Bonus Covid, ma sono tutti veri? 5 promossi e 5 bocciati. Istruzioni per l'uso

Covid, ma sono tutti veri questi bonus? 5 promossi e 5 bocciati. Istruzioni per l'uso
Covid, ma sono tutti veri questi bonus? 5 promossi e 5 bocciati. Istruzioni per l'uso
di Luca Cifoni
7 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Novembre 2020, 22:23 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 13:24

Per fronteggiare l’impatto della crisi sanitaria sull’economia il governo ha impegnato buona parte dei 100 miliardi di maggior deficit deciso (finora) per quest’anno. Molte misure anti Covid hanno preso la forma di bonus per imprese o cittadini, ma non tutte hanno avuto la stessa riuscita: alcune hanno faticato ad ingranare per l’eccessiva complicazione della procedura; qualcuna si è rivelata mal concepita. Ci sono erogazioni per le quali le risorse sono risultate insufficienti e altre che invece - al contrario - sono state sfruttate solo in piccola parte. Del resto il problema della “taratura” delle misure non riguarda solo i bonus d’emergenza. Anche il reddito di cittadinanza a detta dello stesso governo necessita di una messa a punto. Ieri l’Anpal ha diffuso una serie di dati, tra cui quelli relativi ai 352 mila beneficiari che hanno trovato una qualche forma di occupazione (su un totale di quasi 1,4 milioni tenuti a seguire un percorso di inserimento). Circa 192 mila sono i beneficiari che risultavano al lavoro a fine ottobre. In ogni caso quei contratti - verosimilmente - solo in piccola parte sono stati sottoscritti attraverso i “navigator “o i centri per l’impiego. 

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Intanto la caccia nuovi fondi per i ristori è partita.

Il governo (si veda Il Messaggero di ieri) sembra ormai intenzionato ad anticipare al 2020 il fondo da 4 miliardi per gli indennizzi e a rafforzarlo con un altro miliardo. La decisione potrebbe essere ratificata da un terzo decreto legge nel quale verrebbero inserite misure di ristoro anche per le attività non chiuse ma che hanno subito perdite di fatturato. Inoltre è emerso che i ristori al momento valgono solo per le attività chiuse per decisione del governo e non delle autorità locali. Ma sul terzo decreto si naviga ancora a vista, in attesa di nuovi dati sull’andamento dei contagi. Perché è chiaro che se fosse necessario un lockdown generale, anche questi fondi sarebbero insufficienti e servirebbe un nuovo scostamento di bilancio già quantificato in una ventina di miliardi, considerando che le chiusure andrebbero ad incidere su un mese fondamentale per i consumi come dicembre. Alla Camera la conferenza dei capigruppo ha anche indicato una possibile data per votare il nuovo scostamento: il 25 novembre. Intanto la manovra di bilancio dovrebbe arrivare tra domani e sabato a Montecitorio.

PROMOSSI

FONDO PERDUTO

Alle imprese
indennizzi totali
per 10 miliardi

I contributi a fondo perduto alle piccole imprese colpite dalla crisi economica indotta dal coronavirus sono stati erogati dall’Agenzia delle Entrate direttamente sul conto corrente degli interessati. Il contributo era commisurato alla perdita di fatturato. I pagamenti della prima tranche (6,2 miliardi) sono iniziati a giugno. La relativa semplicità del meccanismo ha indotto il governo a riproporlo con i decreti Ristori, per ulteriori 3,5 miliardi.

SOSPENSIONI FISCALI

Rinviati al 30 aprile
i versamenti
per l’anno 2020

La strategia del governo puntava nei mesi scorsi a rinviare le scadenze fiscali salvando in prospettiva il gettito atteso. Con il decreto agosto è stato poi disposto il rinvio al prossimo 30 aprile dei versamenti per il 2020 (per imprese e professionisti) in caso di perdita di fatturato oltre il 33%. Con gli ultimi provvedimenti questo slittamento è stato riconosciuto - indipendentemente dalla perdita - anche ai titolari di attività chiuse o aventi sede nelle Regioni “rosse”.

CANCELLAZIONI IMU

Esentate attività
turistiche
e quelle chiuse

Originariamente era stata cancellata la prima rata dell’Imu (quella da pagare a giugno) per il settore turistico. Poi il decreto “Agosto” aveva confermato l’esenzione anche per la seconda rata, estendendola alle attività dello spettacolo (cinema, teatri e discoteche). Il diritto a non versare la seconda rata è stato successivamente allargato alle attività economiche oggetto di provvedimenti di chiusura generalizzati (bar ristoranti, palestre etc.) e a quelle delle Regioni “rosse”.

