Vallefoglia, fiumi e torrenti sono un pericolo. La ricetta di Ucchielli: «Interventi sugli argini: permessi ai privati»

Vallefoglia, fiumi e torrenti sono un pericolo. La ricetta di Ucchielli: «Interventi sugli argini: permessi ai privati»
Vallefoglia, fiumi e torrenti sono un pericolo. La ricetta di Ucchielli: «Interventi sugli argini: permessi ai privati»
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 28 Settembre 2022, 03:30

VALLEFOGLIA «Quando una volta si andava a fare la legna da ardere lungo i corsi d’acqua, le sponde erano più pulite e i fiumi sembravano meno insidiosi, è proprio vero, contadino scarpe grosse e... ». Il sindaco dei proverbi ha nostalgia dei tempi andati e delle vecchie abitudini del mondo rurale che vorrebbe riscoprire nella sua Vallefoglia per rendere più sicuri i numerosi canali, ruscelli, torrenti e fiumi grandi e piccoli che attraversano i centri abitati e le zone industriali. Una città diffusa che galleggia in mezzo ai pericoli in caso di eventi meteorologici eccezionali. L’alluvione del 15 settembre insegna.  

«Il dissesto ideogeologico è un problema politico - scandisce Palmiro Ucchielli -, sono anni che sollecitiamo la Regione e il Consorzio di bonifica per la manutenzione del fosso Taccone, due chilometri d’acqua dal lago Ceccolini al confine di Tavullia fino a Montecchio, ricordo l’esondazione del 1977 e tutti i danni che ha comportato, in caso di piogge straordinarie il tratto cementificato rappresenta un rischio. Inizialmente vennero stanziati dalla Regione 3 milioni per un progetto di sistemazione, poi i fondi sono scesi a 900.000 quindi a 800.000 euro, ora non se ne sa più nulla». A ben guardare la cartina geografica di Vallefoglia, il comune di circa 40 chilometri quadrati è tutto un pullulare di corsi d’acqua. Quindi il problema delle piene è potenzialmente preoccupante, anche se al momento (e per fortuna) non espresso. Dal fosso Taccone, il più insidioso e attorno al quale si auspicano i principali interventi, alle suggestive cascate di Pontevecchio generate dal fiume Foglia, che attraversa un antico mulino e i ruderi del ponte romano, dal torrente Apsa al corso di strada Re dei Gatti a Pian del Bruscolo, fino ai canali adagiati sulla piana industriale di Talacchio.

Tornare alle vecchie abitudini

Ma il sindaco Ucchielli non è tipo da restare in attesa e si appella al senso di responsabilità dei cittadini, riproponendo la vecchia abitudine di raccattare le fascine per la stufa e il camino, un’attività all’apparenza innocua che necessita però di permessi: «Da non credere, è tutto così difficile, guai a chi cerca di intervenire sugli alvei e lungo le sponde, la burocrazia ci paralizza - attacca Ucchielli -.

Per rimuovere materiale legnoso divelto e depositato negli argini ed eliminare piante essiccate ci vuole l’autorizzazione della Regione. Invito quindi gli organi preposti a emanare disposizioni per dare la possibilità ai privati di intervenire, favorendo il taglio delle piante secche e la rimozione delle ramaglie pericolanti per ricavarne legna da ardere, che dovrebbe essere concessa gratuitamente, riconoscendo così il lavoro svolto. Del resto non è tutto demanio idrico fluviale, ci sono anche proprietà di residenti e imprese. Tutti dovrebbero essere consapevoli che se il fiume è pulito, questo rappresenta un minore pericolo».

I divieti

Naturalmente non possono essere tagliate le piante arbustive che, al contrario delle specie arboree, hanno la funzione di stabilizzare le sponde, come non vanno rimosse le ceppaie che sostengono le rive. Negli ultimi tre anni il Comune ha investito 50 mila euro per interventi di taglio dell’erba e rimozione dei resti vegetali, uniti a qualche rifiuto ingombrante, lungo il fosso Taccone. E in questi giorni il sindaco Ucchielli ha nuovamente inoltrato un sollecito alla Regione e al Consorzio di bonifica per richiedere che venga al più presto effettuata la pulizia del canale che attraversa Montecchio. Miléna Bonaparte

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