Governo, settimana decisiva per Draghi: agenda, scadenze e nodi da sciogliere

Crisi di governo, settimana decisiva per Draghi: agenda, scadenze e nodi da sciogliere
Crisi di governo, settimana decisiva per Draghi: agenda, scadenze e nodi da sciogliere
di Francesco Malfetano
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 14:14

Ci sono un'agenda, delle scadenze e ancora diversi nodi politici da sciogliere. Il conto alla rovescia per il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi però è ormai partito. Anzi, corre anche veloce. La settimana appena iniziata sarà infatti quella cruciale e, salvo complicazioni inatesse e nuovi slittamenti a lunedì 15, dovrebbe culminare con il giuramento del nuovo governo questo venerdì. Ma andiamo con ordine.

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Le consultazioni

Dopo qualche ora in solitaria trascorsa in solitaria a Città della Pieve nel fine settimana, l'ex presidente della Bce oggi pomeriggio riprenderà le consultazioni con i partiti. I primi ad incontrarlo saranno i gruppi più piccoli, mentre martedì sarà l’ora di tutte le maggiori forze (al momento il "no" all'esecutivo è arrivato solo da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni). Se però i sì di Lega e Movimento 5 Stelle (seguiti a quelli di Partito democratico, Forza Italia, Europeisti, Maie, Cambiamo!, Idea, Centro democratico e Italia viva) sembrano aver già messo in sicurezza la nascita di un nuovo esecutivo, hanno anche contribuito ad alimentare le tensioni sulla formula che l’economista sceglierà per il suo governo. In questo moemento il mix tecnici-politici sembra l’ipotesi più accreditata. Così come sembra abbastanza definito il fatto che, per evitare ogni tipo di condizionamento politico o querelle, i quattro settori nevralgici identificati dal presidente Sergio Mattarella nel suo discorso pre-incarico (salute, economia, sviluppo economico, lavoro e Recovery fund) finiranno a ministri pescati fuori dall'emiciclo parlamentare. Una volta confermato questo, non resterà che capire come completare la squadra con i tecnci (il totonomi impazza da giorni), e soprattutto quanti o quali ministeri assegnare alle forze politiche senza che il Parlamento si spacchi. E cioè chi far entrare in rappresentanza dei partiti. I loro leader? Personalità di rango, magari i numeri 2 di ogni formazione? Oppure esperti d'area? Nodi che Draghi dovrà sciogliere proprio in questi giorni. Ore in cui, peraltro, il premier incaricato incontrerà anche le parti sociali.

Al momento il tavolo non risulta ancora calendarizzato ma dovrebbe tenersi entro mercoledì.

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I tempi

Se il timing verrà rispettato, proprio il 10 febbraio l'ex Bce potrebbe sciogliere la riserva e definire la lista dei ministri con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cui spetta il potere di nomina, su proposta del capo dell'esecutivo. Possibile che tutto ciò avvenga nel pomeriggio, dato che in mattinata, alle 11, il Capo dello Stato parteciperà alla Camera alla celebrazione del Giorno del Ricordo. Dovesse andare davvero così, giovedì potrebbe quindi essere la giornata del giuramento. Entro la settimana, o al massimo all'inizio della prossima, dovrebbe invece arrivare la fiducia del Parlamento e quindi Draghi potrebbe iniziare la sua corsa.
Va però precisato come in realtà Mattarella, la cui influenza in questo governo è tutto fuorché non ravvisabile, non ha imposto né limiti di formazione al premier (che in pratica ha carta bianca, purché l'esecutivo sia «di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica») né tantomeno scadenze. Ad incombere al massimo, è la gestione dell'epidemia e la necessità di iniziare a più presto il nuovo progetto di Recovery. Il 15 febbraio ad esempio scadono ad esempio alcune porzioni dei decreti entrati in vigore a metà di gennaio. In particolare quella relativa al divieto di spostamento tra Regioni o, nel caso delle attività economiche, quella che sblocca la ripartenza degli impianti da sci. 

 

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