Vallefoglia, insulti razzisti, la squadra
lascia il campo: «Terza volta, basta»

Vallefoglia, insulti razzisti, la squadra lascia il campo: «Terza volta, basta»
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 10:35
VALLEFOGLIA-  Si chiama Gueye Babacar, ha 34 anni, è un padre di famiglia e arriva dal Senegal. Babacar ha solo il cognome da calciatore milionario: per lui il pallone è integrazione, aggregazione e passione da portare avanti con gli amici del Montecchio F.C., nel campionato di Terza Categoria, dopo 10 ore di lavoro fabbrica. L’altra sera era in campo a Fossombrone contro i padroni di casa del Pian di Rose, per la semifinale della Coppa Marche, competizione che mette in palio la promozione diretta nella categoria superiore, quando dopo aver commesso un fallo di gioco ha ricevuto una serie di offese razziste da un avversario. Il Montecchio, a quel punto, ha deciso di abbandonare il campo in segno di protesta.
Un bellissima partita macchiata indelebilmente. «Gli ha urlano negro di m... ti rimando da dove sei venuto - racconta il segretario del Montecchio, Michele La Casa -. Mancavano due minuti alla fine, gli altri stavano vincendo 3-2, all’andata si erano imposti 1-0. Il risultato era ipotecato, che senso aveva quel comportamento? Abbiamo chiesto all’arbitro di intervenire... ha detto che non aveva sentito nulla. Incredibile. I giocatori avversari? Non sono intervenuti. Ci hanno detto che abbiamo avuto una reazione esagerata. Io sono entrato in campo per calmare gli animi e sono stato espulso. Per noi sarebbe stato impossibile continuare così. Babacar è l’esempio di come ci si possa integrare al meglio nel nostro paese. Non meritava questo». Un nervo scoperto. «È la terza volta che subiamo questi comportamenti razzisti. Ora, basta». L’uscita anzitempo costerà al Montecchio, attualmente primo in classifica in campionato, una multa salata della Figc. 
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