BABY SITTER

L’aiuto alle famiglie
è stato portato 
fino a 1.000 euro

Nell’emergenza del primo lockdown, in cui le famiglie italiane si sono ritrovate con i figli studenti costretti a casa per la chiusura delle scuole la possibilità di ricorrere - in alternativa - al congedo retribuito al 50 per cento o al bonus per le baby sitter ha dato un certo sollievo. La misura del congedo parentale è stata poi estesa più recentemente ai casi in cui i ragazzi si trovano in quarantena, mentre con il decreto Ristori il bonus baby sitter è stato portato a 1.000 euro se la scuola viene di nuovo chiusa.

AFFITTI NEGOZI

Perdita di fatturato?
Canone di locazione
recuperato al 60%

Per sostenere le attività economiche in difficoltà in seguito alle chiusure e comunque alla riduzione del volume di affari il governo ha messo in campo anche un credito d’imposta pari al 60 per cento del canone di locazione pagato. Obiettivo, alleggerire un costo fisso a carico degli interessati. La condizione richiesta è una perdita di fatturato del 50 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il sostegno è stato ora riproposto per i mesi di ottobre novembre e dicembre per le attività interessate da chiusure.

BOCCIATI

PC E INTERNET

Per la banda larga
500 euro ma paletti
su Isee e città

Da lunedì 9 novembre è disponibile fino a esaurimento fondi un voucher da 500 euro per la connessione a internet veloce. Il bonus consentirà di acquistare un abbonamento e un pc o un tablet alle famiglie con un Isee sotto i 20 mila euro. Il credito verrà riconosciuto - ma solo passando attraverso le compagnie telefoniche - come sconto sul canone di connessione alla rete per almeno dodici mesi e potrà servire anche per comprare tablet e pc. Il bonus è disponibile solo in alcuni comuni.

BICI

I ritardatari hanno
ancora tempo
c’è il nodo dei fondi

Sito in tilt e tutto esaurito in meno di 24 ore il 2 novembre scorso per il bonus mobilità da massimi 500 euro, meglio noto come bonus bici e monopattini. Dopo il caos del click day il ministro dell’Ambiente ha assicurato che tutti quelli che si registreranno al sito www.buonomobilita.it entro il 9 dicembre avranno il rimborso, a patto di dimostrare di aver acquistato il mezzo tra il 4 maggio e il 2 novembre. Nessun limite ai fondi disponbili questa volta è la promessa. 

TAX CREDIT VACANZE

Utilizzato finora
appena un quinto
delle risorse

Con l’intento di rianimare il turismo il decreto Rilancio aveva destinato ben 1,7 miliardi nel 2020 al cosiddetto “tax credit vacanze”, un contributo fino a 500 euro a famiglia da spendere in alberghi o altre strutture ricettive. Previsto un tetto in termini di Isee a 40 mila euro. La misura, con una procedura non particolarmente agile, è stata sfruttata solo in parte: a fine ottobre risultavano utilizzati circa 350 milioni, un quinto delle risorse. Il decreto Ristori ha previsto un definanziamento di 860 milioni.

CREDITI SANIFICAZIONI

Per interventi 
e mascherine solo
il 28% delle spese

Per imprese e professionisti era stato previsto un credito di imposta pari al 60 per cento delle spese sostenute per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione. La misura era stata finanziata con 200 milioni, insufficienti rispetto alle richieste. L’Agenzia delle Entrate aveva quindi calcolato una percentuale effettiva del 9,38% invece del 60. Con il decreto agosto sono stati aggiunti 403 milioni per cui alla fine gli interessati potrebbero recuperare circa il 28%, poco meno della metà della percentuale originariamente fissata.

REDDITO DI EMERGENZA

Platea ridotta,
sussidio riproposto
per due volte

Quello del reddito di emergenza è un caso abbastanza paradossale. Il sussidio era stato deciso con il decreto Rilancio per venire incontro a quelle persone che per vari motivi (compreso il fatto di muoversi eventualmente nel mondo del “sommerso”) non potevano fruire degli altri aiuti destinati alle varie categorie. Alla scadenza del 30 giugno però è venuto fuori che solo una parte della potenziale platea si era avvalsa di questa possibilità. Di qui la proroga al 15 ottobre e poi da ultimo la possibilità di chiedere altre 2 tranche fino al 30 novembre.

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