Capienza all’80 per cento, più corse negli orari di punta, sanificazione costante e, ovviamente, distanziamento a bordo e mascherine. Sono queste in estrema sintesi le linee guida aggiornate che il ministero dei Trasporti ha elaborato per la gestione del trasporto pubblico locale in vista dell’imminente ritorno in ufficio a settembre e, soprattutto, del ritorno delle lezioni in presenza al cento per cento nelle scuole italiane.
LA NOVITÀ
Con una grande novità aggiuntiva però. Oltre alla capienza, inevitabilmente maggiorata rispetto a giugno scorso, sarà infatti reintrodotta la figura del controllore.
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IL GREEN PASS
Una mossa, quella del ministero, che appare quasi come il preludio all’introduzione del Green pass obbligatorio anche per accedere a bordo dei mezzi pubblici. Per quanto al momento la certificazione non sia richiesta su tram, metro o bus cittadini ma solo per tratte a lunga percorrenza, non è infatti per niente escluso che l’imposizione possa finire con l’essere adottata anche a bordo dei mezzi del trasporto locale nelle prossime settimane. Specie se la curva dei contagi dovesse risentire, come accaduto lo scorso anno, della riapertura delle scuole. Nulla di chiaramente definito.
Anzi, prima che per i passeggeri, l’obbligo del Green pass potrebbe colpire i lavoratori del settore, ovvero gli autisti e proprio i controllori. «È una discussione in corso - ha spiegato Giovannini citando anche il favore per la misura già espresso dalla collega degli Affari regionali Mariastella Gelmini - ma è un tema complesso, legato all’evoluzione della campagna vaccinale».
Prima però, appunto, c’è da completare l’iter per la messa a regime del trasporto pubblico locale. Al ministero sono arrivati da qualche giorno i piani regionali e, domani, verranno avanzate alcune osservazioni nel corso di una conferenza Stato-Regioni evidentemente importante. I tempi infatti, sono strettissimi dato che il 13 settembre inizierà a tutti gli effetti il ritorno in aula. I fondi però ci sono: «Per il secondo semestre di quest’anno - ha spiegato proprio il titolare del Mit - sono oltre 600 i milioni di euro per i servizi aggiuntivi che le regioni devono mettere in campo sulla base dei cosiddetti tavoli prefettizi e 800 milioni per compensare le perdite o i maggiori costi per la sanificazione». Non resta quindi che augurarsi che, a differenza di quanto avvenuto l’anno scorso a settembre quando regnò il caos sui trasporti e le Regioni non spesero i soldi a disposizione, il coordinamento tra ministero e territori funzioni.