Pesaro, Villa Marina diventa un residence di lusso per anziani ma prima via quei teli splatter

Villa Marina diventa un residence di lusso per anziani ma prima via i teli splatter
Villa Marina diventa un residence di lusso per anziani ma prima via i teli splatter
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 20:32
PESARO Dai giganti di cemento in riva al mare saranno tolti i teli bianchi di protezione che svolazzano come in un’inquietante ghost story. E le facciate dell’immenso edificio razionalista stile Ventennio, circa 8.000 metri quadrati, saranno rinnovate con intonaco e pannelli in un’operazione immagine per Pesaro 2024. Si vede uno spiraglio a Villa Marina, dopo oltre 40 anni di abbandono e degrado in un angolo indecoroso di viale Trieste. 


La mission immobiliare


Opere imminenti non solo in vista dell’annunciato residence per anziani, 60 mini appartamenti nell’ex colonia ai quali l’Inps sta lavorando in una fitta rete di incontri con il Comune. Si valutano gli aspetti edilizi e urbanistici della mission immobiliare con un occhio attento al welfare. In altre parole, un progetto di senior housing. Intanto gli interventi di primo recupero per Villa Marina sono stati richiesti all’Inps dallo staff della Capitale italiana della cultura per restiture maggiore decoro alla zona lungomare e spiaggia, biglietto da visita insieme al centro storico.
«Il Comune ha invitato l’istituto a togliere i teli bianchi di protezione dalla salsedine e realizzare un primo aggiustamento in vista del 2024, un intervento di manutenzione per rendere un po’ più presentabile la struttura», spiega Roberto Ghiselli, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps che detiene sulla carta il 50% della proprietà dell’immobile insieme all’Ipost, l’ente di assistenza residuale per i lavoratori ex postelegrafonici, ma di fatto le redini sono in mano all’istituto previdenziale che nella ristrutturazione di Villa Marina ha investito 17 milioni.
Il progetto per il residence degli anziani stabilisce che l’edificio venga conferito nel fondo immobiliare Aristotele Senior di Roma costituito dall’Enpap, per la previdenza degli psicologi, insieme a Inps e Inarcassa (gestisce pensioni a ingegneri e architetti) per investimenti, tra pubblico e privato, nel sociale legati al senior housing.

Lo scopo è intercettare le necessità di persone over 65 indipendenti e in buona salute, realizzando abitazioni autonome con una serie di servizi per favorire la socialità, il benessere psicologico e la qualità della vita, prevenendo il male della solitudine e disturbi ancora più gravi come la depressione e la demenza senile. 


Il fondo Aristotele Senior


Il fondo Aristotele Senior si occuperà di realizzare l’intervento di recupero dopo aver individuato sul mercato il soggetto che gestirà la villa. «Non è una privatizzazione - mette in chiaro l’ex sindacalista pesarese che ha guidato la Cgil -, l’Inps detiene quote rilevanti e ha il controllo di tutta l’operazione immobiliare, le nostre finalità sono principalmente sociali. Intanto stiamo facendo incontri in Comune per gli aspetti urbanistici ed edilizi delle autorizzazioni. La destinazione d’uso è vincolata come struttura residenziale per anziani. Attraverso il Civ sto sollecitando la presidenza dell’Inps a valorizzare per il welfare alcune strutture in nostro possesso che da anni non vengono usate. È per noi strategico realizzare interventi utili alla comunità, in particolare per chi da fuori intende venire a vivere a Pesaro, in riva al mare, mettendo a disposizione dei mini alloggi con tutti i servizi sociosanitari, ricreativi e di aggregazione necessari». 


Lo sviluppo


Il residence si svilupperà su circa 8.000 metri quadrati dell’ex colonia marina, di Pesaro Studi e dell’area sportiva più parco giochi. «I tempi dell’intervento? - risponde Roberto Ghiselli -. Le procedure ultimamente si sono molto accelerate, presto abbiamo in programma un evento per presentare l’operazione, anche se il percorso si annuncia lungo e complicato». Immobile simbolo Villa Marina, edificato tra il 1920 e il 1926, che in origine faceva parte di un grande complesso composto di tre distinte strutture, ex convitto, ex colonia e centro sportivo. Fu costruita per ospitare i figli dei dipendenti del vecchio istituto Postelegrafonici, rientrando nel programma del regime fascista non solo a scopi terapeutici, ma anche educativi e di propaganda.
 

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