Stupri e rapine, gli avvocatI di Butungu chiedono la revisione del processo: «Negata la difesa in lingua madre»

Stupri e rapine, gli avvocato di Butungo chiedono la revisione del processo: «Negata la difesa in lingua madre»
Stupri e rapine, gli avvocato di Butungo chiedono la revisione del processo: «Negata la difesa in lingua madre»
di Luigi Benelli
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Sabato 25 Marzo 2023, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 07:25

VALLEFOGLIA Stupri e rapine di Rimini, gli avvocati di Guerlin Butungu, 25 anni, di nazionalità congolese, chiedono la revisione del processo. Gli sarebbe stato negato il diritto di difesa nella sua lingua d’origine. E si dichiara innocente per lo stupro di gruppo. Bisogna tornare all’estate del 2017. 


Dieci capi d’imputazione

Per lui la gravissima accusa di essere a capo di un gruppo (tra cui tre ragazzi minorenni di Vallefoglia) che ha stuprato, rapinato e picchiato sulla spiaggia di Miramare di Rimini, la notte del 26 agosto 2017, una coppia di turisti polacchi e una prostituta trans peruviana, ha aggredito una turista milanese e rapinato il compagno la notte del 12 agosto.

Per Guerlin Butungu i capi di imputazione erano dieci per i diversi episodi contestati. Con lui due fratelli all’epoca minorenni, marocchini residenti a Vallefoglia e un nigeriano residente a Pesaro, condannati a 9 anni e 8 mesi. La sentenza della Cassazione, emessa nel dicembre del 2019 con i giudici aveva confermato la condanna per Butungu a 16 anni di reclusione.

I nuovi avvocati del 25enne, Liliana Lotti del Foro di Rimini e Antonio Miraglia di Santa Maria Capua a Vetere e dell’associazione “Nessuno escluso”, hanno chiesto la revisione del processo di primo grado sostenendo che Butungu «non ebbe un giusto dibattito perché gli fu negato il diritto alla difesa nella sua lingua d’origine».

La remissione

L’avvocatessa Lotti sottolinea: «Ora Butungu è nel carcere di Padova, dove sta facendo un percorso molto positivo. E’ cattolico, sta studiando ragioneria ed è prossimo al diploma. Lavora in carcere e aiuta i detenuti più fragili. Ha una spiccata dote nel canto e due volte l’anno si esibisce nel coro del penitenziario. In questo percorso ha raccontato di essere innocente per quanto riguarda lo stupro in spiaggia della polacca. Non sarebbe stato coinvolto ma tirato in ballo dai tre minorenni. Lui non conosceva la lingua italiana ed è su questo punto che vogliamo insistere». Nel mirino dei legali del congolese ci sono due interrogatori. «Abbiamo rivisto tutte le carte – continua Liana Lotti – e solleviamo dei dubbi per l’interrogatorio in Questura a Rimini e quello in carcere a Pesaro con la presenza del pubblico ministero, senza interprete. Se la revisione andrà come sperato, sarà un uomo libero da subito».

«Quindi prepariamo la domanda di revisione che presenteremo al Tribunale di Ancona, competente territorialmente. Se dovesse essere accettata, visto il percorso già fatto, Butungu potrebbe essere vicino all’uscita dal carcere. Abbiamo nuove prove per dimostrare che non partecipò allo stupro di gruppo. Per quanto riguarda gli altri reati, li ha ammessi». Il congolese è stato ritenuto responsabile anche della rapina a una giovane coppia, avvenuta tra l’11 e il 12 agosto, culminata nella violenza sessuale sulla ragazza, di origini etiopi, nonchè di una successiva rapina la sera del 26 agosto (vittime due giovani di Bologna e Prato), infine di spaccio nei confronti dei tre complici minorenni. Un’estate di efferratezze, tanto da arrivare all’identikit di Butungu. 

La svolta

La svolta all’inchiesta era arrivata il 2 di settembre quando, oramai alle strette, due dei minorenni si erano resi conto di essere stati smascherati e si erano costituiti ai carabinieri. Di lì a poco la polizia aveva così catturato anche il terzo ragazzino ma, all’appello, mancava proprio il capobranco. La latitanza di Butungu, tuttavia, era durata solo altre poche ore e all’alba del 3 settembre era stato intercettato su un treno, diretto al nord, e ammanettato.

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