Covid Sicilia, bufera sulle terapie intensive. Il manager: «Posti letto o finiamo in zona rossa», il ministro manda ispettori e Nas

Covid Sicilia, bufera sulle terapie intensive. Il manager: «Posti letto o finiamo in zona rossa», il ministro manda ispettori e Nas
Covid Sicilia, bufera sulle terapie intensive. Il manager: «Posti letto o finiamo in zona rossa», il ministro manda ispettori e Nas
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Sabato 21 Novembre 2020, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 22:32

Covid, in Sicilia è bufera sui dati delle terapie intensive, con il manager Mario La Rocca finito nel ciclone per alcuni audio in una chat tra manager della sanità, pubblicati da La Sicilia, e che parla di «ostruzionismo» da parte di alcuni medici per impedire l'attivazione di posti per malati di Coronavirus e di dirigenti generali di ospedali «incapaci» di applicare il piano del governo Musumeci per l'aumento dei posti. «Pur di non svuotare alcuni reparti, per destinare i posti letto ai pazienti Covid, c'è chi ha scritto nelle cartelle cliniche diagnosi inventate, ne ricordo una che parlava di tubercolosi, ma non era vero», dice La Rocca, dirigente generale della pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute in Sicilia. 

Ho trovato 100 posti Covid da solo

«Mentre ero a casa per il Covid, ho notato che alcuni manager di ospedali da tre settimane non facevano nulla, eppure avrebbero dovuto applicare il piano della Regione per l'attivazione di posti letto per i pazienti malati di Coronavirus.

Il 4 novembre ho mandato quegli audio nella chat, due giorni dopo, avendo il tampone negativo, ho fatto il giro di alcuni ospedali a Palermo, ho trovato 100 posti in un giorno», dice La Rocca, sostenendo che «tra i medici c'è chi si sacrifica e chi non vuole pazienti Covid».

«Incavolato»

«Ero incavolato: dicevo ai manager di ospedali e Asp che dovevano applicare il piano della Regione destinando posti letto ai malati Covid ma non lo facevano, non avevano gli attributi per imporsi su alcuni medici: perché la verità è che ci sono medici che si stanno sacrificando dando l'anima in questa emergenza e ci sono quelli che invece non vogliono occuparsi di questi malati per potere continuare a gestire pazienti in intramoenia», continua il dirigente La Rocca, finito nel ciclone delle polemiche per alcuni audio su una chat, pubblicati da La Sicilia.

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Il ministro manda ispetttori e Nas

 

Se è soltanto un 'caso' pronto a sgonfiarsi o se qualcosa in realtà non sta funzionando nell'attivazione dei posti letto per i malati di Covid lo accerteranno i tecnici e i carabinieri del Nas che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di inviare in Sicilia per vederci chiaro. Ispezione sollecitata anche, dopo un colloquio telefonico col ministro, dall'assessore alla Salute, Ruggero Razza, da tempo nel mirino delle opposizioni nell'isola per la gestione della pandemia e ora alle prese con una nuova bufera. A scatenarla è stato il superburocrate Mario La Rocca, a capo del dipartimento pianificazione strategica dell«assessorato, tra i dirigenti in prima linea nell'emergenza. In un un audio, inserito in una chat tra dirigenti e manager di Asp e ospedali, La Rocca spinge sui numeri di letti in terapia intensiva e reparti ordinari da comunicare al governo per evitare che la regione diventi zona rossa dopo che il premier Giuseppe Conte aveva firmato il Dpcm per arginare la seconda ondata del Covid.

Audio

«Oggi su Cross dev'essere calato tutto il primo step al 15 novembre. Non sento ca***, perché oggi faranno le valutazioni e in funzione dei posti letto di terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede», dice La Rocca nella chat pubblicata dal quotidiano La Sicilia. «Non è accettabile che noi si subisca ulteriori restrizioni perché c'è resistenza da parte di qualcuno ad aprire posti letto di terapia intensiva o ordinari. Sono a casa, da tre settimane col Covid, ed è da tre settimane che vi prego di aprire posti».

Un audio che il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, giudica «grave e inaccettabile». «Serve immediata chiarezza. È intollerabile provare ad aggirare i parametri sul monitoraggio dei dati Covid - dice -. Il governo attraverso il ministro Speranza si è già attivato per l'invio immediato a Palermo degli ispettori». Secca la replica del governatore Nello Musumeci: «La Sicilia è governata da persone perbene. E questo dovrebbe averlo già capito il ministro Boccia. Non temiamo alcun controllo e mettiamo così fine a ogni tentativo di speculazione».

La difesa

Cerca di fare chiarezza il superburocrate, finito nel tritacarne: »Tutti i dati caricati sulla piattaforma Gecos della Regione siciliana sono veritieri, tutti i posti disponibili. Una diversa azione costituirebbe reato. Vadano i Nas a controllare ovunque anche oggi. Ma basta sciacallaggi e notizie tra il detto e non detto, che hanno la sola funzione di allarmare inutilmente la pubblica opinione». Gli fa scudo l'assessore Razza: «Ciò che è scritto sulle nostre piattaforme è vero ed è in linea con i parametri ministeriali, se poi il direttore generale del mio assessorato, in maniera un po' forte, ha richiamato tutti alle proprie responsabilità, io penso che abbia fatto il suo dovere: non ha mai chiesto di inserire un dato fuori dalla realtà ma ha chiesto semplicemente di onorare gli impegni che erano stati assunti sul piano della programmazione ospedaliera».

Al Comitato tecnico scientifico della Regione, spiega Antonello Giarratano, presidente Siaarti e componente del Cts, «risultano sicuramente operativi 344 posti letto intensivi quindi con ventilatore, monitoraggi, sistemi infusionali e specialista in anestesia e rianimazione dedicati, di cui 242 occupati». Ma la polemica è aperta. M5s, con in testa il vice ministro Giancarlo Cancelleri, si scaglia contro il governo Musumeci, mentre il Pd annuncia esposti alle Procure di tutti i capoluoghi siciliani. Razza e il superburocrate saranno ascoltati martedì prossimo nella commissione Sanità dell'Assemblea siciliana per chiarire, dice la presidente Margherita La Rocca Ruvolo, se le parole del dirigente «siano delle pressioni finalizzate ad evitare restrizioni da parte del governo nazionale rappresentando però una situazione non corrispondente alla realtà o se sia un modo per accelerare l'attivazione dei posti letto previsti dalla pianificazione ospedaliera anti Covid». »I siciliani hanno il diritto di sapere quanti sono i posti letto realmente disponibili nelle strutture sanitarie dell'isola«, avverte Claudio Fava.

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