Green pass esteso a 9 mesi, ipotesi di averlo già dopo la prima dose di vaccino. Il certificato anche per matrimoni e congressi

Green pass esteso a 9 mesi, ipotesi di averlo già dopo la prima dose di vaccino. Il certificato anche per matrimoni e congressi
di Francesco Malfetano
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Lunedì 17 Maggio 2021, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 18:17

Un pass vaccinale “nuovo”. O meglio un documento più facile da ottenere, con una durata estesa fino a 9 mesi e utile non solo per gli spostamenti ma anche per accedere a matrimoni, fiere e congressi. È la soluzione a cui sta lavorando il governo per rendere più funzionale e inclusivo lo strumento che necessariamente dovrà essere al centro dell’estate in arrivo. L’idea, trapela da Palazzo Chigi, è quella di ridefinire i parametri che permettono di utilizzare il certificato verde nazionale (per quello Ue bisognerà attendere metà giugno).

 

Se infatti oggi per ottenere il lasciapassare - che consente solo di spostarsi tra Regioni di colore diverso - è necessario esibire l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 precedenti oppure essere guariti dalla Covid19 o anche aver completato il ciclo vaccinale, l’ipotesi allo studio prevede fondamentalmente tempi più brevi.

Ovvero non sarà necessario aver ricevuto il richiamo del vaccino, ma basterà essersi sottoposti alla prima inoculazione. Una misura salva-estate che punta a ridimensionare in qualche modo la fascia di popolazione che negli ultimi giorni ha preso a rinunciare al proprio turno di vaccinazione nel timore che il richiamo capitasse durante il periodo di ferie e che, quindi, fossero costretti a restare in città per ottenerlo.

LE IPOTESI - La misura al momento è ancora solo un’ipotesi che sarà sottoposta da Palazzo Chigi al vaglio degli esperti. «Ma ha assolutamente senso» garantisce Fabrizio Pregliasco, il direttore sanitario del Galeazzi di Milano. «Basti pensare che in Regno Unito si è deciso di somministrare subito una prima dose a quanta più gente possibile, lasciandosi poi il richiamo per un secondo momento. Si è visto che questo è un modello che funziona - continua il virologo, diventato volto noto nel corso dell’emergenza sanitaria - anche perché il richiamo serve a prolungare la capacità di risposta del vaccino non ad aumentarne l’efficacia». «A supporto di questa visione d’altronde» continua Pregliasco, «ci sono anche i dati appena pubblicati dall’Istituto superiore di Sanità». Il monitoraggio a cui fa riferimento il virologo è quello sull’impatto delle vaccinazioni sul rischio di contagio, ricovero e morte per il Coronavirus reso noto dall’Iss pochi giorni fa. «Il rischio di infezione, ricovero e decesso - si legge nel documento - diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso». In altre parole bastano 15 giorni per una prima risposta immunitaria.

NUOVA VERSIONE - Non si tratta però del solo elemento di discontinuità rispetto alla prima versione del pass elaborata dal governo per il decreto riaperture del 26 aprile scorso. Ad esempio, si sta ragionando anche sull’estendere la scadenza delle vaccinazioni, portando dai 6 attuali a 9 i mesi di riferimento per la validità del pass (il M5s invece, con il ministro Patuanelli, in Cdm ha chiesto di arrivare a un anno). Per cui ad esempio chi ha completato il ciclo a fine gennaio non vedrà scadere il documento a fine luglio, ma potrà usufruirne fino ad ottobre. Non solo, dopo il pressing delle associazioni di categoria, sul tavolo del governo c’è anche l’ipotesi di rendere obbligatorio il green pass in più situazioni.

Al momento infatti è necessario solo per passare da una Regione di colore giallo ad una arancione (o anche rossa), ma con i dati in calo e la sola Valle d’Aosta rimasta nella fascia di rischio intermedia, l’impatto sarebbe relativo. E allora ecco la prima applicazione aggiuntiva del green pass che, come trapela dal governo, diventerà la chiave per il rilancio del settore del wedding. Dal 15 giugno sarà infatti finalmente possibile allestire banchetti di nozze (nel rispetto dei protocolli) a patto che tutti gli invitati abbiano la certificazione. Per il momento si tratta dell’unica certezza, ma allo studio c’è pure la possibilità di utilizzarlo per fiere, congressi e convegni anticipando così di 15 giorni la loro ripartenza ora prevista il 1 luglio. 

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