Governo Draghi, un italiano su 2 tifa Mario. Il pressing delle imprese sui partiti: «Sostenere questo premier»

Governo Draghi, un italiano su 2 tifa Mario. Il pressing delle imprese sui partiti: «Sostenere questo premier»
di Diodato Pirone
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Sabato 6 Febbraio 2021, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 16:29

Ad aprile scorso, in pieno lockdown, Confindustria Udine lanciò una petizione per nominare Mario Draghi presidente del Consiglio: un segnale precocissimo e altrettanto chiaro che spiega benissimo il clima che oggi si respira tra gli imprenditori.
Ma ora che la saggezza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto imboccare una nuova strada al Paese gli imprenditori hanno fatto un passo avanti. Lo sintetizza bene Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto quando dice di avere un sogno e cioè che «per una volta i partiti non si dividano e mettano da parte i propri legittimi interessi e siano tutti uniti per il bene del Paese». 
A Carraro si unisce Leopoldo Destro, presidente Unindustria di Treviso e Padova, forse l'organizzazione territoriale più importante in Italia dopo quella di Milano. «Si tratta di costruire un governo all'altezza della sfida, per coesione e competenza, con un'ampia e solida base parlamentare e unità d'intenti per il bene del Paese», sottolinea Destro. Posizioni che rispecchiano le centinaia di prese di posizione di singoli imprenditori che premono per un governo a larga base parlamentare. Una pressione che nel Nord e in particolare nel Nord Est sta facendo sentire in suo peso soprattutto sulle migliaia di amministratori locali della Lega e da lì sale verso il gruppo dirigente del Carroccio.

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Le considerazioni degli industriali sono largamente condivise da moltissime altre categorie produttive. Ecco il presidente dell'associazione di bar e ristoranti Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani: «Non spetta ad una associazione di categoria entrare nel merito di una crisi di governo ma vivendo a stretto contatto con migliaia di imprese siamo obbligati a richiamare al senso di responsabilità tutte le forze politiche».
Un messaggio condiviso anche fra gli artigiani.

Ecco Daniele Parolo, titolare di un'autofficina e presidente di Cna Lombardia: «Sul territorio condividiamo totalmente la posizione di Cna nazionale e mi auguro che un governo a guida Draghi possa essere sorretto da una maggioranza parlamentare ampia e solida, in grado di rappresentare sensibilità diverse e di venire incontro alle esigenze delle piccole imprese».

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UMORI
Se questi sono gli umori della parte produttiva dell'Italia, gli italiani come stanno metabolizzando l'arrivo di Draghi? «Per il 64% degli italiani è meglio un governo guidato dall'ex presidente della Bce che elezioni anticipate», spiega Carlo Buttaroni di Tecné che ha appena sfornato un sondaggio per l'agenzia Dire. Un dato che parla da solo accompagnato da un'altra cifra assai significativa raccolta dalla Noto Sondaggi per Porta a Porta: per il 46% degli italiani il governo Draghi riuscirà a risollevare l'economia italiana.
Sempre secondo la Noto Sondaggi per Porta a Porta il 40% degli italiani vorrebbe che tutti i partiti appoggiassero l'esecutivo guidato dal presidente della Bce ed è interessante osservare che questa percentuale è molto alta (69%) fra gli elettori di Forza Italia ma supera il 40% anche fra chi vota Lega, Fratelli d'Italia e Pd. Solo gli elettori del M5S si mostrano tiepidi poiché uno su tre è ancora senza un'opinione e solo il 22% chiede un voto unanime per Draghi. Anche per Ipsos fra gli italiani il tifo per Draghi è molto alto. «Colpisce - sottolinea il direttore scientifico di Ipsos, Enzo Risso - che il primo febbraio, prima del conferimento dell'incarico a Draghi, gli italiani favorevoli al suo governo fossero il 41% contro il 39% favorevoli ad una soluzione targata Conte. Nel Paese si avverte un clima di forte spinta ad una fase ricostruttiva che coinvolga tutte le forze politiche. Un po' come accadde nel 45 col governo Parri che univa monarchici e comunisti. Allora si usciva da una guerra disastrosa, ma di fronte ai 90 mila morti da Covid e al crollo di quasi il 9% del Pil nel 2020 c'è la consapevolezza della necessità di una risposta di alto profilo».

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