Green pass, “totem” o un addetto per le verifiche in azienda. Nel pubblico ipotesi app

Green pass, totem o un addetto per le verifiche in azienda. Nel pubblico ipotesi app
Green pass, “totem” o un addetto per le verifiche in azienda. Nel pubblico ipotesi app
di Francesco Malfetano
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Giovedì 16 Settembre 2021, 00:59 - Ultimo aggiornamento: 10:53

Totem” per la lettura automatica del Qr code prima dell’ingresso in ufficio, un addetto che controlli uno ad uno i dipendenti oppure il ricorso alla “super app” già utilizzata nelle scuole. Ora che è ormai certa l’ufficialità dell’estensione dell’obbligo di Green pass a dipendenti pubblici e privati a partire da ottobre - con buona probabilità da metà mese - tiene ovviamente banco la questione controlli. Come dovranno essere articolati? Chi se ne occuperà? E cosa rischia chi entrerà senza la certificazione verde? Quesiti complessi che richiedono risposte semplici per evitare che, a un mese da oggi, ci si ritrovi con assembramenti ingestibili davanti all’ingresso di uffici e stabilimenti produttivi. Al netto della possibilità di scaglionare gli orari di accesso per evitarli infatti, si punta a velocizzare al massimo i controlli. 

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LE IMPRESE

Per i privati la pratica funzionerà più o meno come già accade da tempo in ristoranti al chiuso, cinema o treni dell’alta velocità.

Un addetto al controllo, delegato dall’azienda, dovrà occuparsi di verificare ogni mattina il Qr code dei suoi colleghi sfruttando l’app VerificaC19. Il tutto, ovviamente, nel rispetto della privacy dei dipendenti che non vedranno essere rivelato il requisito che gli ha consentito di ottenere il pass (vaccinazione, guarigione o tampone negativo). In alternativa, ma resta ancora qualche dubbio rispetto a questo tipo di soluzione, un po’ come proposto già da alcune università italiane che in vista della ripresa delle lezioni erano preoccupate per l’afflusso degli studenti negli atenei, si potrà ricorrere a scanner automatici.

Dei “totem” che, verificato il pass, consentano o neghino l’accesso. Una soluzione particolarmente efficace soprattutto per quelle aziende che hanno molti dipendenti e dei tornelli all’ingresso. Sembra invece non esserci alcuna possibilità che l’intera gestione finisca a carico dei medici aziendali. Questi infatti si sono sfilati già sfilati attraverso una nota pubblicata dall’Anma, l’associazione di categoria: «Non tocca a noi controllare il Green pass - si legge - E non chiedeteci di fornire alle aziende dati sul numero dei dipendenti con il vaccino o con il Green pass». 

GLI STATALI

Un discorso lievemente differente potrebbe invece riguardare i dipendenti della pubblica amministrazione. Questi infatti, al pari di quanto già accade per docenti e operatori scolastici, potrebbe beneficiare di una corsia preferenziale per il controllo del Qr code. Ovvero la cosiddetta “super app” sviluppata da Sogei a tempo di record prima dell’inizio dell’anno scolastico. Per il momento è ancora poco più di un’ipotesi, principalmente perché i tempi necessari a fare in modo che ciò funzioni rischiano di essere piuttosto lunghi (che è anche il motivo dell’esclusione momentanea dei privati dalla possibilità). 

Per portare a regime il sistema bisogna infatti far dialogare ogni singolo sistema informativo della Pa con la Piattaforma nazionale digital green certificate (Pndgc). Mutuando il modello scuola in questo modo anziché effettuare il controllo all’ingresso, il delegato aziendale dovrà “solo” verificare quotidianamente una singola schermata. Cioè, collegandosi al sistema informativo con le credenziali concesse, vedrà tutti i codici fiscali del personale controllandone il possesso di un Green pass valido con una semplice occhiata. Accanto al codice di un dipendente senza certificazione infatti, apparirà un semaforo rosso (o verde se è in regola) che farà scattare ulteriori verifiche con il diretto interessato per accertarsi che ne sia realmente sprovvisto oppure se ci siano stati ritardi nella registrazione. 

Sembrano invece esserci pochi dubbi sui rischi che corrono i lavoratori senza pass. Il licenziamento, come richiesto anche dai sindacati ieri al premier Mario Draghi, non pare sia considerata un’opzione percorribile. Si rischia però, in caso di reiterazione del mancato ingresso (considerato assenza ingiustificata), la sospensione dal posto di lavoro. 

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