centri fieristici, hangar aeroportuali, cinema, teatri, palasport per la somministrazione delle dosi. Nel frattempo il premier darà battaglia per ottenere dalle case farmaceutiche le forniture promesse e per incrementarle. Obiettivo: 500 mila vaccinati al giorno. «Solo con la diffusione del vaccino», è stato il suo ragionamento durante le consultazioni, «potrà scattare la ripresa economica, occupazionale e dei consumi».

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