Green pass, in arrivo limiti ai No vax: l'ipotesi dei divieti per ristoranti, bar e cinema

Il governo studia le nuove misure

Green pass, limiti ai No-vax: l'ipotesi dei divieti per ristoranti, bar e cinema
Green pass, limiti ai No-vax: l'ipotesi dei divieti per ristoranti, bar e cinema
di Francesco Malfetano
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Venerdì 19 Novembre 2021, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 14:03

La risalita dei contagi ora non si può più ignorare e, presto, arriverà una stretta sulla durate del Green pass e nuove restrizioni per i non vaccinati. Nonostante la difesa «dello schema attuale» portata avanti tanto dal ministero della Salute quanto da Palazzo Chigi fino a pochi giorni fa, ora le cose stanno cambiando velocemente. Lo dimostra l'accelerazione concordata sull'inizio della campagna per la terza dose ai 40-59enni, ieri anticipata al 22 novembre. Così dopo il pressing dei governatori, potrebbe arrivare già la prossima settimana un nuovo decreto che affianchi al già previsto obbligo vaccinale per i sanitari (allo studio l'anticipo al quinto mese dopo la seconda dose, ma dovrà esprimersi il Cts) anche nuove misure

Green pass, ecco i limiti ai No-vax

 

Non c'è però ancora un fronte unitario all'interno dell'esecutivo e, anche se cresce la preoccupazione di Mario Draghi, non è detto che si arrivi davvero alla stretta. Lo dimostra ad esempio la frenata arrivata ieri da parte del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Oggi non è oggetto di decisione: lo schema di lavoro è che deve essere la comunità scientifica a dirci cosa fare.

Bisogna andare avanti con le vaccinazioni. Il tema non è neanche l’obbligo di vaccini, il tema è la terza dose».

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Una posizione che tuttavia inizia a confliggere con la linea dettata dal ministro della Salute Roberto Speranza che è, come sempre, quella della «massima cautela». Un modus operandi che oggi penalizzerebbe inevitabilmente chi ha scelto di non immunizzarsi. D'altronde i primi segnali erano arrivati già nella conferenza Stato-Regioni di ieri, dove la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini aveva chiarito ai governatori che «se l'aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati». Ha sostanzialmente sposato la linea propugnata nei giorni scorsi dai presidenti di Regione che, infatti, saranno convocati nuovamente la prossima settimana per definire i contorni del nuovo provvedimento. Un testo che, va precisato ancora, non è detto veda davvero la luce la prossima settimana. Al di là dell'incontro infatti, la valutazione potrebbe slittare ai primi giorni di dicembre per poi, in caso, essere confortate dal parere del Comitato tecnico scientifico. 

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CERTIFICAZIONE VERDE E TAMPONI
Misura principale su cui sono già scemati anche gli ultimi dubbi è la riduzione della validità del Green pass. I 12 mesi rispettati fino ad oggi infatti, confliggono non più solo con i dati internazionali ma anche con gli ultimi studi dell'Istituto superiore di sanità. È stato dimostrato che la copertura vaccinale cominicia a scemare dopo i 6 mesi, specie nelle persone più anziane. Per questo si è scelto di accelerare con la campagna di richiamo e per questo ora si punta a rendere valido il Green pass "solo" per 9 mesi a partire data della seconda inoculazione. Non è escluso inoltre che si intervenga anche sulla questione tamponi. Al momento gli antigenici sono sufficienti per ottenere un Qr code valido 48 ore. Tuttavia la loro attendibilità, è noto, non è completa. Allora gli scienziati, in una fase di crescita dell'epidemia come quella attuale, vorrebbero accantonarli oppure limitarne la validità a 24 ore, lasciando quindi spazio maggiore ai molecolari. Anche la durata della validità di questi ultimi però, attualmente di 72 ore, potrebbe essere rivista e riportata a 48.

 

MISURE PER I NON VACCINATI
La stretta principale però potrebbe intaccare pesantemente la vita sociale dei non vaccinati. L'idea del fronte rigorista (che, anche se va infoltendosi, dovrà inevitabilmente confrontarsi sul punto con la cautela di Draghi e l'ala meno favorevole del governo) è quella di vietare ai No vax l'accesso a bar, ristoranti, cinema, teatri, sale da gioco e, in generale, in tutti quei servizi non considerati essenziali. Esclusi ovviamente tanto i luoghi di lavoro quanto farmacie e negozi alimentari, a cui potrannoa accedere con un tampone negativo. Una sorta di riformulazione italiana del cosiddetto modello tedesco "2G". Il refrain, è che non si può penalizzare chi ha aderito alla campagna vaccinale e, soprattutto, non si può rischiare di limitare le attività economiche. Tuttavia è in corso una valutazione tecnica sulla fattibilità di tutto ciò, e non è detto che l'esito sarà positivo. 

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