Abruzzo, dopo il ko M5S pensa alla svolta: «Dobbiamo aprire anche ad altre liste»

Abruzzo, dopo il ko M5S pensa alla svolta: «Dobbiamo aprire anche ad altre liste»
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Lunedì 11 Febbraio 2019, 18:04
Dopo la debacle in Abruzzo, dove il M5S ha incassato poco più del 20% dei voti, a quanto apprende l'Adnkronos scricchiola in queste ore una delle regole auree del M5S: presentarsi alle elezioni amministrative con una lista unica, quella del Movimento 5 Stelle. «Non si va alla guerra con le cerbottane», ragionano in queste ore in ambienti grillini di governo. Il no a qualsiasi alleanza era un dogma caro a Gianroberto Casaleggio, che l'aveva sempre difeso a spada tratta da eventuali assalti. Già 5 anni fa, in occasione delle elezioni regionali in Abruzzo, Calabria,
Emilia-Romagna e Piemonte, alcuni eletti in Parlamento avevano chiesto ai due garanti del Movimento - Beppe Grillo e Casaleggio senior- di riflettere sull'opportunità di derogare al paletto della lista unica.

Ma Casaleggio, in particolare, aveva tirato dritto. Tanto che ancora oggi la regola non è mai stata messa in discussione. Nella notte del voto in Abruzzo e in queste ore difficili per il Movimento, ecco che torna a farsi spazio la riflessione sulla necessità di aprire ad altre liste per affrontare le elezioni, quanto meno quelle regionali.

Si tratterebbe di aprire a liste di appoggio, di sostegno al candidato presidente, per aumentare il numero di candidati e far crescere così i risultati alle urne. Sposando, però, esclusivamente liste che condividono i valori del Movimento, a partire dalla difesa dell'ambiente, un esempio su tutti i cosiddetti comitati per l'acqua pubblica. «Non tanto le elezioni comunali - riflette una fonte 5 Stelle di prim'ordine - ma quanto meno le regionali, altrimenti rischiamo di passare decenni prima di prendere il timone di una regione e vedere un governatore 5 Stelle. Ogni singolo candidato porta circa 200 voti, già che allunghi la lista son voti e voti in più. Oltre a garantirti più copertura territoriale». Si tratta di una ipotesi concreta, sulla quale in queste ore starebbero ragionando anche i vertici pentastellati, finora silenti sui risultati elettorali in Abruzzo.

Ma una eventualità simile, che segnerebbe un cambio di passo epocale, genererebbe un vero e proprio terremoto all'interno del Movimento, spaccando il gruppo. È difficile, infatti, che i cosiddetti 'ortodossì del M5S, ovvero l'ala considerata più vicina al presidente della Camera Roberto Fico, accetterebbe una deroga simile, una modifica che, a detta dei 'duri e purì del Movimento, sarebbe l'ennesimo tassello su una metamorfosi che in tanti faticano a mandare giù. «Bisogna strutturarsi di più - spiega all'Adnkronos una fonte di governo grillina - per quanto si disprezzi i partiti tradizionali, così andiamo alla guerra con le cerbottane, con le armi spuntate. E la guerra così non la vinci».
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