Avanti senza padri. Niente più Casaleggio senior, la cui memoria nel quinto anniversario della morte i grillini hanno snobbato platealmente (a parte la Raggi e Dibba che però è ormai fuori dal movimento). Niente più Grillo, nel senso che all'Elevato è stato tolto lo scettro morale - causa video maschilista e familista - dalle sue creature politiche, lui li chiama «i miracolati», i quali ha rotto il totem dell'infallibilità di Beppe e lo trattano come un simpatico, neanche più tanto, pasticcione sempre meno servibile al tempo del partitismo di Conte. Non certo un visionario rousseauiano ma un democristianoide sudista. E non sarà un padre, ma è figlio di suo padre Gianroberto, il Davide costretto a divorziare da M5S, perché lui vuole i soldi e quelli non pagano, e s'è ridotto a chiedere agli ex fratelli: «Che fate, mi cacciate?». Risposta corale: «Sì».
Casaleggio divorzia dai Cinquestelle tra veleni e accuse. «Rousseau non è neutrale»
RADICI
Lo strappo delle radici del movimento, e da chi le rappresentava, è compiuto. Il ciaone a Davide è un ciaone a Rousseau nel senso anche di Jean Jacques a cui è intitolata la piattaforma informatica della Casaleggio Associati. Cioè un commiato («Rousseau cadrà presto in eterno oblio», diceva il suo nemico Voltaire e finalmente ci ha azzeccato) nei confronti del mito della democrazia diretta presa in prestito dal filosofo ginevrino e dalla sua teoria del buon selvaggio che tradotto in grillesco ha voluto significare: sventriamo il Parlamento come fosse una scatoletta di tonno. Il che non è avvenuto (nella scatoletta vogliono restarci ad oltranza) e in generale l'abiura a tutto ciò che in questi dieci anni è stato M5S si è compiuta prima nei contenuti (l'uno vale uno non esiste più nel partito degli ottimati: Di Maio e pochi altri con Conte calato dall'alto) e ora nelle persone. Grillo ha cercato fino all'ultimo di salvare Davide, se non altro per affetto verso il compianto genitore, ma lo stesso Beppe ha perso peso e autorità presso i suoi.
Lo strappo dai propri cari significa l'approdo, tardivo, alla consapevolezza che la democrazia digitale, delle piattaforme internettiane, del popolo che non delega più e rappresenta direttamente se stesso con un clic, era un falso. Ma siccome la storia insegna soltanto che nessuno impara dalla storia, eccoli di nuovo i grillini semi-liberi da Grillo e liberi da Casaleggio che vorrebbero maneggiare nuovi sistemi informatici sostitutivi di Rousseau. Ma fallaci quanto quello. Il primo tentativo di voto con Google Form, l'altro giorno, è stato annullato perché i voti risultavano visibili nel corso del procedimento. Si ricomincia con un passo falso? Si ricade da dove si cerca di fuggire?
M5S, da Grillo "stanco" a Conte che non decide e Casaleggio che batte cassa: movimento nel caos
Dopo Rousseau, l'ultima spiaggia si chiama Conte. E il ripudio di quello che era il principio vigente in questi anni, così sintetizzato due anni fa da Davide: «La vecchia partitocrazia è come Blockbuster, noi siamo come Netflix. Il futuro è nella Rete. Noi non siamo come i partiti tradizionali». Errato, proprio come quelli hanno deciso di voler essere.
IL MAI AMATO
In realtà Davide era tollerato e non amato dai grillini, stava lì perché figlio ed erede, proprietario delle chiavi di accesso al movimento ma vissuto come un ufficiale delle imposte. A cui si era costretti a pagare l'obolo di 300 euro (per un sistema web mal funzionante) ma nessuno li ha mai pagati. Quando quello ha preteso i crediti, quasi mezzo milione di euro, quelli gli hanno detto ciò che hanno sempre pensato di lui: perché non smammi? E così è finita un'epopea che forse era già morta mentre moriva Gianroberto, portandosi sul Pianeta di Gaia i suoi sogni palingenetici che qui sotto, tra i 5 stelle, non sono niente più che il passato di un'illusione.